Glauco Onorato
(Glauco Onorato doppia Oliver Reed nel film Il gladiatore, nel 2000 )
Glauco Onorato
Foto gentilmente concessa dalla famiglia Onorato
- Miglior interpretazione maschile al Premio Leggio d'Oro 1995
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Glauco Onorato (Torino, 7 dicembre 1936 – Roma, 31 dicembre 2009) è stato un attore e doppiatore italiano, tra i più rappresentativi della terza generazione del doppiaggio.
Voce italiana di Bud Spencer e di Arnold Schwarzenegger ed una delle voci più rappresentative e caratteristiche della sua generazione, insieme a Ferruccio Amendola e Pino Locchi, con i quali condivise molti lavori.
Figlio dell'attore Giovanni, (apparso nella serie di film di Don Camillo) era il padre di Niseem, attore e doppiatore, e Sara, a sua volta anch'essa doppiatrice, e fratello di Marco Onorato, celebre direttore della fotografia. Si è spento all'età di 73 anni il 31 dicembre 2009 verso le ore 13:00 all'ospedale San Camillo di Roma, a causa di una grave malattia da cui era affetto da tempo.[1]
Indice |
Il teatro e i grandi sceneggiati televisivi
Nasce casualmente a Torino il 7 dicembre 1936 da Giovanni Onorato e Graziella Ceri, entrambi impegnati in una tourné teatrale. Il padre, nato a Palermo nel 1902, recita in teatro dalla prima metà degli anni trenta prima di esordire nel cinema nel 1937 con Il dottor Antonio di Enrico Guazzoni. Socio fondatore della CDC, si fa apprezzare come un simpatico e spigliato caratterista in oltre cinquanta film, ira i quali è doveroso ricordare la figura dello Smilzo in tre film della serie di Don Camillo. Anche la madre, nata a Milano il 18 aprile 1892, svolge un'intensa attività teatrale. Glauco, pur essendo figlio d'arte, curiosamente da piccolo non vuole intraprendere la carriera di attore. Di carattere estroverso ed irrequieto, mal sopporta le imposizioni di qualsiasi genere; frequenta il liceo scientifico per un interesse verso i problemi scientifici, ma contesta la scuola in generale per come è strutturala. L'attore Manlio Busoni lo persuade ad entrare, nel 1954, all'Accademia d"Arte Drammatica di Silvio D'Amico. Ha come insegnanti Annibale Ninchi, Wanda Capodaglio, Sergio Tofano e Orazio Costa. I compagni di corso, futuri attori di successo, sono Gian Maria Volontè, Ilaria Occhini, Mario Missiroli, Umberto Orsini, Giuliana Lojodice, Orazio Orlando. L'esordio in teatro avviene a Milano con Uomini e topi di Enzo Ferrieri, in cui recita, nella parte di Lenrty, accanto a Luigi Vannucchi e Ferruccio Soleri. È un grande successo e la sua voce calda, pastosa e robusta, viene subito notata. Glauco viene scelto per doppiare Sidney Poitier nel film La parete di fango. Si impone subito come eccellerne doppiatore; nel frattempo continua col teatro, la televisione ed il cinema dove fa il suo esordio nel 1959 in Spavaldi e innamorati di Giuseppe Vari; occasione in cui conosce MarioGirotti/Terence Hill, anch'egli interprete alle prime armi. Per la televisione partecipa a diversi sceneggiati di successo come Delitto e castigo (1963) di Anton Giulio Majano, in cui recita accanto ai suoi ex compagni d'Accademia come Luigi Vannucchi e Ilaria Occhini; I grandi camaleonti (1964) di Edmo Fenoglio, I promessi sposi (1967) di Sandro Bolchi, in cui fa la parte del Griso, Caravaggio (1967), scritto da Andrea Barbato e Ivo Perilli e diretto da Silverio Blasi, in cui recita a fianco di Gian Maria Volontè. Seguiranno, tra gli altri, La freccia nera (1968) di Anton Giulio Majano, in cui recita accanto ad Aldo Reggiani e Arnoldo Foà. A teatro recita ancora, tra l'altro, con Eduardo De Filippo in La paura n. 1 e Mia famiglia e ne L'ultimo yankee di Arthur Miller. La sua attività cinematografica lo vede quasi sempre in parti di fianco, in cui, però, fa valere sempre il suo professionismo di attore serio e preparato, esprimendo un forte temperamento artistico. Gira I baccanali di Tiberio (1960) di Giorgio Simonelli, I tre volti della paura (1963) di Mario Bava, Le piacevoli notti (1966) di Luciano Lucignani e Armando Crispino, La collina degli stivali (1969) di Giuseppe Colizzi[2], I girasoli (1969) di Vittorio De Sica, W Django (1971) di Edoardo Mulargia in cui viene doppiato da Ferruccio Amendola.
L'incontro-confronto con Emilio Cigoli e il successo nel doppiaggio
Ha ventuno anni, Glauco, quando presta la voce a Stephen Boyd in Ben Hur. In tale occasione si trova a lavorare accanto a uno dei mostri sacri delle sale di sincronizzazione, Emilio Cigoli, che presta la voce a Charlton Heston. Il giovane regge benissimo il confronto doppiando Boyd che interpreta Messala. L'attività di doppiatore di Glauco prosegue così sempre ai massimi livelli e con ottimi risultati, tra cui, su tutti, va ricordato quellao su Topol ne Il violinista sul tetto, che lo stesso Onorato considerava il suo doppiaggio più significativo[3].
Doppiatore dall'inconfondibile timbro vocale, Glauco instaura con i colleghi un rapporto aperto e gioviale, non disdegnando di approntare scherzi tra un turno e l'altro con alcuni colleghi, tra cui Giuseppe Rinaldi e Ferruccio Amendola. Il lavoro in sala di doppiaggio può a volte assumere aspetti opprimenti; le "incursioni" in quegli ambienti bui e seriosi di personaggi come Onorato, portano una ventata di freschezza e ilarità. Capelli lunghi e barba incolta, Onorato è un giovane del suo tempo che veste secondo la moda dell'epoca: blue jeans e maglioni a collo alto. Invece un doppiatore attempato come Giorgio Capecchi ha i capelli "impomatati", viso rasato e abiti confezionali su misura. Capecchi, che guarda i giovani doppiatori come è facile immaginare, ama le scarpe, le cravatte e le bretelle: un paio soprattutto di colore giallo con disegni geometrici che dice di aver pagato «una cifra»[4]. Onorato fa una colletta tra i doppiatori burloni e compra lo stesso paia di bretelle che l'indomani puntualmente indossa. Capecchi non crede ai suoi occhi quando scorge Glauco nella penombra della sala di doppiaggio, non resistendo a chiedergli dove le ha comprate. Onorato con aria di sufficienza gli risponde che a Porta Portese «te le buttano dietro, ahò»[5].
Il sodalizio con Bud Spencer
Diversi gli attori italiani doppiati da Glauco, ma Onoralo è soprattutto la voce di Bud Spencer (Carlo Pedersoli) in quasi tutti i film iniziando da La collina degli stivali dove Glauco ha anche una piccola parte nella quale si auto-doppia. Tra gli interpreti, Terence Hill (Mario Girotti), che ha la voce di Sergio Graziani. Nasce la coppia più comica del western all'italiana. Uno dei film più celebri, Lo chiamavano Trinità di E. B. Clucher (Enzo Barboni), dà definitivamente l'avvio al western farsesco. I film con Bud Spencer erano in genere girati in inglese, e venivano ridoppiati in italiano da doppiatori per rendere più neutra la pronuncia degli attori (che avevano frequentemente parlate dagli accenti locali), ritenuta più adeguata ad un pubblico nazionale. Ecco dunque che l'interpretazione di Onorato assume un carattere imprescindibile, poiché conferisce ai personaggi dello stesso Spencer una inconfondibile caratterizzazione che ha indubbiamente contribuito non poco al successo di quest'ultimo.
Doppiatore
Cinema
Film d'animazione
Film d'animazione
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Telefilm
Telefilm
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Pubblicità
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Cartoni animati
Cartoni animati
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Altre attività di doppiaggio
Direzione del doppiaggio
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Filmografia come attore
Cinema
- Spavaldi e innamorati , regia di Giuseppe Vari (1959)
- I baccanali di Tiberio , regia di Giorgio Simonelli (1960)
- Giacobbe, l'uomo che lottò con Dio , regia di Marcello Baldi (1963)
- Lo sceicco rosso , regia di Fernando Cerchio (1963)
- I tre volti della paura , episodio "I Wurdalak", regia di Mario Bava e Salvatore Billitteri (1963)
- Amori pericolosi , episodio "La ronda", regia di Carlo Lizzani (1964)
- Rivincita di Ivanhoe , regia di Tanio Boccia (1965)
- Le piacevoli notti , regia di Luciano Lucignani e Armando Crspino (1966)
- John il bastardo , regia di Armando Crispino (1967)
- La freccia nera , regia di Anton Giulio Majano (1968)
- Il magnifico Texano , regia di Luigi Capuano (1968)
- La collina degli stivali , regia di Giuseppe Colizzi (1969)
- I girasoli , regia di Vittorio De Sica (1970)
- Incontro , regia di Piero Schivazappa (1971)
- W Django! , regia di Edoardo Mulargia (1971)
- L'ultimo uomo di Sara , regia di Maria Virginia Onorato (1972)
- Troppo rischio per un uomo solo , regia di Luciano Ercoli (1973)
- Fra' Tazio da Velletri , regia di Romano Scandariato e, non accreditato, Joe D'Amato (1973)
- Le cinque giornate , regia di Dario Argento (1973)
- Wer stirbt schon gerne unter Palmen? , regia di Alfred Vohrer (1974)
- Colpita da improvviso benessere , regia di Franco Giraldi (1975)
- Carambola, filotto... tutti in buca , regia di Ferdinando Baldi (1975)
- Profondo Rosso , non accreditato, regia di Dario Argento (1975)
- Maria R. e gli angeli del Trastevere , regia di Elfriede Gaeng (1976)
- Il grande racket , regia di Enzo G. Castellari (1976)
- L'altra metà del cielo , regia di Franco Rossi (1977)
- Stringimi forte papà , regia di Michele Massimo Tarantini (1977)
- Poliziotto sprint , regia di Stelvio Massi (1977)
- Zucchero, miele e peperoncino , regia di Sergio Martino (1980)
- Stark System , regia di Armenia Balducci (1980)
- Il vizietto II , regia di Edouard Molinaro (1980)
- Chi nasce tondo , regia di Alessandro Valori (2008)
Televisione
- Una tragedia americana, regia di Anton Giulio Majano (1962)
- Il mondo è una prigione, regia di Vittorio Cottafavi (1962)
- Delitto e castigo, regia di Anton Giulio Majano (1963)
- La paura numero uno, regia di Eduardo De Filippo (1964)
- Bene mio core mio, regia di Eduardo De Filippo (1964)
- Mia famiglia, regia di Eduardo De Filippo (1964)
- Antonio e Cleopatra, regia di Vittorio Cottafavi (1965)
- Vita di Dante, regia di Vittorio Cottafavi (1965)
- Trampoli, regia di Caludio Fino (1966)
- Caravaggio, regia di Silverio Blasi (1967)
- I promessi sposi, regia di Sandro Bolchi (1967)
- Vita di Cavour, regia di Piero Schivazappa (1967)
- La Roma di Moravia, regia di Daniele D'Anza (1967)
- La freccia nera (6 episodi, 1968-1969)
- Il triangolo rosso (1 episodio, 1969)
- I fratelli Karamazov (2 episodi, 1969)
- Antonio Meucci cittadino toscano contro il monopolio Bell, regia di Daniele D'Anza (1970)
- La vita di Leonardo Da Vinci, regia di Renato Castellani (1971)
- Prima, durante e dopo la partita, regia di Gian Domenico Giagni (1972)
- Merkwürdige Lebensgeschichte des Friedrich Freiherrn von der Trenck (1973)
- Assunta Spina, regia di Carlo Di Stefano (1973)
- La porta sul buio (1 episodio, 1973)
- Nucleo centrale investigativo, regia di Vittorio Armentano (1974)
- L'assassinio dei fratelli Rosselli, regia di Silvio Maestranzi (1974)
- Canossa, regia di Silverio Blasi (1974)
- Processo per l'uccisione di Raffaele Sonzogno giornalista romano, regia di Alberto Negrin (1975)
- Dopo un lungo silenzio, regia di Piero Schivazappa (1978)
- L'étrange monsieur Duvallier (1 episodio, 1979)
- Bambole: scene di un delitto perfetto, regia di Alberto Negrin (1980)
- Parole e sangue, regia di Damiano Damiani (1982)
- I due prigionieri, regia di Anton Giulio Majano (1985)
- La grande cabriolé, regia di Nina Companéez (1989)
- Donne armate, regia di Sergio Corbucci (1990)
- I Dinosauri, (1991-1994)
- La Piovra 6 - L'ultimo segreto, regia di Luigi Perelli (1992)
- Tre passi nel delitto: Villa Maltraversi, regia di Fabrizio Laurenti (1993)
- Uno di noi, regia di Fabrizio Costa (1996)
- Don Matteo (1 episodio, 2000)
- Le ali della vita 2, regia di Stefano Reali (2001)
- Centovetrine, regia di Michele Ferrari e Pepi Romagnoli (2001)
- Sant'Antonio da Padova, regia di Umberto Marino (2002)
- Luisa Sanfelice, regia di Paolo e Vittorio Taviani (2004)
- Distretto di Polizia 5, regia di Lucio Gaudino (2005)
- I colori della vita, regia di Stefano Reali (2005)
- L'amore non basta, regia di Tiziana Aristarco (2005)
- A voce alta, regia di Vincenzo Verdecchi (2006)
- Questa è la mia terra, regia di Raffaele Mertes (2006)
- La princesa del poligono, regia di Rafael Montesinos (2007)
Note
- ↑ «Scompare Glauco Onorato, 'voce' italiana di "Terminator"». agi.it. URL consultato in data 01-01-2010.
- ↑ dove appare come attore al fianco dello stesso Bud Spencer, che poi doppierà con successo per quasi trent'anni
- ↑ G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 385
- ↑ G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 386
- ↑ ibidem