Storia del doppiaggio: Il periodo pionieristico

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia del doppiaggio.

Scheda a cura di Gerardo di Cola

Indice

Il primo film doppiato interamente in italiano

Stanlio (Stan Laurel) e Ollio (Oliver Hardy) mentre leggono le battute da recitare in italiano nel film Muraglie (1931) di James Parrot e prodotto per la MGM da Hal Roch

I dirigenti della Metro Goldwyn Mayer dopo l'insuccesso di Luigi La Volpe, ritentano la strada della versione multipla con Il grande sentiero, ma si rendono conto, anche per le notizie che arrivano da Joinville, che il metodo non reggerà a lungo[1]. Provano, allora, a far parlare in italiano gli stessi attori americani, anche se solo per qualche battuta, ritenendo in questo modo di attenuare l'insoddisfazione che lascia un film sonoro privato totalmente del parlato. Il metodo consiste nello scrivere in italiano, su di una lavagna posizionata di fianco alla macchina da presa, poche battute che vengono lette dal "divo straniero" di turno[2]. Così, per la prima volta, si ha l'opportunità di ascoltare anche in Italia la voce di Greta Garbo che in Anna Christie e Romanzo (entrambi proposti nel 1930 ammutoliti eccetto due brevi sequenze) con voce soffice e profonda manda un segnale flebile, ma forte, delle potenzialità del sonoro che non può, però, ridursi a poche battute lette frettolosamente in un italiano improbabile. La Metro pretende anche da Stan Laurel (Stanlio) e Oliver Hardy (Ollio) di recitare in italiano in Muraglie nella versione proiettata in Italia a partire dal novembre 1931. I due grandi comici tentano di leggere le battute scritte in italiano su una lavagna, ma, loro malgrado e involontariamente, storpiano le parole, creando quella caratteristica parlata che in seguito sarà copiata dai loro primi doppiatori, Carlo Cassola, voce di Stanlio e Paolo Canali, voce di Olio.

Intanto la 20th Century Fox continua la sperimentazione del doppiaggio, il nuovo sistema di sonorizzazione che permette la sostituzione del parlato. Dopo un primo periodo di incertezza, nel quale è doppiato Maritati a Hollywood (1929) di David Butler e Marcel Silver, il nuovo metodo appare ai dirigenti della Fox, a differenza di tutti gli altri, quello con le maggiori potenzialità per il futuro. Incoraggiati dalla presenza nella società di Louis Loeffler e grazie alla collaborazione dell'attore Augusto Galli, un mantovano nato il 1° maggio del 1902 ma residente in USA dal 1922, la Fox impianta il primo stabilimento di doppiaggio della storiaa, affidandone la direzione ad un altro oriundo italiano, Frank Puglia. Puglia, che è nato a Catania il 19 marzo del 1892, chiama tutti gli attori de II grande sentiero. Questi attori, che ormai da anni vivono la loro esperienza artistica lontano dall'Italia, si ritrovano ad avere la possibilità, insperata, di riaffacciarsi come voci nei teatri e nei cinema italiani.

II primo film totalmente doppiato in italiano è Tu che mi accusi (1930) di Victor Fleming. L'attore-doppiatore principale del gruppo è il siciliano Franco Corsaro. Altri esponenti di spicco sono il veneziano Agostino Borgato, nato nel 1869, i napoletani Guido Trento e Fred Malatesta, Luisa Caselotti che diventerà la moglie dell'impresario americano di Maria Callas. Gli avvenimenti, in rapida evoluzione, richiedono decisioni rapide e scelte sicure per proiettarsi stabilmente nel futuro[3].

Dall'Europa rimbalza la notizia che la Paramount va trasformando parte della struttura di Joinville in funzione del doppiaggio, mentre la Warner Bros e la RKO, che hanno problemi di ristrutturazione interna, preferiscono aspettare gli eventi. In attesa sono anche le case meno importanti come la Columbia, l'Universal e la United Artists La Metro non può più permettersi di sperimentare. Decide anch'essa di giocare la carta del doppiaggio per la produzione da esportare in Italia e, com'è suo costume, inizia alla grande[4]. L'anno 1930 sta per concludersi. II primo direttore è l'italiano Carlo Boeuf, sostituito, dopo qualche tempo, dal regista Goffredo Alessandrini, chiamato appositamente ad Hollywood dopo il notevole successo in Italia del suo film d'esordio, La segretaria privata (1931), con Elsa Merlini, Nino Besozzi, Sergio Tofano. Alessandrini, che è stato assistente di Alessandro Blasetti nei film Sole del 1929 e Terra madre del 1930, trova degli attori già ben affiatati i quali lasciano il primo segno importante nella storia del doppiaggi. Direttore artistico e doppiatore è l'attore triestino Francesco Maran. Le attrici sono Francesca Braggiotti, toscana di origine, che è la prima doppiatrice di Greta Garbo nei film Cortigiana e La modella, proiettati in Italia nel 1931, Argentina Ferrau e Rosina Fiorini Galli, la prima voce di Joan Crawford e moglie di Augusto Galli.

I pionieri del doppiaggio italiano: Mario Colli, Miranda Bonansea, Gino Cervi, Lydia Simoneschi

L'istituto luce e i furgonati che nei primi anni del sonoro portano, attraverso i cinegiornali, la "voce" del regime fascista in tutti i paesi d'Italia

Tra le voci italiane d'america c'è anche quella di Galli che, decidendo di lasciare la Fox per tornare alla Metro, realizza il primo esempio di "facile" trasmigrazione di un doppiatore da una società all'altra; atteggiamento che diventerà prassi negli anni del dopoguerra nel mondo del doppiaggio italiano. Intorno a questo nucleo principale ruotano tanti altri attori che si dedicano al doppiaggio quando le rispettive compagnie teatrali dialettali, numerose in quel periodo, sostano a Hollywood. L'italiano di questi attori è contaminato dal dialetto antico, ma ugualmente i loro timbri e le loro tonalità penetrano nelle menti degli spettatori italiani che presto si abituano a quelle voci dal "sapore" di altri tempi[5]. Il successo del nuovo sistema del doppiaggio è decretato dai dati relativi all'affluenza di pubblico nelle sale cinematografiche. Lo spettatore, affrancato dalla forzata lettura delle didascalie, torna ad affollare le sale cinematografi che il cui numero inizia a crescere, aumentando costantemente fino a metà degli anni '60[6]. Nei primi anni '30 le oltre 3000 sale sono per lo più concentrate nelle grandi e medie città. Quelle piccole, paesi e contrade vengono raggiunte da furgoni attrezzati per la proiezione all'aperto. Questi mezzi si spostano da una parte all'altra della penisola, soprattutto nei mesi estivi, così da permettere al regime fascista attraverso i cinegiornali dell'Istituto Luce, divenuti sonori, di propagandare la propria immagine. Ogni tanto, e sempre più spesso dall'avvento del sonoro, la proiezione del documentano è accompagnata da quella di un film, possibilmente di produzione italiana o, altrimenti, silenzio[7].

Il piccolo Pino Locchi in Camicia nera (1933), di Giovacchino Forzano

Nel 1932 escono una ventina di film girati negli stabilimenti italiani l'anno precedente. Cinque a zero di Mario Bonnard prodotto dalla G.A.I. di Giuseppe Amato, con Franco Coop, Mario Siletti, Maurizio D'Ancora, Oreste Bilancia, Tina Lattanzi (la moglie del presidente) che affermerà nel doppiaggio un modo originale di recitare, Camillo Pilotto e un giovanissimo Mario Colli (fratello del direttore della fotografia Tonino Delli Colli) che presterà la voce a Perry Mason, il più noto tra gli avvocati del cinema. Ci sono anche Toto Mignone e la sorella, Milly, la quale in tourné ad Hollywood ha partecipato ai primi doppiaggi MGM. L'interprete principale è Angelo Musco che in una scena prende in braccio una bambina, Miranda Bonansea Garavaglia, che sta per diventare la doppiatrici fissa di Shirley Temple. La vecchia signora di Amleto Palermi, primo lungometraggio sonoro della Caesar di Giuseppe Barattolo, con Emma Gramatica, Memo Benassi, Vittorio De Sica, che canta "Zagané Zagané", Turi Pandolfini, Ugo Cesen, Umberto Sacripante e Nella Maria Bonora che due anni più tardi darà la voce a Claudette Colbert nel film Accadde una notte di Frank Capra, con Gino Cervi voce di Clark Gable. Nel cast c'è anche Lydia Simoneschi che diventerà tra le voci la più richiesta[8].

I primi titoli al cinema: il doppiaggio si afferma come professione

Carcere (1930) di George Hill e Ward Wing.
Primo film sonoro della MGM

Ma è la Cines-Pittaluga a sostenere lo sforzo produttivo maggiore con una decina di film. Tra i più significativi: L'armata azzurra di Gennaro Righelli con Germana Paolieri, Ennio Cerlesi, voce di Paul Henreid nel cult movie Casablanca, Gino Cervi, Paolo Stoppa, Guido Celano e Rosetta Calavetta, che diverrà un'altra voce mitica del doppiaggio, doppiando il mito Marilyn Monroe; L'ultima avventura di Mario Camerini con Armando Falconi, Cesare Zoppetti, Gemma Schirato, Guglielmo Barnabó e il piccolo Pino Locchi, che da doppiatore sarà la voce di Sean Connery, il più noto tra gli agenti segreti; Pergolesi di Guido Brignone, girato anche nella versione francese. Tra gli interpreti, oltre a Elio Steiner e Dria Paola (la coppia di La canzone dell'amore), ci sono Tina Lattanzi, Carlo Lombardi, Lydia Simoneschi, Romolo Costa, che sarà soprannominato "Clark Costa" quando diventerà il doppiatore fisso di Clark Gable e Olinto Cristina[9], che è appena tornato da Joinville dove ha prestato la sua caratteristica voce a Fredric March nella migliore pellicola dell' anno, Il dottor Jekyll di Rouben Mamoulian, il film vince l'Oscar e il premio per l'originalità nella prima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia. Nel cast di Pergolesi c'è anche Franco Schirato che a conclusione delle riprese partirà per Joinville dove presterà la voce, casualmente, ancora a Fredric March ne Il segno della croce di Cecil De Mille.

La prima battuta doppiata del cinema italiano

Ricatto (1930) di Alfred Hitchcock.
Primo film sonoro inglese
Il cammino verso la vita (1931) di Nicolai Ekk.
Primo film sonoro russo.

Dagli Stati Uniti arrivano doppiati diversi film. II primo della Metro è Carcere di George Hill e Ward Wing, seguito da La Sivigliana di Charles J. Brabin con Ramon Novarro. Per entrambi il doppiaggio in italiano è realizzato sulla versione plurima recitata in spagnolo così da ridurre, in un periodo di prime sperimentazioni del nuovo metodo, le possibilità di errori nella sincronizzazione dei movimenti delle labbra vista la forte affinità tra le due lingue[10]. Giunge anche Mata Hari di George Fitzmaurice con Novarro e Greta Garbo. Doppiatrice della Garbo è ancora Francesca Braggiotti, che cerca con il suo italiano antico di restituire integra la forza recitativa della "divina", interpretando, con voce roca e profonda, «Dammi una sigaretta», ritenuta la prima battuta doppiata nella storia del cinema italiano[11]. Se non è la prima, essa è certamente la più parodiata. Però, non nella versione della Braggiotti, ma in quella proposta da Tina Lattanzi nella riedizione del 1952. È l'anno in cui la MGM decide il rilancio di Mata Hari per sfruttare l'immagine non ancora appannata della Garbo, che è uscita di scena da oltre dieci anni. Augusto Galli e Franco Schirato, diventati rispettivamente Capo Ufficio Edizioni e Direttore di doppiaggio della MGM in Italia, pensano di approntare un nuovo doppiaggio del film, rinnovando i dialoghi, eccetto la battuta che è entrata nella storia. Essi affidano nuovamente alla Lattanzi il compito di far recitare in italiano la Garbo di Mata Hari, dopo aver scelto Andreina Pagnani per doppiare la "divina" nei suoi ultimi due film, Non tradirmi con me e Ninotchka, edizioni realizzate, rispettivamente, nel 1946 e nel febbraio del 1948

Tina Lattanzi: la regina del birignao

Vittorio Gassman che imita la Garbo con la voce di Tina Lattanzi ne Il mattatore (1959) di Dino Risi

Quando nel 1935 la voce della Lattanzi inizia il sodalizio con il volto della Garbo, l'attrice italiana cerca di adattare le sue originali vocalità a quelle meno dolci e duttili della collega svedese e, superando la lezione della Braggiotti, si appropria del personaggio mito colorandolo di flessuose sonorità con il suo caratteristico birignao. Le sue inconfondibili tonalità accompagneranno tutte le "performance" romantiche della Garbo da La regina Cristina doppiato nel 1935, a Anna Karenina nel '36, a Margherita Gautier nel '37, a Maria Walewska nel '38. Adesso, per la nuova edizione di Mata Hari, Schirato richiede alla Lattanzi una recitazione vecchio stile, meno asciutta rispetto a quella proposta dalla Pagnani, facendole appesantire il suo inimitabile birignao, nel tentativo di recuperare anche una immagine sonora ben delineata del "mito"che a soli 36 anni decide di abbandonare la ribalta cinematografica[12]. L'operazione non porta i risultati sperati, ma si riaccende l'attenzione sulla battuta, "Dammi una sigaretta", che diventa una delle più parodiate del cinema. La più celebre parodia è quella proposta ne Il mattatore (1959) da Vittorio Gassman vestito da Greta Garbo che imita Tina Lattanzi. Ancora nel '31 arrivano dalla Fox Rinascita di Raoul Walsh con William Holden e, dalla Metro, Castigo di George W. Hill con Wallace Beery e Trader Horn di W. S. Van Dyke dove risulta evidente che il sistema doppiaggio può riservare notevoli sorprese se il sistema viene gestito con professionalità, umiltà e passione, come accade all'equipe guidata da Alessandrini e coordinata da Galli[13]. Tutto ciò non sfugge a Stefano Pittaluga che, dimostrando ancora una volta intuito e lungimiranza, decide di costruire il primo stabilimento di doppiaggio in Italia. È inaugurato nella primavera del 1932, ma Pittaluga è già scomparso da circa un anno, a soli 44 anni. Grazie alla sua intelligenza di imprenditore il cinema italiano si posiziona sulla strada del riscatto, mentre il doppiaggio entra direttamente nel suo periodo d'oro.

Note

  1. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 32
  2. ibidem
  3. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 33
  4. ibidem
  5. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 34
  6. ibidem
  7. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 35
  8. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 36
  9. ibidem
  10. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 37
  11. ibidem
  12. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 38
  13. ibidem


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