Gianni Musy

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[[Immagine:Giannimusy-3.jpg|250px|thumb|right|Gianni Musy in sala di doppiaggio<br /><small>© Foto [http://www.flickr.com/photos/quivalen/ flickr.com/photos/quivalen]</small>
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Già attivo nel doppiaggio de ''[[La dolce vita]]'' (1960) sul volto di [[Walter Santesso]] (Paparazzo),  Gianni Musy viene chiamato per il provino de ''[[Italiani brava gente (film 1965)|Italiani brava gente]]'' (1965) di [[Giuseppe De Santis]], dove è chiamato a doppiare in romanesco il milanese [[Raffaele Pisu]]. Musy, romano d'adozione e conoscitore di diversi dialetti, vince il provino a discapito dei colleghi [[Giancarlo Sbragia]] e [[Paolo Ferrari]] e valorizza particolarmente l'interpretazione di Pisu, tanto da riceverne i complimenti da questi in persona.<br />
 
Già attivo nel doppiaggio de ''[[La dolce vita]]'' (1960) sul volto di [[Walter Santesso]] (Paparazzo),  Gianni Musy viene chiamato per il provino de ''[[Italiani brava gente (film 1965)|Italiani brava gente]]'' (1965) di [[Giuseppe De Santis]], dove è chiamato a doppiare in romanesco il milanese [[Raffaele Pisu]]. Musy, romano d'adozione e conoscitore di diversi dialetti, vince il provino a discapito dei colleghi [[Giancarlo Sbragia]] e [[Paolo Ferrari]] e valorizza particolarmente l'interpretazione di Pisu, tanto da riceverne i complimenti da questi in persona.<br />
 
Il rapporto con [[Federico Fellini]] (per il quale ne ''[[La voce della Luna]]'' (1990) doppierà vari personaggi in vari dialetti) e il doppiaggio prosegue stabilmente: nel [[1964]] paradossalmente viene però doppiato da [[Renzo Palmer]] in ''[[7-9-18 da Parigi un cadavere per Rocky]]'', diretto da [[Georges Lautner]] e con [[Michel Serrault]], [[Mireille Darc]] e [[Louis de Funès]]. Seppur amareggiato, l'episodio gli darà l'opportunità di incontrare la grande direttrice di doppiaggio [[Fede Arnaud]], che anni dopo seguirà alla [[S.A.S. - Società Attori Sincronizzatori]], società dove diverrà - per un breve periodo - anche direttore di doppiaggio, su nomina dell'allora presidente [[Anton Giulio Majano]].
 
Il rapporto con [[Federico Fellini]] (per il quale ne ''[[La voce della Luna]]'' (1990) doppierà vari personaggi in vari dialetti) e il doppiaggio prosegue stabilmente: nel [[1964]] paradossalmente viene però doppiato da [[Renzo Palmer]] in ''[[7-9-18 da Parigi un cadavere per Rocky]]'', diretto da [[Georges Lautner]] e con [[Michel Serrault]], [[Mireille Darc]] e [[Louis de Funès]]. Seppur amareggiato, l'episodio gli darà l'opportunità di incontrare la grande direttrice di doppiaggio [[Fede Arnaud]], che anni dopo seguirà alla [[S.A.S. - Società Attori Sincronizzatori]], società dove diverrà - per un breve periodo - anche direttore di doppiaggio, su nomina dell'allora presidente [[Anton Giulio Majano]].

Versione delle 17:15, 1 set 2011

(Gianni Musy doppia Ian McKellen nel film Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello, nel 2001 )

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Gianni Musy


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Giovanni Musy, a volte indicato con lo pseudonimo di Gianni Glori (o italianizzato in Gianni Musi) (Milano, 3 agosto 1931), è un attore, doppiatore e paroliere italiano.


Figlio degli attori Enrico Glori e Gianna Pacetti, padre delle attrici e doppiatrici Stella e Mascia Musy.

Poesia autografata di Gianni Musy, con dedica allo storico del doppiaggio Gerardo Di Cola

Indice

Il talento nell'arte e il primo incontro con il mondo dello spettacolo

Discendente dall'importante casato francese dei Musy insediatosi a Napoli, è di origine fiorentina e nasce curiosamente nello stesso giorno e alla stessa ora del padre, Enrico Musy, un famoso attore di teatro, cinema e televisione. Enrico, costretto dal padre - importante Presidente di Corte di Cassazione e contrario alla carriera artistica per i suoi figli- ad adottare il nome d'arte di "Enrico Glori", é tra gli attori più presenti negli sceneggiati televisivi della neonata televisione; memorabile rimane la caratterizzazione che propone del personaggio crudele di Arturo Gride, cinico usuraio in Le avventure di Nicola Nickleby (1959) di Daniele D'Anza. Anche la madre di Gianni, Gianna Pacetti, é un'affermata attrice, che per quattordici anni reciterà con Ruggero Ruggeri[1].

Il richiamo del palcoscenico per il giovane Gianni, quindi, non poteva non farsi sentire. Abbandona gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Roma e decide di dedicarsi totalmente alla recitazione. Si presenta alla Lux Film e Luigi Zampa decide di prenderlo per la parte del figlio di Anna Magnani ne L'onorevole Angelina (1947). Di questa esperienza Musy ricorderà sempre l'episodio in cui la Magnani, dovendo girare una scena che prevedeva due sonori ceffoni al figlio sedicenne, lo avvisò dicendogli: «A regazzì, e io mo du' sberle te e' devo dà. Statte attento e nun te move!»[2].
Entra così nelle più importanti compagnie di teatro dagli anni '50 in poi. Nel cinema, dove ha esordito giovanissimo in Oro nero nel 1942, é diretto dai maggiori registi italiani, recitando con tutti i più grandi attori, tra i quali Eduardo De Filippo, Anna Magnani e Totò, che curiosamente sul set laconicamente gli chiedeva «Guagliò, tu ca' si giovane, spiegami perché quando lanciano la bomba atomica l’uommene cascano 'n terra e l’ombra resta 'n faccia 'o muro»[3].
Come per il padre, rimane memorabile la caratterizzazione del personaggio di Will "Senzalegge" in La freccia nera (1968) che Gianni propone per l'ormai matura televisione, dove é diretto dal padre degli sceneggiati, Anton Giulio Majano. Per la sua interpretazione di Tommaso Buscetta nel film Giovanni Falcone (1993) di Giuseppe Ferrara è stato candidato al Nastro d'Argento per il miglior attore non protagonista.

Un maestro del doppiaggio e un artista a tutto tondo

Gianni Musy in sala di doppiaggio
© Foto flickr.com/photos/quivalen

Già attivo nel doppiaggio de La dolce vita (1960) sul volto di Walter Santesso (Paparazzo), Gianni Musy viene chiamato per il provino de Italiani brava gente (1965) di Giuseppe De Santis, dove è chiamato a doppiare in romanesco il milanese Raffaele Pisu. Musy, romano d'adozione e conoscitore di diversi dialetti, vince il provino a discapito dei colleghi Giancarlo Sbragia e Paolo Ferrari e valorizza particolarmente l'interpretazione di Pisu, tanto da riceverne i complimenti da questi in persona.
Il rapporto con Federico Fellini (per il quale ne La voce della Luna (1990) doppierà vari personaggi in vari dialetti) e il doppiaggio prosegue stabilmente: nel 1964 paradossalmente viene però doppiato da Renzo Palmer in 7-9-18 da Parigi un cadavere per Rocky, diretto da Georges Lautner e con Michel Serrault, Mireille Darc e Louis de Funès. Seppur amareggiato, l'episodio gli darà l'opportunità di incontrare la grande direttrice di doppiaggio Fede Arnaud, che anni dopo seguirà alla S.A.S. - Società Attori Sincronizzatori, società dove diverrà - per un breve periodo - anche direttore di doppiaggio, su nomina dell'allora presidente Anton Giulio Majano.

Significativa è la sua candidatura al David di Donatello per il doppiaggio di John Gielgud ne L'ultima tempesta (1991), dove interpreta Prospero e vari altri personaggi. Un doppiaggio significativo e, a detta di Musy stesso, il più impegnativo della sua carriera[4]. Tra le ultime interpretazioni il giovane pubblico lo ricorda per quelle di Gandalf nella trilogia de Il signore degli anelli e di Albus Silente nella saga di Harry Potter. Nel 2002 ha dato voce a Richard Harris nella toccante e ultima interpretazione dell'attore in San Giovanni - L'apocalisse.

L'essere artista di Gianni Musy non si limita ad ogni modo solo alla recitazione, ma si misura anche con la pittura, la poesia e, soprattutto, la scultura.

Doppiatore

Cinema

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Film Cinema
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Film d'animazione

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Film d'animazione
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Film TV

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Film TV e Miniserie
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Telefilm

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Telefilm
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Pubblicità

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  • Spot Reale Mutua Assicurazioni
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Radio

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Radio
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  • Sceneggiato: I tre moschettieri (Radio2 Rai, 2004), nel ruolo del cardinale Richelieu
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Cartoni animati

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Cartoni animati
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Attore

Cinema

Televisione

Speaker:

  • Rubrica: Movies 100 (Studio Universal, 2005/06), voce di Richard Harris

Teatro

  • Le Troiane, di Euripide (al Teatro Greco di Siracusa, estate 1974), nel ruolo di Menelao, con Lucia Catullo

Note

  1. Videointervista a Gianni Musy (2011), di Andrea Razza
  2. ibidem
  3. ibidem
  4. ibidem

Collegamenti esterni



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