Gianfranco Bellini
« Buongiorno, signori ...Io sono un elaboratore HAL 9000... Entrai in funzione alle officine H.A.L. di Verbana nell' Illinois il 12 gennaio 1992. Il mio istruttore mi insegnò anche a cantare una vecchia filastrocca volete sentirla? » | |
(Gianfranco Bellini doppia il computer HAL 9000 in 2001: Odissea nello spazio)
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(Gianfranco Bellini doppia Ian Richardson nella miniserie Ike, nel 1979 )
Gianfranco Bellini
© Foto Gerardo Di Cola
- Premio alla carriera al Festival del doppiaggio di Francavilla a Mare 2003
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Gianfranco Bellini (Palermo, 10 luglio 1924 – Roma, 9 agosto 2006) è stato un attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano.
Figlio degli attori Nino Bellini e Aida Celeste Zanchi, padre dell'ex-doppiatrice Silvia Bellini e nonno dei doppiatori Davide ed Elena Perino.
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L'esordio giovanissimo
È inevitabile, come per tanti altri figli di artisti, il contatto precoce con il palcoscenico e il pubblico. La scelta di fare teatro è obbligata. È attore-bambino in commedie come Topaze, Pensaci Giacomino e Giulio Cesare di Giovacchino Forzano. Solitamente accade nel periodo estivo, quando si riunisce ai genitori dopo aver trascorso l'inverno in collegio. Nell'estate del 1936 partecipa al suo primo film I due sergenti accanto alla madre che si è da poco separata dal marito trasferitosi negli USA. Tra i tanti attori chiamati a recitare da Enrico Guazzoni negli stabilimenti di Tirrenia ci sono Gino Cervi, Giovanna Scotto, Nella Maria Bonora, Margherita Bagni, Nico Pepe, Loris Gizzi, Giotto Tempestini, Nino Pavese, Giorgio Capecchi, tutti attori con cui Gianfranco doppierà un numero non precisabile di film. Dal carattere sereno e gioviale, il dodicenne Bellini si presenta come un ragazzino educato alle buone maniere, sempre sorridente e disponibile, che si fa ben volere. È chiamato sul set di Pensaci Giacomino per alcune pose e, in questa stessa estate, esordisce nel doppiaggio, prestando la sua esile voce ad un bambino, nel film girato in Francia da Anatole Litvak, L'equipaggio. In sala di registrazione Gianfranco si trova accanto a stelle di prima grandezza nel mondo dei doppiatori: Amilcare Pettinelli (Charles Vanel), Giulio Panicali (Jean-Pierre Aumont) e Lydia Simoneschi (Annabella). Nel film di Mario Camerini del 1937 Il signor Max con Vittorio De Sica, Assia Noris, Rubi D'Alma, Umberto Melnati e Virgilio Riento, il dodicenne Bellini è il ragazzino dall'aria impertinente amico di Pucci (Lilia Dale). Terminati gli studi entra nel 1940 nella compagnia di prosa di Radio Roma restandoci fino al 1953, anno del suo scioglimento. Da questa data continua il suo rapporto con la RAI, senza contratto fisso, recitando per essa ininterrottamente per quarant'anni in tantissime commedie, riviste e programmi di intrattenimento. È spesso scritturato dalle compagnie di prosa regionali della RAI di Torino, Firenze, Napoli e Pescara. Intanto è diretto da Guglielmo Morandi in Scorza di limone e Gli uccelli da Vincenzo Tieri in L'Aigrette, da Pietro Sharoff in L'ombra e la sostanza, da Nino Meloni in Millesima seconda. È con Camillo Pilotto e Leonardo Cortese in La taverna della baia verde con Giovanna Scotto e Mario Besesti in La signora Rosa e La cena delle beffe.
Una colonna portante del doppiaggio italiano
Ma Bellini, non essendo portato per la vita raminga dell attore di teatro, preferisce sottoscrivere contratti che non lo portino lontano da Roma, dalla Rai e dal doppiaggio dove riesce ad esprimere in tutta tranquillità le sue qualità artistiche. Dotato di una voce non usuale, dai timbri morbidi e delicati e dalle tonalità calde e suadenti, a volte melliflua quando le circostanze lo richiedono, è socio fondatore della CDC, di cui è stato uno dei maggiori esponenti, divenendone anche direttore di doppiaggio e presidente amministrativo. Gianfranco lavora a pieno ritmo e la sua voce si posa anche su stelle di prima grandezza del cinema mondiale. Ma le cose in seno alla cooperativa non filano nel verso giusto. Non ritenendo la situazione irrecuperabile, si adopera, inutilmente, affinché non avvenga la scissione paventata dagli irriducibili come Adolfo Geri, Mario Pisu, Aldo Silvani, Olinto Cristina e Mario Ferrari. L'assemblea dei soci CDC convocata nel febbraio 1952 è spaccata in due. Gli irriducibili decidono di lasciare la gloriosa cooperativa e con altri attori della ODI, ugualmente insoddisfatti delle scelte di Giannuzzi e del consiglio direttivo della seconda organizzazione di doppiaggio operante sul territorio italiano, fondano la A.R.S. - Attori Riuniti Sincronizzatori.
Bellini, Renato Turi e Bruno Persa, legati da una amicizia profonda, decidono di aderire in un secondo tempo, ma più per tenere fede ad un accordo preso con alcuni dei fuoriusciti. Siamo nell aprile del 1952, un mese circa dalla scissione. Per Gianfranco le motivazioni della scelta di abbandonare la CDC sono meno gravi rispetto a quelle degli altri attori e di Persa a cui, da qualche tempo, non permettono più di doppiare Humphrey Bogart, il suo fiore all'occhiello. Un giorno è raggiunto nella sede della ARS da Sandro Ruffini che, per conto di Emilio Cigoli e Gualtiero De Angelis, lo invita a rientrare nella cooperativa[1]. Gianfranco, come Turi e Persa, non si trova bene nella nuova organizzazione anche per il lavoro che scarseggia. Il primo film, tra i pochi doppiati in ARS, è Bozambo. Bellini è in attesa di prestare la voce a Donald O'Connor in Cantando sotto la pioggia che la MGM affida alla ARS per permettere a Gene Kelly di parlare in italiano con la solita timbrica di Adolfo Geri, anch'egli un fuoruscito. Nel frattempo Bellini e Turi si incontrano con Cigoli e De Angelis per concordare il rientro in CDC; rientro che avviene in giugno[2].
Quando arriva Cantando sotto la pioggia Gianfranco è già tornato tra i suoi vecchi amici e colleghi, al suo posto per doppiare O'Connor è chiamato Paolo Ferrari nella sua prima importante esperienza in qualità di prestatore di voce. Il lavoro torna copioso per Bellini che esce da un periodo di poca serenità, lui che del vivere in pace ha fatto una filosofia di vita[3]. Nello stesso anno, in teatro, recita al Pirandello di Roma in Le notti dell'ira e Piccoli borghesi con Manilo Guardabassi e Ennio Balbo, per la regia di Carlo Di Stefano. Ma è dal doppiaggio che Bellini trae le maggiori soddisfazioni anche perché è un lavoro che si adatta alla sua indole di persona riflessiva, non amante dei cambiamenti repentini, costante e puntiglioso nel raggiungimento del risultato, privo di sovrastrutture, autentico nel proporsi[4]. La sua lunga carriera di doppiatore è costellata da tante curiosità e aneddoti. Nel 1938, mentre è nuovamente impegnato a doppiare un bambino in Adorazione (Anatole Litvak) e Freddie Bartholomew in Capitani coraggiosi, la casa di distribuzione italiana del film della 20th Century Fox Alle frontiere dell'India (di John Ford), cerca la voce da dare a Shirley Temple, essendo la sua doppiatrice abituale, Miranda Bonansea Garavaglia, assente da Roma per una tourné teatrale. Nessuno pensa di invitare il ragazzino Bellini ai provini. Egli, venuto a conoscenza casualmente dell evento, si presenta alla segretaria della produzione, sua vecchia conoscenza, auto-invitandosi. Sarà la sua voce ad essere scelta[5].
Il successo "spaziale" con Kubrik
Il famoso, lento e, per certi aspetti, struggente commiato di HAL 9000 che Gianfranco Bellini recita con voce fredda e distaccata prima, poi rigata da bagliori di umanità, in 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrik, lo consacra nelle leggende del doppiaggi italiano: Per Bellini, che si sostituisce con voce siderale a quella originale di Douglas Rain, è la notorietà verso il grande pubblico che da trent'anni lo ascolta in radio e al cinema senza tuttavia conoscerlo[6]. Lo stesso Kubrick, dopo aver ascoltato la versione doppiata in italiano, si congratula con lui, ritenendo la sua voce più aderente a quella immaginata durante la stesura della sceneggiatura.
Appoggiando la voce con soffice delicatezza, facendola sempre scaturire con apparente semplicità per il costante controllo dei mezzi espressivi che sono frutto di un mestiere conosciuto in ogni sua sfumatura, Bellini, senza mai scivolare nelle enfasi e perdersi negli eccessi, contribuisce al successo di tanti attori grazie alla sua timbrica fresca e giovanile, capace di stabilire all'istante un rapporto dì simpatia con gli ascoltatori.
Doppiatore
Cinema
Film d'animazione / OAV
Film d'animazione / OAV
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Film TV / Miniserie
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Telefilm / Serie televisive
Telefilm / Serie televisive
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Soap Opera / Telenovelas
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Pubblicità
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Radio
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RAI
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Cartoni animati / Anime
Cartoni animati / Anime
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Altre attività di doppiaggio
Direzione del doppiaggio
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Adattamento dialoghi italiani
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Attore
Cinema
- I due sergenti (1936), regia di Enrico Guazzoni
- Il signor Max (1937), regia di Mario Camerini, con Vittorio De Sica[10]
Televisione
- Sceneggiato: Gamma (RaiUno, 1976), nel ruolo del prof. Aklund
- Programma TV: Kappaò (Odeon TV, 1987), di Gregorio Paolini (voce fuori campo)
Teatro
- Pensaci Giacomino
- Topaze
- Giulio Cesare
Note
- ↑ G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 241
- ↑ ibidem
- ↑ ibidem
- ↑ ibidem
- ↑ G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 242
- ↑ G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 238
- ↑ 1^ edizione - epis. 3
- ↑ Gianfranco Bellini, quale voce di HAL 9000 in 2001: Odissea nello spazio, è stato spesso usato in tal senso.
- ↑ adattamento realizzato assieme ad Alfredo Medori e spesso indicato con il titolo di Giorni sereni d'autunno
- ↑ nel piccolo ruolo del giovane ragazzo sulla nave da crociera insieme alla bambina