Qualcuno volò sul nido del cuculo

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.


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Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
One Flew Over the Cuckoo's Nest | Stati Uniti d'America
regia di Miloš Forman
125 min | colore | drammatico
una produzione Michael Douglas, Saul Zaentz
scritto da Bo Goldman, Lawrence Hauben

soggetto Ken Kesey (romanzo)
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori originali
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Doppiaggio italiano: CVD, effettuato presso la International Recording
Direzione del doppiaggio: Mario Maldesi
Adattamento dialoghi italiani: Roberto De Leonardis
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Fotografia di Haskell Wexler
Musiche di Jack Nitzsche
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Scenografie a cura di Paul Sylbert, Edwin O'Donovan
Premi:
*Oscar3.png Oscar3.png Oscar3.png Oscar3.png Oscar3.png 5 Premi Oscar 1976 (su 9 nomination): miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Jack Nicholson), miglior attrice protagonista (Louise Fletcher), miglior sceneggiatura non originale



« Almeno io ci ho provato, vacca troia. Almeno io ci ho provato! »
(Randle McMurphy)

Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest) è un film di Miloš Forman, che ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio relativo agli ospedali psichiatrici.

Uscito nel 1975, il film è tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 e tradotto in italiano nel 1976 da Rizzoli Editore. L'autore scrisse il libro in seguito alla propria esperienza da volontario all'interno del «Veterans Administration Hospital» di Palo Alto, in California.

Il film denuncia in maniera drammatica il trattamento inumano cui sono sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture ospedaliere statali, verso cui vige un atteggiamento discriminatorio alimentato dalla paura dell'aggressività dell'alienato mentale.

La psichiatria è un tema che ha influenzato spesso la storia del cinema (basti ricordare Frances, La seconda ombra, Hans, Cade il cielo, La partita infinita). La tecnica cinematografica, fatta solo di immagini, riesce bene a rappresentare direttamente molteplici aspetti della psiche umana.

La domanda di fondo che il film suscita riguarda l'esistenza di una base certa che funga da parametro nello stabilire la linea di demarcazione che separa il mondo della normalità da quello della follia. Nel film, la pazzia è vista come un "non luogo", come un qualcosa che il protagonista ha dentro di sé e vuole portar fuori, quasi a voler dire che in fondo una certa dose di pazzia è insita in ogni uomo, anche in chi non viene ricoverato in manicomio.

Emerge quindi una visione relativista del concetto di follia, tanto che durante il film può nascere il dubbio se nel manicomio i veri malati siano proprio i pazienti, e non gli infermieri e i medici che li curano e che hanno anche loro i propri problemi psicologici, più o meno visibili. Si crea quindi un contesto in cui l'idea di normalità perde notevolmente significato.

Indice

Il titolo

Il titolo è altamente simbolico, ma la traduzione italiana limita la comprensione effettiva del suo significato. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo"). Il termine inglese "cuckoo" indica propriamente il cuculo, ma in senso traslato significa anche "pazzo" e quindi il titolo potrebbe essere tradotto con "qualcuno diventò pazzo".

Il cuculo non costruisce un proprio nido ed è solito deporre le sue uova in quelli altrui. I piccoli di cuculo, una volta venuti al mondo, spingono fuori dal nido i figli degli uccelli che lo hanno costruito. Questa prole adottiva viene poi nutrita dai nuovi genitori che, guidati dall'istinto, continuano ad accudire i nuovi nati come se fossero i loro.

Trama

La vicenda si svolge all'interno dell'Ospedale Psichiatrico di Stato (State Mental Hospital) di Salem in Oregon. Ivi giunge, da un campo di lavoro carcerario americano, un uomo di nome Randle Patrick McMurphy (interpretato da Jack Nicholson) a colloquio con il Primario. Il Dottor Spivey (interpretato da Dean R. Brooks) spiega a McMurphy che dovrà essere trattenuto nell'ospedale psichiatrico per essere vagliato, cioè per determinare se lui soffra o meno di malattia mentale. Il signor McMurphy apparentemente aderisce, ma pur sapendo di essere sotto osservazione in reparto tiene un comportamento anticonformista nei confronti delle regole che rigidamente disciplinano la vita dei degenti...

Curiosità

  • Il film fu girato in un vero ospedale psichiatrico.
  • Per studiare la parte, gli attori hanno partecipato alle sedute di psicoterapia insieme ai pazienti.
  • Il film è stato parodiato in un videoclip della band inglese Oasis, Sunday Morning Call.
  • Jack Nicholson aveva 38 anni quando fu girato il film e ne ha altrettanti R.P. McMurphy (il personaggio da lui interpretato).
  • La canzone dei Metallica Welcome Home (Sanitarium) fu ispirata dal film.
  • In una puntata della serie televisiva I Simpson Bart, obbligato a lavorare in una casa di riposo, rendendosi conto delle condizioni limitative e disumane dell'istituzione, decide di organizzare una gita in barca per portare fuori gli anziani, come fa Mc Murphy. Inoltre, nella stessa puntata, sarà presente un nerboruto indiano, che sfonderà una finestra come il "grande capo" del film.
  • In una puntata de I Simpson è ripresa la scena finale del film dove Homer disteso su un lettino da ospedale delirante viene visto da Barney che dice "Non posso vederlo in questo stato", lo soffoca con un cuscino, sfonda la parete con il rubinetto e scappa. Per rendere divertente il tutto, Boe dice "A quel ragazzo serve una femmina".

Il cast

Kirk Douglas aveva inizialmente destinato a sé stesso il ruolo del personaggio protagonista fin da quando acquistò i diritti per la produzione del film. Suo figlio Michael, dopo che il padre gli ebbe ceduto la produzione, decise che Kirk era troppo vecchio per quella parte. Il ruolo di McMurphy venne inizialmente offerto a James Caan, che rifiutò. Si pensò anche a Marlon Brando e a Gene Hackman, prima di assegnare definitivamente la parte a Jack Nicholson.

Il ruolo della protagonista femminile venne rifiutato da cinque attrici (Anne Bancroft, Colleen Dewhurst, Geraldine Page, Ellen Burstyn e Angela Lansbury) finché Louise Fletcher l'accettò appena una settimana prima dell'inizio delle riprese.

Ellen Burstyn rifiutò il ruolo poiché all'epoca doveva prendersi cura del marito malato mentalmente. Il ruolo, cucito per la Burstyn, ha portato gli inesperti a confondersi con le due attrici (Fletcher e Burstyn) tanto da elogiare in prima persona Ellen Burstyn per una parte appunto non interpretata. La stessa Fletcher dichiarò che fece del suo meglio in uno dei ruoli di Ellen Burstyn, tuttavia la Fletcher riuscì magnificamente nella prova recitativa.

Per le loro interpretazioni in questo film, Jack Nicholson e Louise Fletcher riceveranno nel 1976 il premio Oscar (rispettivamente come miglior attore e migliore attrice), il premio Golden Globe (per il miglior attore in un film drammatico e per la migliore attrice in un film drammatico) e il premio BAFTA (al miglior attore protagonista e alla migliore attrice protagonista).

L'autore del romanzo, Kesey stesso, non ha mai visto il film. Come ha infatti dichiarato Faye Kesey: «C'era una disputa legale sulla ripartizione degli introiti, durante il quale abbiamo incontrato un avvocato terribile. Ad un certo punto l'avvocato si è adirato con Ken e gli ha urlato: -Quando questo film uscirà, voi sarete in prima linea per vederlo.- Ken si è girato verso di lui e ha giurato che non avrebbe mai visto la pellicola. E così è stato».

Note


Collegamenti esterni

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