Io non sono qui

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.


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Io non sono qui (2007)
I'm Not There | Stati Uniti
regia di Todd Haynes
135 min | colore | biografico

scritto da Todd Haynes
Oren Moverman

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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Doppiatori italiani
Doppiatori italiani
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Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: PCM Audio, CVD
Direzione del doppiaggio: Francesco Vairano
Adattamento dialoghi italiani: Francesco Vairano
Assistente al doppiaggio: Sonia De Dominicis
Fonico di doppiaggio: Marco Del Riccio
Fonico di mix: Claudio Toselli
Sonorizzazione:
Edizione italiana: Marcello De Bellis (BIM)
Supervisione artistica:
Sincronizzazione: Paolo Brunori
Fotografia di Edward Lachman
Musiche di Bob Dylan
(I'm Not There - Aa.Vv.)
Effetti speciali a cura di '
Montaggio di Jay Rabinowitz
Scenografie a cura di '
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Premi:
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Io non sono qui (I'm Not There) è un film biografico del 2007 sulla vita del musicista Bob Dylan.

Co-sceneggiato e diretto da Todd Haynes e Oren Moverman, il film ripercorre la storia del musicista in sette distinti momenti della sua vita, venendo interpretato da sei attori diversi (l'attore Christian Bale interpreta due differenti aspetti della vita di Dylan).

Il film non è stato girato secondo una tecnica tradizionale ma concepito come lo sviluppo narrativo di un visionario racconto poetico scandito per quadri sulle note delle canzoni dell'autore di Duluth.

La colonna sonora del film è stata raccolta da Sony Music in un doppio CD che riprende il titolo originale del film - I'm Not There - contenente cover di canzoni di Bob Dylan incise da artisti vari.

Indice

Trama

Il film racconta le vicende di sei personaggi, ognuno dei quali rappresenta un aspetto diverso della vita e della musica di Bob Dylan. Finora è l'unico film sulla sua vita ad aver ottenuto l'approvazione dell'icona della cultura Rock. Il film racconta Bob Dylan dagli inizi della sua carriera come cantante folk, alla conquista del successo nei primi anni '60. E poi, la controversa svolta verso il rock, l'incidente di moto e il conseguente ritiro dalle scene, fino all’ultima parte della sua carriera.

Cast

I sei personaggi seguenti sono tutte rappresentazioni delle diverse fasi della carriera e della vita di Bob Dylan:

  • Marcus Carl Franklin: "Woody Guthrie". Il personaggio si riferisce all'ossessione giovanile di Dylan per la musica del cantante folk Woody Guthrie[1]. Il personaggio di Woody è anche un rimando alle avventurose biografie inventate che lo stesso Dylan si era creato nei primi anni di carriera per creare mistero e un alone di leggenda attorno a sé.
  • Christian Bale: Jack Rollins e il pastore John. Rollins è un ritratto del Dylan acustico del periodo dei dischi Freewheelin' Bob Dylan e The Times They Are a-Changin'. John il Pastore si riferisce al periodo da "cristiano rinato" di Dylan quando, durante la sua fervente conversione al Cristianesimo, incise gli album Slow Train Coming e Saved.
  • Cate Blanchett: Jude Quinn. Quinn è un ritratto del Dylan del periodo 1965-1966, quando la sua svolta "elettrica" verso la musica rock creò enorme scalpore e proteste da parte dei puristi del folk, e durante il suo tour in Gran Bretagna veniva spesso fischiato. Questa fase della vita di Dylan è stata documentata dal regista D.A. Pennebaker nei film Don't Look Back e Eat the Document.
  • Richard Gere: "Billy the Kid". Billy è un riferimento alla partecipazione di Dylan al film di Sam Peckinpah Pat Garrett and Billy the Kid e della descrizione che Dylan diede di se stesso come di un "emarginato" fuorilegge. Inoltre il personaggio allude alla passione di Dylan per la musica country rurale americana di inizio secolo (vedi The Basement Tapes).
  • Heath Ledger: Robbie Clark, un attore che interpreta Jack Rollins in un film biografico e diventa famoso quanto il personaggio che interpreta sullo schermo. È un'incarnazione del Dylan del periodo di Blood on the Tracks, quando stava divorziando dalla prima moglie Sara.
  • Ben Whishaw: "Arthur Rimbaud". Rimbaud viene ritratto come un poeta simbolista, interrogato e poi condannato da una commissione d'inchiesta, alle quali accuse risponde citando frasi prese dalle interviste e dagli scritti di Dylan. Dylan ha spesso citato l'influenza della poesia di Rimbaud nei suoi testi.[2]

Altri personaggi

Concepimento

Todd Haynes e il suo produttore, Christine Vachon, incontrarono il manager di Dylan, Jeff Rosen, per ottenere il permesso di usare la musica ed alcuni elementi della vita del cantante. Rosen suggerì a Haynes di inviare una pagina con il riassunto del progetto allo stesso Dylan e gli consigliò di non usare mai la parola “genio”. La pagina che Haynes inviò iniziava con una citazione di Arthur Rimbaud “Io è qualcun altro”. Infine Dylan diede a Haynes il permesso di procedere con il suo progetto. Il regista sviluppò la sceneggiatura con Oren Moverman. Durante la scrittura, Haynes riconobbe che sarebbe stato incerto il successo portando sullo schermo un film come una confusa biografia caratterizzata anche da molta fantasia in un certo senso.

Un settimo personaggio, un Charlie Chaplin incarnazione di Dylan, era presente nella sceneggiatura ma fu eliminato prima dell’inizio delle riprese.

Colonna sonora

Nel film sono presenti numerose canzoni di Dylan, suonate da lui o da altri artisti. Le canzoni compaiono sia in “primo piano”, cantate dagli artisti davanti la telecamera (Goin’ to Acapulco, Pressing On), sia di sottofondo come accompagnamento alle scene. Una canzone degna di nota, non di Dylan, è (I'm Not Your) Steppin' Stone dei The Monkees e compare in sottofondo nella scena del party a Londra.

Festival di Venezia

Nel settembre del 2007 il film è stato presentato alla 64ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove ha vinto il Premio Speciale della Giuria (presieduta dal regista cinese Zhang Yimou) e la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile andata a Cate Blanchett; quest'ultima, inoltre, ha ricevuto pure un Golden Globe ed è stata candidata al premio Oscar come miglior attrice non protagonista.

Distribuzione

Il film è uscito nelle sale italiane, in anteprima mondiale, il 7 settembre 2007.

Note

  1. Dylan, Chronicles, Volume One, pp. 243–246.
  2. Dylan, Chronicles, Volume One, p. 146

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