Il nome della rosa

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.


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Il nome della rosa (1986)
Der Name der Rose | Francia
regia di Jean-Jacques Annaud
130 min | colore | Thriller
una produzione Bernd Eichinger, Bernd Schaefers, Franco Cristaldi (co-produttore), Alexandre Mnouchkine (co-produttore), Pierre Hébey (produttore associato), Herman Weigel (produttore associato)
scritto da Andrew Birkin, Gérard Brach, Howard Franklin e Alain Godard]

soggetto Umberto Eco (dal romanzo omonimo)
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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori italiani
Doppiatori italiani
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Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: C.D.C.
Direzione del doppiaggio: Massimo Turci
Adattamento dialoghi italiani: Alberto Piferi
Assistente al doppiaggio: Giuliana Maroni
Fonico di doppiaggio: {{{fonicodoppiaggio}}}
Fonico di mix: Fausto Ancillai
Sonorizzazione: Fono Roma
Edizione italiana: Lillo Capoano, Aureliano Luppi
Supervisione artistica: {{{supervisioneartistica}}}
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Fotografia di Tonino Delli Colli
Musiche di James Horner
Effetti speciali a cura di '
Montaggio di Jane Seitz
Scenografie a cura di Dante Ferretti
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Premi:
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« Apprendi a mortificare il tuo intelletto! Piangi sulle ferite di Nostro Signore! E soprattutto getta tutti i tuoi libri! »
(Ubertino, fuggendo dall'abbazia)

Il nome della rosa (Der Name der Rose) è un film del 1986 diretto da Jean-Jacques Annaud, tratto dall'omonimo romanzo di Umberto Eco del 1980.

Il film ha vinto numerosi premi internazionali, tra cui quattro David di Donatello 1987.

Indice

Trama

La trama del film ricalca più o meno fedelmente la trama del romanzo. Nel 1327, alcuni terribili omicidi sconvolgono un'abbazia benedettina sperduta sui monti del Nord-Italia. Nel monastero dovrà svolgersi un importante concilio francescano a cui è chiamato a partecipare il dotto frate Guglielmo da Baskerville (Sean Connery). Nel contempo, l'abate affida a Guglielmo le indagini degli omicidi in virtù della sua esperienza di inquisitore, senza dimenticare le vociferazioni sull'Anticristo che da sempre circolano nell'abbazia. Il francescano, insieme al suo giovane novizio Adso da Melk (Christian Slater), si ritrova in un ambiente ostile, un'abbazia piena di libri e di cultura ma anche segreta e spaventosa, su cui dovrà indagare prima dell'arrivo della Santa Inquisizione.

Il film finisce poi con la voce del narratore che ricorda le parole che gli disse Guglielmo prima che si separassero: «Tu hai vissuto in questi giorni, mio povero ragazzo, una serie di avvenimenti in cui ogni retta regola sembrava essersi sciolta ma l'Anticristo può nascere dalla stessa pietà, dall'eccessivo amor di Dio o della verità come l'eretico nasce dal santo e l'indemoniato dal veggente e la verità si manifesta a tratti anche nell'errore del mondo così che dobbiamo decifrane i segni anche là dove ci appaiono oscuri e intessuti in una volontà del tutto intesa al male!».

Produzione

Dopo 5 anni di preparazione il film viene girato in 16 settimane fra gli studi di Cinecittà, i suggestivi ambienti del Monastero di Eberbach in Germania (l'abbazia del film) e la Rocca Calascio in Abruzzo . Fu distribuito in anteprima negli Stati Uniti il 24 settembre 1986, mentre in Italia giunse il 17 ottobre dello stesso anno.

Inizialmente il film doveva essere ambientato nella Sacra di San Michele (l'abbazia ispiratrice di Eco per il suo romanzo[1]), poi questa scelta venne reputata troppo dispendiosa dai produttori.[2]


Curiosità

  • Il regista impose a tutti gli attori la tonsura dei capelli, esattamente come usava allora tra i monaci: Franco Franchi, scritturato per il ruolo di Salvatore, rifiutò di sottoporvisi, e per questa ragione il ruolo andò all'allora sconosciuto Ron Perlman.
  • Il regista si convinse a scritturare Valentina Vargas nel ruolo della popolana "amante" di Adso dopo che, durante una cena in un ristorante per discutere del film, furono più volte interrotti da uomini che davano alla ragazza il loro numero di telefono.
  • Tra le comparse vi è un attore oggi noto: uno dei monaci è infatti interpretato dal comico Fabrizio Fontana. Kim Rossi Stuart non ha invece interpretato il ruolo di un novizio, come alcuni sostengono. A negarlo è stato lo stesso attore.
  • Helmut Qualtinger, che nella pellicola interpretava Remigio da Varagine, morì appena finite le riprese, per il peggioramento improvviso delle sue già precarie condizioni fisiche.
  • Il film ha detenuto il record d'ascolto di 14.672.000 telespettatori su Rai Uno per ben 13 anni, dal 1988 al 2001, quando fu trasmesso il film di Roberto Benigni La vita è bella, che registrò un dato d'ascolto di 16.080.000 telespettatori.

Note

  1. valsusainfo.it, Dario Reteuna
  2. Lettera di U.Eco al Rettore A.Salvatori, 20 febbraio 1995

Collegamenti esterni

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