Ferruccio Amendola
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Proprio per quella caratteristica dizione "sporcata" tutt'altro che patinata, Amendola è l'ideale per doppiare in dialetto romanesco molto marcato due dei personaggi più trucidi del cinema italiano degli anni settanta e ottanta, entrambi impersonati da [[Tomas Milian]]: Nico Giraldi, il commissario "romanaccio" in film come ''[[Squadra antifurto]]'', e quello di Monnezza, ladruncolo di mezza tacca figlio delle borgate romane più depresse, in film come ''[[Il trucido e lo sbirro]]''...Ma l'enorme lavoro di Ferruccio non si limita a far recitare attori stranieri. Doppia infatti Vittorio Caprioli ne ''[[Il messia]]'', Maurizio Arena in ''[[Er più - Storia d'amore e di coltello]]'', ''[[Per amare Ofelia]]'', ''[[Vacanze a Ischia]]'', [[Glauco Onorato]] in ''[[W Django!]]'', [[Bud Spencer]] in ''[[Oggi a me... domani a te!]]''- infine (udite!- udite!), una donna, [[Paola Borboni]] in ''[[Bello come un arcangelo]]'' (1974), di [[Alfredo Giannetti]]. | Proprio per quella caratteristica dizione "sporcata" tutt'altro che patinata, Amendola è l'ideale per doppiare in dialetto romanesco molto marcato due dei personaggi più trucidi del cinema italiano degli anni settanta e ottanta, entrambi impersonati da [[Tomas Milian]]: Nico Giraldi, il commissario "romanaccio" in film come ''[[Squadra antifurto]]'', e quello di Monnezza, ladruncolo di mezza tacca figlio delle borgate romane più depresse, in film come ''[[Il trucido e lo sbirro]]''...Ma l'enorme lavoro di Ferruccio non si limita a far recitare attori stranieri. Doppia infatti Vittorio Caprioli ne ''[[Il messia]]'', Maurizio Arena in ''[[Er più - Storia d'amore e di coltello]]'', ''[[Per amare Ofelia]]'', ''[[Vacanze a Ischia]]'', [[Glauco Onorato]] in ''[[W Django!]]'', [[Bud Spencer]] in ''[[Oggi a me... domani a te!]]''- infine (udite!- udite!), una donna, [[Paola Borboni]] in ''[[Bello come un arcangelo]]'' (1974), di [[Alfredo Giannetti]]. | ||
− | Sposò l'attrice e doppiatrice [[Rita Savagnone]], dalla quale ebbe | + | Sposò l'attrice e doppiatrice [[Rita Savagnone]], dalla quale ebbe deu figli, Federico e [[Claudio Amendola]], anche questo attore, che gli diede la nipote [[Alessia Amendola|Alessia]], attrice e doppiatrice. |
==Doppiatore== | ==Doppiatore== |
Versione delle 09:27, 11 mar 2013
« Il buon doppiatore deve rinunciare all'idea di interpretare il ruolo che gli viene affidato, perché è già stato recitato da un altro. Il suo compito è, invece, quello di andare il più vicino possibile all'interpretazione dell'attore cui dà la voce... Obiettivo del doppiatore è capire quello che l'attore ha voluto dire, in qualunque lingua l'abbia fatto. Bisogna porsi al suo servizio. » | |
(Ferruccio Amendola)
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(Ferruccio Amendola doppia Sylvester Stallone in Rambo, nel 1982 )
Ferruccio Amendola
© Foto ivid.it
- IV Targa Gualtiero De Angelis al Festival del Doppiaggio italiano - Voci nell'Ombra 1999
- Nastro d'argento speciale al miglior doppiaggio maschile ai Nastri d'argento 2002
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Ferruccio Amendola (Torino, 22 luglio 1930 – Roma, 3 settembre 2001) è stato un attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano.
Scheda a cura di Gerardo Di Cola
Indice |
Roma città aperta e gli esordi con Anna Magnani e Aldo Fabrizi
È tra i pochi doppiatori che riesce a farsi conoscere ed apprezzare dal grande pubblico, acquisendo una notorietà insolita per gli attori che si dedicano prevalentemente ali attività del doppiaggio. Si affaccia nel mondo del cinema come interprete e doppiatore fin da giovanissimo. A tredici anni compare in Gian Burrasca (1943) di Sergio Tofano nel ruolo di un collegiale e a quattordici compie il suo esordio nel doppiaggio facendo sentire la sua voce in Roma città aperta. L'esperienza, pur di breve durata, di lavorare al leggio con Aldo Fabrizi e Anna Magnani, si configura come uno dei momenti significativi della sua lunga carriera e il ricordo della Magnani che accarezza il cane mentre subisce le facezie di Fabrizi, sempre pronto a scherzare, rimane vivido nella sua memoria[1].
La voce dell'Actor's Studio: Dustin Hoffman, Robert De Niro, Sylvester Stallone, Al Pacino
Ma il suo volto resta sconosciuto ai più fino al 1982 quando torna sul set proponendo in televisione alcuni umanissimi personaggi di grande successo popolare (Storia d'amore e d'amicizia di F. Rossi, Quei trentasei gradini di L. Perelli, Little Roma e Pronto soccorso di F. Massaro). Come doppiatore la notorietà, che arriva dopo quasi 25 anni di attività, gli deriva non solo dalla voce scabra, pastosa, e molto caratterizzata, ma dall'incontro con la generazione di nuovi attori americani che si impongono al grande pubblico con una recitazione rinnovata. Il cinema statunitense degli anni '70 richiede di uniformarsi alla gestualità nevrotica delle nuove generazioni, le quali vivono il disagio di un esistenza codificata da regole inadeguate a rispondere alle loro esigenze. Attori come Dustin Hoffman, Robert De Niro, Al Pacino e, successivamente, Sylvester Stallone, accentuando gli insegnamenti dell Actor's Studio, non possono non far breccia nei giovani di tutto il mondo. Amendola, che non è più tanto giovane, sa inter-pretare al meglio la recitazione in voce richiesta per rendere credibili i personaggi interpretati dai nuovi talenti hollywoodiani. Si radica così nel-l'immaginario degli spettatori italiani con una quasi tirannica capacità di presenza ostentata, che spesso offusca le prestazioni di colleghi altrettanto dotati[2].
Ferruccio Amendola, nipote del regista Mario Amendola, nasce a Torino da genitori entrambi attori di rivista. Per questo motivo vive a Roma con i nonni, anch'essi attori teatrali. Non ancora maggiorenne, recita in Madre natura con la compagnia di Pino Locchi, Achille Millo e Tina Lattanzi a cui Ferruccio non lesina battute irriverenti come «Signora, la sua età è pari alla somma delle nostre» suscitando, nella regina del doppiaggio, meraviglia e disappunto[3]. Negli anni cinquanta e sessanta, lavora nel teatro di rivista e al cinema, interpretando come comprimario diversi personaggi in numerose commedie scanzonate, spesso di natura sentimentale. I titoli degni di essere ricordati sono: Undici uomini e un pallone di Giorgio Simonelfi, Le signorine dello 04 di Gianni Franciolini, Ridere, ridere, ridere di Edoardo Anton, La ragazza di via Veneto di Marino Girolami, Prepotenti più di prima di Mario Mattoli, La grande guerra di Mario Monicelli (nel ruolo del soldato De Concini), Riderà (Cuore matto) di Sergio Corbucci e, diretto dallo zio, I dritti, I prepotenti, Simpatico mascalzone. Nelle sue prime apparizioni televisive recita in Il gallo canta a mezzanotte e L'ultima faccia di medusa (1958) di L. Di Gianni, e Il provino (1964 di L. Ripandelli).
La grande prova in Un uomo da marciapiede
Parallelamente ali attività di attore, Amendola si dedica al doppiaggio, sempre confinato, però, a prestare la voce a personaggi di contorno con poche battute[4]. Il salto verso il ruolo di doppiatore protagonista, avviene nel 1968. Giulio Panicali viene scelto a dirigere il doppiaggio di Un uomo da marciapiede di John Schlesinger, il film che segna una tappa fondamentale verso una visione cinematografica del tutto disincantata e spietata del mondo delle metropoli americane. Ad un primo e superficiale esame del copione, Panicali, erroneamente, ritiene di ravvisare nella storia un legame tra omosessuali, forse tratto in inganno dal carattere crudo e senza veli dell amicizia tra i due personaggi principali. Joe Buck (Jon Voight), che proviene dalla campagna con un bagaglio di ingenuità e di ideali destinati ad infrangersi contro una realtà sordida, e Rizzo, un mendicante tubercolotico infognato nella dimensione metropolitana (Dustin Hoffman). All'inizio Panicali sceglie le voci di Massimo Turci e Cesare Barbetti (per doppiare rispettivamente Voight e Hoffman), ma inavvertitamente si fa scappare il suo lapidario giudizio sulla vicenda e la cosa non piace alla produzione. Il film passa a Mario Maldesi, il quale conferma Turci su Voight, ma sostituisce Barbetti con Amendola, la cui voce si adatta a meraviglia al personaggio di Rico[5]. Quest'ultimo è un italo americano che rompe gli schemi tipici dell'immigrato. Hoffman, che offre una prestazione impregnata di Actor's Studio, impone una recitazione improntata ad un realismo spesso crudele, senza veli, lontano dalle convenzioni tradizionalmente pudiche del cinema americano classico. Amendola si appropria del personaggio e, grazie alla sua dizione non impeccabile e alle timbriche inusuali della sua voce, ha l'occasione, finalmente, di liberare il suo istinto tenuto fino a quel momento imbrigliato, colorando di inflessioni dialettali il personaggio di Rizzo. Come Carlo Romano per Jerry Lewis e Lauro Gazzolo per il "vecchietto del West" Amendola inventa e crea un personaggio-voce. Il direttore del doppiaggio accoglie la provocazione di Ferruccio e gli chiede di accentuare le cadenze napoletane. Maldesi, che si è servito di Luigi La Monica per doppiare Dustin Hoffman ne Il laureato indovinando una voce sconosciuta e giovane, azzecca un altra scommessa con Amendola su Hoffman per Un uomo da marciapiede a conferma delle sue grandi intuizioni di direttore. Maldesi, che evita di creare binomi inscindibili tra doppiatori e doppiati, non può immaginare che Ferruccio legherà indissolubilmente la sua timbrica a quella di Hoffman e ad altri personaggi di rottura del cinema americano come De Niro, Pacino, Stallone. Sarà uno degli ultimi esempi di legame forte tra volto e voce. In seguito si tenderà a non permettere la nascita di binomi condizionanti fondamentalmente per non dare all'attore doppiatore un potere contrattuale eccessivo[6].
Amendola doppierà ancora Hoffman in quasi tutti i film della sua carriera: Piccolo grande uomo, Cane di paglia, Alfredo, Alfredo, Kramer contro Kramer, Tootsie, Morte di un commesso viaggiatore, Rain Man - L'umo della pioggia e molti altri. Proprio per quella caratteristica dizione "sporcata" tutt'altro che patinata, Amendola è l'ideale per doppiare in dialetto romanesco molto marcato due dei personaggi più trucidi del cinema italiano degli anni settanta e ottanta, entrambi impersonati da Tomas Milian: Nico Giraldi, il commissario "romanaccio" in film come Squadra antifurto, e quello di Monnezza, ladruncolo di mezza tacca figlio delle borgate romane più depresse, in film come Il trucido e lo sbirro...Ma l'enorme lavoro di Ferruccio non si limita a far recitare attori stranieri. Doppia infatti Vittorio Caprioli ne Il messia, Maurizio Arena in Er più - Storia d'amore e di coltello, Per amare Ofelia, Vacanze a Ischia, Glauco Onorato in W Django!, Bud Spencer in Oggi a me... domani a te!- infine (udite!- udite!), una donna, Paola Borboni in Bello come un arcangelo (1974), di Alfredo Giannetti.
Sposò l'attrice e doppiatrice Rita Savagnone, dalla quale ebbe deu figli, Federico e Claudio Amendola, anche questo attore, che gli diede la nipote Alessia, attrice e doppiatrice.
Doppiatore
Cinema
Film d'animazione / OAV
Film d'animazione / OAV
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Film TV / Miniserie
Film TV / Miniserie
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Telefilm / Serie televisive
Telefilm / Serie televisive
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3
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Soap Opera /Telenovelas
Soap Opera / Telenovelas
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Pubblicità
Pubblicità
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Cartoni animati / Anime
Cartoni animati / Anime
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Altre attività di doppiaggio
Direzione del doppiaggio
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1970 Rebel - Fuga senza scampo 1971: Er più - Storia d'amore e di coltello 1976: Italia a mano armata 1977: California 1978: Susanna! (ridopp.) 1979: Uno sceriffo extraterrestre... poco extra e molto terrestre 1981: Chi trova un amico, trova un tesoro 1983: Gilda (ridopp.) 1987: Alba d'acciaio, Over the Top, Renegade - Un osso troppo duro 1988: Prima di mezzanotte 1989: Sono affari di famiglia, Sorvegliato speciale 1990: Zia Julia e la telenovela 1993: Sol levante 1995: Ritorno dal nulla, Un giorno da ricordare 1997: Delitto perfetto, Hollywood brucia, Jackie Brown, L.A. Confidential 1999: Echi mortali, Payback - La rivincita di Porter, Terapia e pallottole 2000: Romeo deve morire 2001: La vendetta di Carter, Men of Honor - L'onore degli uomini
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Attore
Cinema
- Gian Burrasca, regia di Sergio Tofano (1943)
- Undici uomini e un pallone, regia di Giorgio Simonelli (1948)
- La ragazza di Via Veneto, regia di Marino Girolami (1955)
- Le signorine dello 04, regia di Gianni Franciolini (1955)
- Sette canzoni per sette sorelle, regia di Marino Girolami (1956)
- Napoli, sole mio!, regia di Giorgio Simonelli (1956)
- I dritti, regia di Mario Amendola (1957)
- La zia d'America va a sciare, regia di Roberto Bianchi Montero (1957)
- Gagliardi e pupe, regia di Roberto Bianchi Montero (1958)
- I prepotenti, regia di Mario Amendola (1958)
- Prepotenti più di prima, regia di Mario Mattòli (1959)
- Simpatico mascalzone, regia di Mario Amendola (1959)
- Fantasmi e ladri, regia di Giorgio Simonelli (1959)
- La grande guerra, regia di Mario Monicelli (1959)
- La banda del buco, regia di Mario Amendola (1960)
- Vino whisky e acqua salata, regia di Mario Amendola (1963)
- Follie d'estate, regia di Edoardo Anton e Carlo Infascelli (1963)
- Maciste gladiatore di Sparta, regia di Mario Caiano (1964)
- Il ladro di Damasco, regia di Mario Amendola (1964)
- Viaggio di nozze all'italiana, regia di Mario Amendola (1966)
- Marinai in coperta, regia di Bruno Corbucci (1967)
- Cuore matto... matto da legare, regia di Mario Amendola (1967)
- Riderà (Cuore matto), regia di Bruno Corbucci (1967)
- La vuole lui... lo vuole lei, regia di Mario Amendola (1968)
- Donne, botte e bersaglieri, regia di Ruggero Deodato (1968)
- Vacanze sulla Costa Smeralda, regia di Ruggero Deodato (1968)
- Lacrime d'amore, regia di Mario Amendola (1970)
- Tre tigri contro tre tigri, regia di Sergio Corbucci e Steno (1977)
- Chissà perché... capitano tutte a me, regia di Michele Lupo (1980)
Televisione
- Varietà: Guarda chi si vede, regia di Vito Molinari (1955)
- Film TV: Totò Ye Ye, regia di Daniele D'Anza (1967)
- Sceneggiato: Adua (RaiUno, 1981)
- Serie: Storia d'amore e d'amicizia, regia di Franco Rossi (RaiUno, 1982)
- Serie: Quei trentasei gradini di Luigi Perelli (RaiUno, 1984)
- Serie: Little Roma, regia di Francesco Massaro (RaiUno, 1988)
- Miniserie TV: Pronto soccorso, regia di Francesco Massaro (Rai Uno, 1990-1992)
Teatro
- Rosalinda o come vi piace (1948), regia di Luchino Visconti
Pubblicità
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Radio
- Radio Centro 95 (Torino), station-break ufficiale
Autore
Libri
- Roma nostra (1996, Gangemi Editore), a cura di Augusto De Luca
Album
- 'Nei tuoi occhi (1997, La Stampa), a cura di Stefano Veneruso, poesia "Se tu mi dimentichi"
Note
Collegamenti esterni
- www.FerruccioAmendola.com
- Scheda su Ferruccio Amendola dell'Internet Movie Database