Storia del doppiaggio:Il periodo di Cantando sotto la pioggia

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In un clima dove predominano le figure di [[Emilio Cigoli]] e [[Giulio Panicali]] le vicende professionali e personali di altri doppiatori non possono avere grande visibilità, né possono trovare risposte adeguate le loro legittime aspirazioni a maggiori gratificazioni economiche e morali. Questi attori, che hanno contribuito a rendere il doppiaggio italiano il migliore del mondo, sentono che il clima non è favorevole per rivendicare ciò che ritengono dovuto a coronamento della loro carriera artistica nell'ambito del doppiaggio. [[Aldo Silvani]], [[Gaetano Verna]], [[Adolfo Geri]], [[Zoe Incrocci]], [[Mario Pisu]], [[Olinto Cristina]], [[Bruno Persa]], [[Lia Orlandini]], [[Renato Turi]], [[Gianfranco Bellini]], [[Mario Ferrari]], ognuno con motivazioni proprie, grandi tentennamenti o convinte prese di posizione, danno luogo alla prima importante scissione in seno alla [[CDC]], unendo le loro lamentele a quelle di alcuni attori della ODI che ugualmente non si sentono soddisfatti del lavoro che sono chiamati a svolgere nella organizzazione del conte Giannuzzi.
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Nel [[1951]] il malumore serpeggia in CDC. Augusto Incrocci, che ha una grande esperienza degli ambienti teatrali, cerca di mediare le posizioni tra i più irrequieti e alcuni membri del consiglio di amministrazione che vogliono una politica intransigente rispetto alle richieste degli insoddisfatti; ma Incrocci è consapevole della difficoltà di far rientrare la protesta che per il momento si mantiene latente. Si cerca di correre ai ripari facendo alcune concessioni alle aspettative di quegli attori che più di altri si sono resi disponibili a lavorare nel doppiaggio pregiudicando anche l'attività teatrale e cinematografica.
  
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Agli attori Silvani e Cristina, che da qualche tempo sono confinati a ricoprire ruoli secondari e di anziani, vengono assegnati (ciò avviene principalmente per la politica di rottura portata avanti da [[Nicola Fausto Neroni]]) [[Walter Brennan]] in ''[[Sabbie rosse]]'' al posto di [[Lauro Gazzolo]], e [[Edgar Buchanan]] in ''[[L'uomo dell'est]]'' al posto di [[Mario Besesti]], rispettivamente. È interessante notare che in ''Sabbie rosse'' della Warner Bros. i due interpreti principali, [[Kirk Douglas]] e [[Virginia Mayo]], sono doppiati da [[Gualtiero De Angelis]] e [[Dhia Cristiani]], e non da [[Emilio Cigoli]] e [[Lydia Simoneschi]], una distribuzione delle parti nello stile di Neroni, il quale pagherà a caro prezzo l'atteggiamento di "irriverenza" verso le alte sfere del mondo delle voci.
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A Verna, che sente vacillare la posizione di privilegio in quanto doppiatore abituale di Spencer Tracy, viene nuovamente concesso di doppiare il grande attore statunitense in ''[[Omertà]]'' ma è l'ultima volta, almeno secondo le risultanze documentabili, come si vedrà alla fine di questo periodo.<ref>G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 102</ref>
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Pisu, confermato su [[Walter Pidgeon]] in ''[[Difendete la città]]'' al posto di Ferrari, è chiamato a prestare la voce a [[John Wayne]] (è la seconda volta! La prima in ''[[Il massacro di Fort Apache]]'') in ''[[I diavoli alati]]'' dove Cigoli è impegnato a doppiare [[Robert Ryan]]. Ma, poiché non si sente gratificato abbastanza dopo quindici anni di sala di doppiaggio, ritiene sia venuto il momento di legare stabilmente la sua voce elegante non solo al volto aristocratico di Pidgeon, ma anche a qualche altro attore importante, non potendo sperare di sottrarre stabilmente Wayne a Cigoli.
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L'attività di [[Mario Ferrari]] come doppiatore si fa sporadica, mentre non decolla quella di direttore; in ''[[Addio, signora Miniver!]]'', doppiato nel marzo del 1951 in 9 turni, è l'ultima volta che presta la voce a Pidgeon, mentre Pisu si deve accontentare di far parlare [[Henry Wilcoxon]].
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Turi, che lavora poco e si lamenta della non equa distribuzione delle parti, viene impiegato ancora in un ruolo marginale, quello ricoperto da [[Abner Biberman]] in ''[[Viva Zapata!]]'' (WB) dove il direttore Neroni si permette di scegliere Augusto Marcacci quale voce di [[Marion Brando]], relegando Cigoli su [[Joseph Wiseman]].
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Versione delle 19:54, 28 lug 2011

In un clima dove predominano le figure di Emilio Cigoli e Giulio Panicali le vicende professionali e personali di altri doppiatori non possono avere grande visibilità, né possono trovare risposte adeguate le loro legittime aspirazioni a maggiori gratificazioni economiche e morali. Questi attori, che hanno contribuito a rendere il doppiaggio italiano il migliore del mondo, sentono che il clima non è favorevole per rivendicare ciò che ritengono dovuto a coronamento della loro carriera artistica nell'ambito del doppiaggio. Aldo Silvani, Gaetano Verna, Adolfo Geri, Zoe Incrocci, Mario Pisu, Olinto Cristina, Bruno Persa, Lia Orlandini, Renato Turi, Gianfranco Bellini, Mario Ferrari, ognuno con motivazioni proprie, grandi tentennamenti o convinte prese di posizione, danno luogo alla prima importante scissione in seno alla CDC, unendo le loro lamentele a quelle di alcuni attori della ODI che ugualmente non si sentono soddisfatti del lavoro che sono chiamati a svolgere nella organizzazione del conte Giannuzzi. Nel 1951 il malumore serpeggia in CDC. Augusto Incrocci, che ha una grande esperienza degli ambienti teatrali, cerca di mediare le posizioni tra i più irrequieti e alcuni membri del consiglio di amministrazione che vogliono una politica intransigente rispetto alle richieste degli insoddisfatti; ma Incrocci è consapevole della difficoltà di far rientrare la protesta che per il momento si mantiene latente. Si cerca di correre ai ripari facendo alcune concessioni alle aspettative di quegli attori che più di altri si sono resi disponibili a lavorare nel doppiaggio pregiudicando anche l'attività teatrale e cinematografica.

Agli attori Silvani e Cristina, che da qualche tempo sono confinati a ricoprire ruoli secondari e di anziani, vengono assegnati (ciò avviene principalmente per la politica di rottura portata avanti da Nicola Fausto Neroni) Walter Brennan in Sabbie rosse al posto di Lauro Gazzolo, e Edgar Buchanan in L'uomo dell'est al posto di Mario Besesti, rispettivamente. È interessante notare che in Sabbie rosse della Warner Bros. i due interpreti principali, Kirk Douglas e Virginia Mayo, sono doppiati da Gualtiero De Angelis e Dhia Cristiani, e non da Emilio Cigoli e Lydia Simoneschi, una distribuzione delle parti nello stile di Neroni, il quale pagherà a caro prezzo l'atteggiamento di "irriverenza" verso le alte sfere del mondo delle voci. A Verna, che sente vacillare la posizione di privilegio in quanto doppiatore abituale di Spencer Tracy, viene nuovamente concesso di doppiare il grande attore statunitense in Omertà ma è l'ultima volta, almeno secondo le risultanze documentabili, come si vedrà alla fine di questo periodo.[1] Pisu, confermato su Walter Pidgeon in Difendete la città al posto di Ferrari, è chiamato a prestare la voce a John Wayne (è la seconda volta! La prima in Il massacro di Fort Apache) in I diavoli alati dove Cigoli è impegnato a doppiare Robert Ryan. Ma, poiché non si sente gratificato abbastanza dopo quindici anni di sala di doppiaggio, ritiene sia venuto il momento di legare stabilmente la sua voce elegante non solo al volto aristocratico di Pidgeon, ma anche a qualche altro attore importante, non potendo sperare di sottrarre stabilmente Wayne a Cigoli. L'attività di Mario Ferrari come doppiatore si fa sporadica, mentre non decolla quella di direttore; in Addio, signora Miniver!, doppiato nel marzo del 1951 in 9 turni, è l'ultima volta che presta la voce a Pidgeon, mentre Pisu si deve accontentare di far parlare Henry Wilcoxon. Turi, che lavora poco e si lamenta della non equa distribuzione delle parti, viene impiegato ancora in un ruolo marginale, quello ricoperto da Abner Biberman in Viva Zapata! (WB) dove il direttore Neroni si permette di scegliere Augusto Marcacci quale voce di Marion Brando, relegando Cigoli su Joseph Wiseman.

Note

  1. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 102


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