{{quote|Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile quello con la pistola è un uomo morto.|[[Gian Maria Volontè]] doppiato da [[Nando Gazzolo]] in ''[[Per un pugno di dollari]]'' nel 1964.}}
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Figlio dell’attore e doppiatore [[Lauro Gazzolo]] e dell’annunciatrice Aida Ottaviani Piccolo,annunciatrice all'EIAR di Milano, padre di [[Matteo Gazzolo|Matteo]], anche lui attore.<br />
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Figlio dell’attore e doppiatore [[Lauro Gazzolo]] e dell’annunciatrice Aida Ottaviani Piccolo, annunciatrice all'EIAR di Milano, padre di [[Matteo Gazzolo|Matteo]], anche lui attore.<br />
==Dal teatro alla televisione==
==Dal teatro alla televisione==
Versione delle 21:54, 30 ott 2011
«Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile quello con la pistola è un uomo morto.»
Figlio dell’attore e doppiatore Lauro Gazzolo e dell’annunciatrice Aida Ottaviani Piccolo, annunciatrice all'EIAR di Milano, padre di Matteo, anche lui attore.
Esordisce giovanissimo come attore radiofonico e debutta sulle scene nel 1948 con Antonio Gandusio in Gente magnifica di Saroyan. Attor giovane nella compagnia di Tatiana Pavlova, dove si fa apprezzare specialmente in Mulatto di Hugues, entra in quella di Renzo Ricci e Eva Magni, affermandosi definitivamente, grazie ad un grande temperamento artistico, in Antonio e Cleopatra (1951) nel ruolo di Ottaviano[1]. Passa poi alla compagnia del Teatro d'Arte Italiano con Luigi Squarzina e Vittorio Gassman, accanto al quale recita, nella parte di Orazio, in Amleto (1952). Recita successivamente con Laura Adani e Memo Benassi in La dodicesima notte (1953) nel ruolo di Orsino; al Teatro della Cometa di Roma in La guerra di Troia non si farà (1961) di Giradeaux; al Teatro Stabile di Roma in Il mercante di Venezia (1966) nel ruolo di Bassanio. Spiccano inoltre le sue partecipazioni a spettacoli come Racconto d'inverno (1953), Anfitrione di cui è protagonista, Biederman e gli incendiari di Frisch (1965); Nel 46 di Pasolini, ancora nel ruolo principale.
Gazzolo si dedica dal 1957 ad un intensa attività televisiva prestando la sua calda voce, dalla dizione perfetta, e la sua notevole presenza scenica, unita ad una notevole telegenia, a personaggi, spesso alteri e freddi, di molti sceneggiati degli anni sessanta e settanta. È il duca di Vallombrosa in Capitan Fracassa (1958), Freddie Hamson ne La cittadella (1964), Colline in Ultima bohème (1964), Andrej Stolz in Oblomov (1966), Dobbin in La fiera delle vanità (1967) e, nel 1968, il ruolo di Sherlock Holmes nello sceneggiato omonimo. Diretto da Edmo Fenoglio, Gazzolo ricopre nel 1971 il ruolo di Thomas nello sceneggiato televisivo I Buddenbrook e presta la sua bella voce di narratore ne Il mulino del Po. Ma la grande popolarità televisiva gli deriva da Carosello di cui è stato protagonista dal 1965 al 1976 come testimonial dell Amaretto di Saranno, sorseggiando il quale declama testi classici[2].
Negli anni sessanta Gazzolo si dedica con particolare attenzione all'attività da cui riesce a trarre maggiori gratificazioni economiche, il doppiaggio, grazie al quale presta la sua voce ben impostata ad alcuni dei più popolari attori cinematografici italiani e stranieri[3]. Nella CDC Nando è attivo dagli inizi degli anni cinquanta. Alla fine dello stesso decennio è già uno degli attori più significativi per la sua bella voce e le notevoli doti recitative. Gazzolo inoltre è spesso voce narrante.
Dal 2002 lavora alla realizzazione di una collana di CD contenente una vasta selezione di brani di prosa e poesia. Tra i lavori più recenti a teatro, Sul lago dorato di Ernest Thompson nel 2003, Servo di scena di Ronald Harwood nel 2006 e Il burbero benefico nel 2007.