Le notti di Cabiria

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.


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Le notti di Cabiria (1957)
{{{titolooriginale}}} | Italia
regia di Federico Fellini
110 min | B/N | drammatico
una produzione Dino De Laurentiis
scritto da Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Pier Paolo Pasolini

soggetto Federico Fellini
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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori italiani

fonte: T. Sanguineti, G. Di Cola - "Voci del varietà / Federico delle voci - I direttori di doppiaggio di Fellini"

Doppiatori italiani
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Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: CID
Direzione del doppiaggio: Franco Rossi
Adattamento dialoghi italiani: {{{dialoghiitaliani}}}
Assistente al doppiaggio: Mario Maldesi
Fonico di doppiaggio: {{{fonicodoppiaggio}}}
Fonico di mix: {{{fonicomix}}}
Sonorizzazione: {{{sonorizzazione}}}
Edizione italiana: {{{edizioneitaliana}}}
Supervisione artistica: Federico Fellini
Sincronizzazione: {{{sincronizzazione}}}
Fotografia di Aldo Tonti
Musiche di Nino Rota, Bonagura
Effetti speciali a cura di {{{effettispeciali}}}
Montaggio di Leo Cattozzo
Scenografie a cura di Piero Gherardi
Fotografia di {{{nomefotografo}}}
Musiche di {{{nomemusicista}}}
Effetti speciali a cura di {{{nomeeffettispeciali}}}
Montaggio di {{{nomemontatore}}}
Scenografie a cura di {{{nomescenografo}}}
Premi:
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Le notti di Cabiria è un film drammatico del 1957 diretto da Federico Fellini, vincitore dell'Oscar al miglior film straniero.

Indice

Trama

Cabiria è una giovane donna arrivata a fare il mestiere più antico del mondo perché deve sopravvivere alla miseria che l'ha afflitta per tutta la vita. In realtà non ha niente della classica "battona" romana di cui Fellini ci dà una rassegna nella scena della "Passeggiata archeologica", uno dei consueti luoghi di raccolta delle prostitute romane.[2]

Cabiria si riconosce come prostituta perché così vuole essere ma è una gracile donnina con una pelliccetta spelacchiata, un visino tondo dagli occhi spalancati, una zazzeretta da clown che le incornicia il volto, con una borsetta che agita nel vuoto per darsi un contegno: è insomma una caricatura di quelle che Fellini disegnava nel progettare i suoi film; si potrebbe dire quasi che Cabiria è una maschera della Commedia dell'Arte.[3] Una figurina che messa a confronto con la sua amica Wanda, questa sì il prototipo della classica, materna, monumentale "battona" romana, rivela tutta la sua incongruenza con il mestiere che Cabiria ha scelto di fare.[4]

La critica

  • Morando Morandini ne La Notte del 10 ottobre 1957 osserva come il film possa apparire frammentato nel susseguirsi degli episodi della vita di Cabiria. In realtà sono legati da una solida struttura narrativa il cui centro è nel personaggio principale. Il film è come «una sinfonia in cui i diversi tempi, gli episodi, si allacciano l'uno all'altro, distaccati ma complementari, per analogia o per contrasto tutti convergenti» nella caratterizzazione della protagonista che tutti li armonizza nella drammaticità del suo destino.

Note

  1. rettore del Divino Amore, parzialmente doppiato - fonte: T. Sanguineti, G. Di Cola - "Voci del varietà / Federico delle voci - I direttori di doppiaggio di Fellini"
  2. Da François Truffaut, I film della mia vita, Milano, Edizioni CDE, 1975
  3. Georges Sadoul in Mymovies.it
  4. Da André Bazin, Che cosa è il cinema?, Garzanti, Milano, 1999

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