...continuavano a chiamarlo Trinità

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...continuavano a chiamarlo Trinità (1971)
...continuavano a chiamarlo Trinità | Italia
regia di Enzo Barboni
113 min | colore | commedia, western
una produzione Italo Zingarelli
scritto da Enzo Barboni

soggetto Enzo Barboni
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori originali
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Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
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Doppiatori italiani
Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: C.D. - Cooperativa Doppiatori
Direzione del doppiaggio: {{{direzionedoppiaggio}}}
Adattamento dialoghi italiani: {{{dialoghiitaliani}}}
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Edizione italiana: {{{edizioneitaliana}}}
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Fotografia di {{{fotografo}}}
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Premi:
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Fotografia di Aldo Giordani
Musiche di Guido De Angelis, Maurizio De Angelis
Effetti speciali a cura di Sergio Chiusi
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Scenografie a cura di Enzo Bulgarelli
Premi:
*Golden Screen, Germany 1973 (Enzo Barboni)


« Monaco: Che il Signore vi accompagni.
Bambino: No, andiamo da soli!
 »
(Monaco rivolto a Bambino e Trinità)

...continuavano a chiamarlo Trinità è un film del genere spaghetti-western diretto dal regista Enzo Barboni nel 1971, con Bud Spencer e Terence Hill. È il seguito del film Lo chiamavano Trinità, interpretato dagli stessi protagonisti.

Indice

Note importanti

La durata integrale della pellicola al cinema era di 128 minuti, fino a pochi anni fa la versione che veniva trasmessa in televisione, era di 113 minuti. Il Dvd del film uscito recentemente, però, ha una durata di 107 minuti, a causa dei tagli di alcune scene[1], e che dall'uscita del dvd non vengono più trasmesse nemmeno nella versione televisiva.

Trama

Trinità (Terence Hill) e il fratello Bambino (Bud Spencer) promettono al loro padre, che con la complicità di Trinità si finge in punto di morte, che intraprenderanno finalmente una carriera di fuorilegge insieme (la messinscena viene attuata proprio per convincere Bambino a collaborare col fratello). Giungono così in una città dove Parker, un signorotto locale, smercia armi ai ribelli messicani approfittando dei frati, soggiogandoli e utilizzando la loro missione come deposito-armi. I due, scambiati per agenti federali, cercano di trarre vantaggio dalla situazione e nel frattempo Trinità riesce a conquistare la bella figlia di un agricoltore (Yanti Sommer). Trinità e Bambino vorrebbero intascare la somma consegnata dai messicani ai frati per le armi. Alla fine si metteranno contro Parker e i suoi uomini in difesa dei religiosi.

Location

Gli esterni del film furono girati presso Campo Imperatore (alle soglie del Gran Sasso d'Italia) e in altre zone dell'Abruzzo.

Fu riutilizzata la piana di Camposecco nel comune di Camerata Nuova dove erano state ambientate gran parte delle scene del primo film: Lo chiamavano Trinità.

La missione dei frati, oggi scomparsa, era invece ricostruita negli stabilimenti della De Laurentis sulla Via Pontina, alla periferia sud-est di Roma.

Alcune scene del film sono state girate sulle sponde del fiume Volturno che attraversa le campagne di Venafro (Isernia); le scene in questione sono quelle nelle quali i protagonisti passeggiano sulle rive, dove sono visibili sassi bianchi di forma piatta tipici della zona. La stessa scena finale dove la carrozza con la famiglia resta bloccata nel letto del fiume è stata girata tra le acque del Volturno.

Curiosità

  • Nella scena della partita a poker, dove Terence Hill mischia le carte compiendo incredibili virtuosismi, le mani erano in realtà quelle del noto prestigiatore Tony Binarelli, che ha "prestato" le mani anche agli altri giocatori. In un'intervista Binarelli ha addirittura rivelato che per far apparire le mani di Trinità e di Bambino diverse hanno persino truccato le sue dita.[2][3].
  • Per la scena della scazzottata finale, il regista Enzo Barboni ebbe l'idea dopo aver visto alcune partite di Rugby di suo figlio Marco Tullio, allora diciannovenne.

Note

  1. budterence.tk elenco delle scene tagliate
  2. "Per fare apparire le mani di Trinità e di Bambino diverse (in realtà erano sempre le mie) hanno persino truccato le mie dita. In questa "mano di carte" ho usato tutti i miei trucchi più appariscenti: ho spezzato con tre dita il mazzo, ho mischiato le carte con un gioco velocissimo, ho aperto con sole due dita a ventaglio tutto il mazzo. L'effetto è stato esilarante non solo per il pubblico, ma anche per noi della troupe: per girare quella sola sequenza abbiamo impiegato tre giorni interi. Infatti gli attori non riuscivano a trattenere le risate", La Domenica del Corriere, anno 74, n° 16 del 18 aprile 1972
  3. Budterence.tk Speciale - Tony Binarelli>

Collegamenti esterni

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