Il generale Della Rovere

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Il generale Della Rovere (1959)
Il generale Della Rovere | Italia
regia di Roberto Rossellini
138 min (prima versione proiettata al Festival di Venezia)
132 min (versione cinematografica) | B/N | drammatico

scritto da Indro Montanelli, Sergio Amidei e Diego Fabbri

soggetto Indro Montanelli, Sergio Amidei e Diego Fabbri
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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Doppiatori italiani
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Fotografia di Carlo Carlini
Musiche di Renzo Rossellini
Effetti speciali a cura di '
Montaggio di Cesare Cavagna e Anna Maria Montanari
Scenografie a cura di Piero Zuffi
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Premi:
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« Quando non sai la via del dovere, scegli la più difficile »
(dalla lettera della moglie del generale)

Il generale Della Rovere è un film del 1959 diretto da Roberto Rossellini, realizzato su un soggetto di Indro Montanelli, dalla rielaborazione del quale prese forma l'omonimo romanzo[1].

Indice

Trama

Genova, 1944. Emanuele Bardone è un truffatore, amante del gioco e delle donne. Con la complicità di un sottufficiale tedesco, estorce denaro ai familiari dei detenuti politici, millantando conoscenze influenti presso le autorità nazifasciste e promettendo, in cambio dei soldi, l'interessamento delle autorità per una favorevole soluzione dei loro casi. Con tale attività illecita si procura il denaro per il gioco d'azzardo, che lo divora.
Quando le cose vanno male ricorre a Valeria, una ballerina con la quale vive, per avere prestiti o oggetti da impegnare. Un giorno però il suo gioco viene scoperto. Una donna, a cui Bardone aveva chiesto denaro per intercedere a favore del marito, viene a conoscenza che il marito è già stato fucilato e lo denuncia alle autorità. Bardone, una volta arrestato, per alleggerire la sua grave posizione accetta di collaborare con il colonnello Müller, da lui conosciuto casualmente qualche giorno prima, il quale, riscontrata la sua abilità nell'ingannare le persone, gli propone di assumere l'identità del generale Giovanni Braccioforte Della Rovere, un importante ufficiale badogliano, ucciso per errore dai soldati tedeschi che, non avendolo riconosciuto, non hanno rispettato la consegna di catturarlo vivo...

Doppiaggio italiano

Nella sua analisi del film, Eckhard Schleifer ha messo in rilievo come il doppiaggio tedesco abbia voluto evitare ogni possibile shock al pubblico tedesco, anche a costo di stravolgere il testo della versione italiana e di produrre grottesche incongruenze tra la parola e il gesto. Ricorda ad esempio come Bardone, per vendere un anello, dica che è appartenuto non già a una "... ebrea, la quale è costretta a venderlo" (VO), ma a una "nobildonna" (VS); in un altro esempio rileva la scena di un soldato che leva il braccio nel saluto hitleriano e che, invece di proferire "Heil Hitler" come logicamente accade nella VO, dice "Nulla da segnalare!" (VS), dicendo così parole totalmente assurde in quel contesto. [2][3].

Curiosità

  • Nel ruolo di aiuto-regista lavorarono alla realizzazione del film i futuri registi Tinto Brass e Ruggero Deodato.
  • È il primo film italiano in cui si utilizza lo zoom, che poi lo stesso Rossellini userà nelle sue produzioni, soprattutto televisive[4]

Note

  1. Igor Principe, Montanelli portò la storia anche nel cinema
  2. https://www.openstarts.units.it/dspace/bitstream/10077/9217/1/Rega.pdf
  3. Schleifer Eckhard (1994): Vom Umgang mit Filmen - Il generale della Rovere von Roberto Rossellini, in "KINEMA kommunal" - Zeitschrift für Arbeitsgruppe für Kommunale Filmarbeit", Nr. 3.
  4. Adriano Aprà, La verità della finzione. Testo allegato al DVD "Il generale della Rovere".

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