Amarcord

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.


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Amarcord (1973)
Amarcord | Italia
regia di Federico Fellini
127 min | colore | drammatico, commedia, fantastico
una produzione Franco Cristaldi
scritto da Federico Fellini, Tonino Guerra

soggetto Federico Fellini, Tonino Guerra
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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori italiani

fonte: T. Sanguineti, G. Di Cola - "Voci del varietà / Federico delle voci - I direttori di doppiaggio di Fellini"

Doppiatori italiani
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Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: CVD
Direzione del doppiaggio: Mario Maldesi
Adattamento dialoghi italiani: {{{dialoghiitaliani}}}
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Fotografia di Giuseppe Rotunno
Musiche di Nino Rota
Effetti speciali a cura di Adriano Pischiutta
Montaggio di Ruggero Mastroianni
Scenografie a cura di Danilo Donati
Premi:
* Oscar3.png Premi Oscar 1975: miglior film straniero
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Premi:
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Amarcord è un film del 1973 diretto da Federico Fellini.

La notorietà di questo film è tale che lo stesso titolo "Amarcord" (derivante per composizione dall'espressione in dialetto romagnolo "a m'arcord", ossia "io mi ricordo") è diventato un neologismo della lingua italiana, con il significato di "rievocazione in chiave nostalgica" (Tonino Guerra, co-autore della sceneggiatura, racconta che il titolo nasce però dall'amaro Cora, "comanda" dei ricchi entrando al bar[3]).

Il film è stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes 1974.[4] La locandina e i titoli di testa sono opera del grafico statunitense John Alcorn.

Il film uscì nelle sale il 13 dicembre 1973, con il divieto di visione ai minori di anni 14.

Indice

Trama

La vicenda, ambientata dall'inizio della primavera del 1932 all'inizio della primavera del 1933 (riferimento certo visto la corsa della VII edizione della Mille Miglia), in una Rimini onirica ricostruita a Cinecittà, come la ricordava Fellini in sogno, narra la vita nell'antico borgo (o e' borg, come a Rimini conoscono il quartiere di San Giuliano) e dei suoi più o meno particolari abitanti: le feste paesane, le adunate del "Sabato fascista", la scuola, i signori di città, i negozianti, il suonatore cieco, la donna procace ma un po' attempata alla ricerca di un marito, il venditore ambulante, il matto, l'avvocato, quella che va con tutti, la tabaccaia dalle forme giunoniche, i professori di liceo, i fascisti, gli antifascisti e il magico conte di Lovignano, ma soprattutto i giovani del paese; adolescenti presi da una prepotente "esplosione sessuale"...

Amarcord e l'elemento autobiografico

Amarcord è senza dubbio il più autobiografico dei film del regista riminese: il titolo stesso è un'affermazione e una conferma di ciò, "a m'arcord", "mi ricordo" ed è proprio questo che Fellini ricorda attraverso gli occhi del suo alter ego (che per una volta non è Mastroianni ma Titta, ossia Bruno Zanin), il suo paese, la sua giovinezza, i suoi amici e tutte le figure che gli giravano attorno.

L'elemento autobiografico nell'arte di Fellini, comunque, è senza dubbio quello preponderante, basti pensare a Intervista, Roma ed a I Vitelloni: quest'ultimo caso, può essere considerato il "seguito" di Amarcord: i ragazzi sono cresciuti, i problemi sono altri, ma possiamo sempre riconoscere in Moraldo, il giovane che alla fine del film abbandona il paese natale per andare a vivere in una grande città, il giovane Fellini, che abbandona Rimini verso Roma. Un'ulteriore vena di "passato" la troviamo nelle musiche del maestro Nino Rota: musiche dolci, leggere come i ricordi che accompagnano e mostrano agli occhi degli spettatori.

Il ritorno di Fellini in Romagna si celebra dunque attraverso i piccoli accadimenti di una Rimini in pieno trionfalismo fascista tutt'altro che esaltato. Il ventaglio di una vita si apre nella coralità di un'opera degna del miglior Fellini, non a caso premiato con l'Oscar. Grazie alla collaborazione dello scrittore Tonino Guerra, davanti agli occhi dello spettatore sfila una ricchezza tale di volti e luoghi, divertimenti e finezze, malinconie e suggestioni, da far apprezzare il film a tutto il mondo. Attraverso i toni della commedia venata di malinconia, Amarcord distilla generosamente umori e sensazioni. Tutto ciò è riconoscibile nel film ma, come sottolinea Mario Del Vecchio, è la sostanza poetica che salta agli occhi. I protagonisti di Amarcord, e soprattutto le figure di contorno, non solo sono caricature di altrettante persone colte in un particolare momento storico; piuttosto, sono tipi universali, che vanno oltre la dimensione temporale per diventare immortali come, appunto, la poesia.

Altri interpreti e personaggi

In una particolare scena si nota un carabiniere interpretato da Ciccio Ingrassia (che nel film recita il ruolo di Teo). Il Principe Umberto, sedotto dalla Gradisca, era l'efebico caratterista Marcello Di Falco, poi Marcella Di Folco.

Il ruolo della Gradisca era stato inizialmente affidato ad Edwige Fenech, ma poco prima di firmare il contratto Fellini cambiò idea, perché secondo lui Edwige, nonostante la ben nota procacità, era "troppo magra". L'attrice non riusciva a prendere chili, e quindi Fellini scelse Magali Noël, che aveva una fisicità più prorompente, ed era di 16 anni più grande.

Nella scena del lancio di palle di neve, compare tra i bambini il futuro cantante Eros Ramazzotti. Gli amici ed Oliva, il fratello di Titta, sono interpretati infatti da comparse prese tra i ragazzi del quartiere Cinecittà.

Dante Cleri, Francesco Di Giacomo, Donatella Gambini, Franco Magno e Alvaro Vitali erano già presenti in Roma, film di Fellini precedente a questo.

Note

  1. (con il nome Magali' Noel)
  2. (con il nome Marcello Di Falco)
  3. (IT) Guerra Amarcord. repubblica.it. URL consultato il 20 dicembre 2011.
  4. (EN) Official Selection 1974. festival-cannes.fr. URL consultato il 18 giugno 2011.

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