Milano odia: la polizia non può sparare
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« Non dobbiamo dare l'impressione di avere fretta perché chi ha fretta ha paura... » | |
(Giulio Sacchi a Vittorio)
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Milano odia: la polizia non può sparare è un film del 1974, diretto da Umberto Lenzi. È considerato uno dei più violent noir italiani.[1] Negli Stati Uniti uscì come Almost Human.
In Italia uscì l'8 agosto 1974,[2] mentre negli Stati Uniti uscì nel novembre 1975.[2]
Indice |
Trama
Milano dei primi anni settanta Giulio Sacchi è un delinquente sadico, vigliacco e sessualmente ambiguo. Egli manda a monte una rapina, perché non riesce a mantenere i nervi saldi e uccide a bruciapelo un vigile urbano che vuole multarlo per divieto di sosta. Sacchi passa le giornate al bar, con i suoi amici Carmine e Vittorio, o con la fidanzata Jole, alla quale chiede continuamente dei soldi.
Ma Sacchi è anche ambizioso, e desidera diventare ricco e importante e far carriera nel mondo della malavita. Per ottenere questo, insieme a Carmine e Vittorio, decide di rapire Marilù, figlia del commendatore Porrino, il principale di Jole...
Considerazioni
Il film è considerato da molti un poliziottesco, ma in realtà i legami col genere allora emergente sono marginali: l'inseguimento iniziale e il commissario tutto d'un pezzo, dal volto inespressivo, interpretato da Silva, che però rimane in secondo piano. Il film ha anche echi horror, nella scena delle sevizie nella villa, ed è piuttosto un noir metropolitano.[3]
Il messaggio del film è considerato molto ambiguo, o addirittura nichilista, poiché sembra voler affermare che a violenza risponde necessariamente altra violenza. Allo stesso tempo nella scena finale del film la violenza sembra avere una valenza catartica, dove il pubblico trova una soluzione all'efferatezza della vicenda.[1]
Il film, inoltre, offre un disincantato ritratto dell'[talia degli anni settanta, lacerata da scontri di classe e pervasa da un clima di insicurezza e disordine. La figura del commissario Grandi, che, seguendo l'esempio di Clint Eastwood in Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo,[4] decide di fare giustizia fuori dalla legalità, pone l'accento sulla difficoltà che la polizia aveva in quegli anni nel fermare l'ondata di violenza, secondo una parte dell'opinione pubblica a causa di leggi troppo permissive e garantiste. Rimane celebre la frase pronunciata da Sacchi a tale proposito: "Per condannare qualcuno all' ergastolo ci vogliono prove alte come il grattacielo Pirelli". Anche su questo punto però il film è ambiguo, in quanto la figura del commissario, interpretato da Silva, non emerge chiaramente come quella dell'eroe, anche a causa dell'incisività con cui è rappresentato l'"antieroe" Sacchi.[4]
Collegamenti ad altre pellicole
- Il finale del film verrà ripreso da Luca il contrabbandiere, diretto da Lucio Fulci nel 1980.
- Alcune scene di inseguimento in auto provengono da Milano trema: la polizia vuole giustizia, diretto da Sergio Martino nel 1973[5].
Note
- ↑ 1,0 1,1 Manlio Gomarasca, Monnezza e i suoi fratelli. Guida al cinema poliziesco di Tomas Milian, Milano, Nocturno, 2005.
- ↑ 2,0 2,1 Date di uscita for Milano odia: la polizia non può sparare (1974). URL consultato il 12 gennaio 2008.
- ↑ Roberto Curti, Italia odia. Il cinema poliziesco italiano, Torino, Edizioni Lindau, 2006. ISBN 978-88-7180-586-3.
- ↑ 4,0 4,1 Paolo Mereghetti, Dizionario dei film 2006, Milano, Edizioni Baldini Castoldi Dalai, 2005. ISBN 88-8490-778-0.
- ↑ Mauro D'Avino, Lorenzo Rumori, Simone Pasquali, Roberto Giani e Andrea Martinenghi Milano, si gira!, 2012, Roma, Gremese. ISBN 9788884407450
Collegamenti esterni
- I luoghi milanesi del film
- La scheda del film su Pollanet
- Scheda su Milano odia: la polizia non può sparare dell'Internet Movie Database