Storia del doppiaggio: Prefazione di Claudio G. Fava

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia del doppiaggio.

Di seguito pubblichiamo un estratto della prefazione del critico cinematografico Claudio G. Fava alla prima opera che tratta del doppiaggio nel cinema italiano, "Le voci del tempo perduto" di Gerardo Di Cola, argomenti ripresi dal ns. sito IL MONDO DEI DOPPIATORI.IT - L'ENCICLOPEDIA SUL MONDO DEL DOPPIAGGIO, con l'obiettivo di ripercorrere la STORIA DEL DOPPIAGGIO dall'avvento del sonoro ai nostri giorni, attraverso le testimonianze dei suoi interpreti.

Andrea Razza

Prefazione

Il critico Claudio G. Fava e lo storico del doppiaggio prof. Gerardo Di Cola

Al di là di ogni ottimistica previsione scoprii, un poco ovunque in Italia, appassionati cultori del doppiaggio, gente che colleziona voci nella memoria (e poi cassette negli scaffali) entro le quali rinchiudere centinaia e centinaia di frammenti di cinema, e poi anche della televisione, del passato e del presente. Legati appunto a molti volti stranieri ed a un certo numero di vocalità italiane, ognuna con la sua biografia ed il suo retroterra, con la sua peculiare sonorità e la sua specificità di attore. (…) Decisivo in questa sede, è quello di Gerardo Di Cola, un insegnante pescarese laureato in fisica che da sempre studia il doppiaggio italiano, da almeno otto anni ordina e sistema materiali e schede e finalmente ha posto fine alle sue ricerche, almeno per ora, riunendo il tutto nella presente opera di oltre 500 pagine. Che è al tempo stesso una enciclopedia di singole voci di doppiatori, con percorsi umani e professionali ricostruiti con abbondanza di nozioni e di precisazioni, ed una storia del doppiaggio in Italia recuperata dagli albori sino ai nostri giorni. Attraverso una minuta disanima degli accadimenti, delle lotte, delle mutazioni professionali che hanno via via contrassegnato la storia delle società, cooperative ed organizzazioni varie di doppiaggio, e che perciò hanno profondamente segnato il modo in cui, nel corso dei decenni, si sono mossi 1 doppiatori e in cui ha agito la corporazione.
Nell'opera di Di Cola si avverte quindi non solo la organizzata consapevolezza del ricercatore ma anche la sentimentale partecipazione dell'appassionato, che si compiace profondamente di ricostruire le scansioni di una voce celebre, gli andamenti di una carriera, la fortuna ed il merito che si saldano nel corso di una intensa vita professionale (come capita non solo agli attori ma a tanti di noi, forse a tutti) A mo' di esempio si veda la scheda biografica dedicata a Giuseppe (Peppino) Rinaldi. La sensibilità del "fan" (mi scuso di usare una parola troppo di moda, ma che qui acquista un senso preciso) si affianca qui alla meditata valutazione dell'appassionato ne vien fuori un ritratto composito in cui la personalità dell'attore, dalla intensa vita privata, si incrocia con la complessa e sofferta costruzione di una grande voce d'attore, una di quelle voci che nel doppiaggio italiano hanno lasciato una traccia definitiva e creativa. Ma questo è evidentemente solo un esempio di un'opera ampia e complessa che riassume una passione di tutta una vita. Ne fa fede, se vi fosse bisogno di altre testimonianze, l'articolata scansione della storia del doppiaggio italiano in una ventina di capitoli che ne ripercorrono l'intera storia, dal prologo e dal periodo del muto (sembra una contraddizione in termini, parlare di periodo del muto in una storia del doppiaggio, ma non è così) all'epilogo. Vi si avverte, infatti, come nelle voci circostanziate che riassumono vita e miracoli dei più importanti doppiatori nostrani, dalla "A" di Amendola alla "Z" dei due Zambuto, l'empito di una passione che da infatuazione giovanile è via via divenuta una ragionata e adulta ragione di vita e di dedizione.
Un motivo in più per augurare a questa esauriente opera di Gerardo Di Cola una vita lunga e fruttuosa, vale a dire una racconsolante esistenza libraria. E cioè il privilegio di diventare al più presto un usuale volume di consultazione e di citazione, che è la massima gioia per chi sfoglia e legge (l'hai consultato il Di Cola? Che cosa dice?) e credo anche la massima e appagante consapevolezza di un autore. Felicemente consapevole, quando questo accade e lui comincia ad accorgersene, di aver tenuto fede alle proprie intime promesse e premesse e di aver vinto la più difficile delle scommesse che un autore può ingaggiare: quella con se stesso.

Claudio G. Fava


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