Milano odia: la polizia non può sparare

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Ma Sacchi è anche ambizioso, e desidera diventare ricco e importante e far carriera nel mondo della malavita. Per ottenere questo, insieme a Carmine e Vittorio, decide di rapire Marilù, figlia del commendatore Porrino, il principale di Jole...
 
Ma Sacchi è anche ambizioso, e desidera diventare ricco e importante e far carriera nel mondo della malavita. Per ottenere questo, insieme a Carmine e Vittorio, decide di rapire Marilù, figlia del commendatore Porrino, il principale di Jole...
  
==Produzione==
 
===Regia===
 
Umberto Lenzi era reduce dai suoi [[Giallo all'italiana|gialli]] [[erotismo|erotici]], con protagonista [[Carroll Baker]], ma aveva intuito che il filone si stava esaurendo. [[Luciano Martino]], [[produttore]] fratello del [[regia cinematografica|regista]] [[Sergio Martino|Sergio]], cominciò a investire sul [[Film poliziottesco|poliziottesco]], genere che rispecchiava i tempi ([[terrorismo]], rapine, violenze sessuali), e commissionò una [[sceneggiatura]] a [[Ernesto Gastaldi]], proponendo a Lenzi di dirigere il film. Lenzi accettò e accentuò la connotazione sociale di Giulio Sacchi.
 
 
Lenzi si era già cimentato con il genere poliziottesco, nel [[1973]] diresse infatti ''[[Milano rovente]]'', ambientato nel mondo della [[prostituzione]].
 
 
===Cast===
 
Per interpretare la parte dei sequestratori furono scelti [[Richard Conte]] e Gino Santercole, mentre per la parte del commissario fu scelto Ray Lovelock.<ref name="dossierNOCTURNO"/> Mancava solo il ruolo del terzo sequestratore, fino a quando fu scelto Tomas Milian, che però quando lesse il copione scelse di interpretare Giulio Sacchi, il sadico protagonista. Così Ray Lovelock interpretò l'altro sequestratore, quello "buono", l'alter ego di Giulio Sacchi.<ref name="dossierNOCTURNO"/>
 
Henry Silva, inoltre, si ritrovò a interpretare il commissario, che fu il suo primo ruolo da "buono", dato che fino ad allora aveva interpretato sempre ruoli da antagonista.<ref name="dossierNOCTURNO"/>
 
 
===Riprese===
 
Il film fu girato a [[Milano]], [[Lugano]], [[Bergamo]] e [[Roma]] (gli interni).
 
 
Durante la lavorazione del film, per interpretare meglio il personaggio, Tomas Milian faceva uso di alcolici e stupefacenti, come ammesso da lui stesso.<ref name="dossierNOCTURNO"/>
 
  
 
==Considerazioni==
 
==Considerazioni==

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Milano odia: la polizia non può sparare (1974)
Milano odia: la polizia non può sparare | Italia
regia di Umberto Lenzi
100 min | colore | thriller

scritto da Ernesto Gastaldi

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Interpreti e personaggi
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori italiani
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Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: C.D. - Cooperativa Doppiatori
Direzione del doppiaggio: {{{direzionedoppiaggio}}}
Adattamento dialoghi italiani: {{{dialoghiitaliani}}}
Assistente al doppiaggio: {{{assistentedoppiaggio}}}
Fonico di doppiaggio: {{{fonicodoppiaggio}}}
Fonico di mix: Bruno Moreal
Sonorizzazione: N.C.
Edizione italiana: {{{edizioneitaliana}}}
Supervisione artistica: {{{supervisioneartistica}}}
Sincronizzazione: {{{sincronizzazione}}}
Fotografia di Federico Zanni
Musiche di Ennio Morricone
Effetti speciali a cura di Giuseppe Carozza
Montaggio di Daniele Alabisio
Scenografie a cura di {{{scenografo}}}
Premi:
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Fotografia di {{{nomefotografo}}}
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Scenografie a cura di {{{nomescenografo}}}
Premi:
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« Non dobbiamo dare l'impressione di avere fretta perché chi ha fretta ha paura... »
(Giulio Sacchi a Vittorio)

Milano odia: la polizia non può sparare è un film del 1974, diretto da Umberto Lenzi. È considerato uno dei più violent noir italiani.[1] Negli Stati Uniti uscì come Almost Human.

In Italia uscì l'8 agosto 1974,[2] mentre negli Stati Uniti uscì nel novembre 1975.[2]

Indice

Trama

Milano dei primi anni settanta Giulio Sacchi è un delinquente sadico, vigliacco e sessualmente ambiguo. Egli manda a monte una rapina, perché non riesce a mantenere i nervi saldi e uccide a bruciapelo un vigile urbano che vuole multarlo per divieto di sosta. Sacchi passa le giornate al bar, con i suoi amici Carmine e Vittorio, o con la fidanzata Jole, alla quale chiede continuamente dei soldi.

Ma Sacchi è anche ambizioso, e desidera diventare ricco e importante e far carriera nel mondo della malavita. Per ottenere questo, insieme a Carmine e Vittorio, decide di rapire Marilù, figlia del commendatore Porrino, il principale di Jole...


Considerazioni

Il film è considerato da molti un poliziottesco, ma in realtà i legami col genere allora emergente sono marginali: l'inseguimento iniziale e il commissario tutto d'un pezzo, dal volto inespressivo, interpretato da Silva, che però rimane in secondo piano. Il film ha anche echi horror, nella scena delle sevizie nella villa, ed è piuttosto un noir metropolitano.[3]

Il messaggio del film è considerato molto ambiguo, o addirittura nichilista, poiché sembra voler affermare che a violenza risponde necessariamente altra violenza. Allo stesso tempo nella scena finale del film la violenza sembra avere una valenza catartica, dove il pubblico trova una soluzione all'efferatezza della vicenda.[1]

Il film, inoltre, offre un disincantato ritratto dell'[talia degli anni settanta, lacerata da scontri di classe e pervasa da un clima di insicurezza e disordine. La figura del commissario Grandi, che, seguendo l'esempio di Clint Eastwood in Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo,[4] decide di fare giustizia fuori dalla legalità, pone l'accento sulla difficoltà che la polizia aveva in quegli anni nel fermare l'ondata di violenza, secondo una parte dell'opinione pubblica a causa di leggi troppo permissive e garantiste. Rimane celebre la frase pronunciata da Sacchi a tale proposito: "Per condannare qualcuno all' ergastolo ci vogliono prove alte come il grattacielo Pirelli". Anche su questo punto però il film è ambiguo, in quanto la figura del commissario, interpretato da Silva, non emerge chiaramente come quella dell'eroe, anche a causa dell'incisività con cui è rappresentato l'"antieroe" Sacchi.[4]

Collegamenti ad altre pellicole

Note

  1. 1,0 1,1 Manlio Gomarasca, Monnezza e i suoi fratelli. Guida al cinema poliziesco di Tomas Milian, Milano, Nocturno, 2005.
  2. 2,0 2,1 Date di uscita for Milano odia: la polizia non può sparare (1974). URL consultato il 12 gennaio 2008.
  3. Roberto Curti, Italia odia. Il cinema poliziesco italiano, Torino, Edizioni Lindau, 2006. ISBN 978-88-7180-586-3.
  4. 4,0 4,1 Paolo Mereghetti, Dizionario dei film 2006, Milano, Edizioni Baldini Castoldi Dalai, 2005. ISBN 88-8490-778-0.
  5. Mauro D'Avino, Lorenzo Rumori, Simone Pasquali, Roberto Giani e Andrea Martinenghi Milano, si gira!, 2012, Roma, Gremese. ISBN 9788884407450


Collegamenti esterni

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