Negli anni ottanta si avvicina al mondo del doppiaggio con il [[Gruppo Trenta]], in quella condizione assolutamente dissociata del doppiatore stesso: respirare con tempi degli altri, ma recitare nella maniera più naturale. Il doppiaggio per Danilo De Girolamo è un mestiere dove non ti puoi fermare a quello che sai e a quello che sei. A cosa serve un attore, spesso si domandava nei seminari che teneva nelle più prestigiose università italiane. La risposta è sempre una: riuscire a cambiare la vita dello spettatore, anche solo di un millimetro, anche inconsapevolmente, anche dopo molti anni.
Negli anni ottanta si avvicina al mondo del doppiaggio con il [[Gruppo Trenta]], in quella condizione assolutamente dissociata del doppiatore stesso: respirare con tempi degli altri, ma recitare nella maniera più naturale. Il doppiaggio per Danilo De Girolamo è un mestiere dove non ti puoi fermare a quello che sai e a quello che sei. A cosa serve un attore, spesso si domandava nei seminari che teneva nelle più prestigiose università italiane. La risposta è sempre una: riuscire a cambiare la vita dello spettatore, anche solo di un millimetro, anche inconsapevolmente, anche dopo molti anni.
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Docente di “Conformazione della parola” presso la Bottega Teatrale di Firenze dal 1986 e successivamente presso l'Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, il Teatro Bellini di Napoli, l'Accademia d'arte drammatica di Palmi e l'Accademia Europea di Cinema e Televisione, prima di specializzarsi in parti da caratterista e nella difficile arte del doppiaggio cantato per molti titoli Disney e di animazione, si cimenta in ''Macbeth'' nel ruolo di Malcom. Incontra così Shakespare come attore e Vittorio Gassman come aiuto regista.
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Docente di “Conformazione della parola” presso la Bottega Teatrale di Firenze dal 1986 e successivamente presso l'Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, il Teatro Bellini di Napoli, l'Accademia d'arte drammatica di Palmi e l'Accademia Europea di Cinema e Televisione, prima di specializzarsi in parti da caratterista e nella difficile arte del doppiaggio cantato per molti titoli Disney e di animazione, si cimenta in ''Macbeth'' nel ruolo di Malcom. Incontra così Shakespeare come attore e Vittorio Gassman come aiuto regista.
Sono esperienze che gli permettono negli anni che seguono di interpretare Amleto nel doppiaggio di Iain Glen in ''[[Rosencrantz e Guildenstern sono morti]]'' e successivamente [[Kenneth Branagh]] in ''[[Pene d'amor perdute]]'', dove è diretto da [[Francesco Vairano]]. Dal Teatro con T maiuscola al doppiaggio con la D maiuscola, riuscirà a portare ''Macbeth'' anche in televisione, con la regia di Marcello Aliprandi.
Sono esperienze che gli permettono negli anni che seguono di interpretare Amleto nel doppiaggio di Iain Glen in ''[[Rosencrantz e Guildenstern sono morti]]'' e successivamente [[Kenneth Branagh]] in ''[[Pene d'amor perdute]]'', dove è diretto da [[Francesco Vairano]]. Dal Teatro con T maiuscola al doppiaggio con la D maiuscola, riuscirà a portare ''Macbeth'' anche in televisione, con la regia di Marcello Aliprandi.
Romano di nascita, passa i primi anni a Torino. Il padre, pilota, viaggia per tutta Italia e il giovane Danilo non ha modo di frequentare una scuola di teatro, fino all'arrivo in Toscana. A Firenze entra a far parte del primo anno, il cosiddetto anno-zero, della Bottega Teatrale, una scuola di recitazione di eccellenza, dove tra i suoi insegnanti ha personalità artistiche ricchissime: Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Anthony Quinn, Adolfo Celi, Ettore Scola, Gigi Proietti.
Negli anni ottanta si avvicina al mondo del doppiaggio con il Gruppo Trenta, in quella condizione assolutamente dissociata del doppiatore stesso: respirare con tempi degli altri, ma recitare nella maniera più naturale. Il doppiaggio per Danilo De Girolamo è un mestiere dove non ti puoi fermare a quello che sai e a quello che sei. A cosa serve un attore, spesso si domandava nei seminari che teneva nelle più prestigiose università italiane. La risposta è sempre una: riuscire a cambiare la vita dello spettatore, anche solo di un millimetro, anche inconsapevolmente, anche dopo molti anni.
Docente di “Conformazione della parola” presso la Bottega Teatrale di Firenze dal 1986 e successivamente presso l'Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, il Teatro Bellini di Napoli, l'Accademia d'arte drammatica di Palmi e l'Accademia Europea di Cinema e Televisione, prima di specializzarsi in parti da caratterista e nella difficile arte del doppiaggio cantato per molti titoli Disney e di animazione, si cimenta in Macbeth nel ruolo di Malcom. Incontra così Shakespeare come attore e Vittorio Gassman come aiuto regista. Sono esperienze che gli permettono negli anni che seguono di interpretare Amleto nel doppiaggio di Iain Glen in Rosencrantz e Guildenstern sono morti e successivamente Kenneth Branagh in Pene d'amor perdute, dove è diretto da Francesco Vairano. Dal Teatro con T maiuscola al doppiaggio con la D maiuscola, riuscirà a portare Macbeth anche in televisione, con la regia di Marcello Aliprandi.
La grande stima dei colleghi e nell'ambiente del doppiaggio gli era valsa dal 2004 l'importante carica di presidente dell'A.N.A.D. - Associazione Nazionale Attori Doppiatori, che ricopre negli anni sempre al servizio della categoria e portando avanti battaglie importanti - come la fondazione del nuovo IMAIE - per il giusto riconoscimento del mestiere del doppiaggio, un mestiere fatto di bulloni, ma "bulloni ognuno diverso da un altro", dei pezzi di un ingranaggio, ma unici.
Amante incondizionato degli animali come amava puntualizzare, ma soprattutto della musica: il suo grande sogno si avvera una sera, quando conosce nel backstage di uno dei concerti la cantante Giorgia, alla quale negli anni lo legherà un sincero sentimento di stima e amicizia. Un sogno iniziato a Firenze tanti anni prima, all'insegna del comandamento del "Mattatore" e maestro: «massimo controllo, massimo abbandono», la condizione schizofrenica e patologica che l'attore deve adottare perché la sua professione abbia un senso.