Storia del doppiaggio: Il periodo della congiuntura

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==La CDC inizia una politica di rinnovamento: la ridistribuzione delle categorie==
 
==La CDC inizia una politica di rinnovamento: la ridistribuzione delle categorie==
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Nel [[1963]] l'economia italiana, in forte espansione da un quinquennio, subisce una battuta d'arresto. Il periodo del facile benessere, raggiunto a prezzo di grandi sacrifici, inizia a dare segni di stanchezza. La sinistra si riaffaccia nell'area di governo dopo una quindicina di anni. Parte degli utili derivanti dall'imprenditoria industriale non trovano nella pratica del reinvestire il naturale sbocco, ma iniziano a prendere la strada dell'esportazione clandestina nei “paradisi fiscali”.
 
Nel [[1963]] l'economia italiana, in forte espansione da un quinquennio, subisce una battuta d'arresto. Il periodo del facile benessere, raggiunto a prezzo di grandi sacrifici, inizia a dare segni di stanchezza. La sinistra si riaffaccia nell'area di governo dopo una quindicina di anni. Parte degli utili derivanti dall'imprenditoria industriale non trovano nella pratica del reinvestire il naturale sbocco, ma iniziano a prendere la strada dell'esportazione clandestina nei “paradisi fiscali”.
 
Nei vari settori dell'economia non nazionalizzata giuoca un ruolo fondamentale la concorrenza, espressione massima del libero mercato a cui, però, bisogna abituarsi e, soprattutto, adeguarsi.<br />
 
Nei vari settori dell'economia non nazionalizzata giuoca un ruolo fondamentale la concorrenza, espressione massima del libero mercato a cui, però, bisogna abituarsi e, soprattutto, adeguarsi.<br />
La società di doppiaggio più importante che opera in Italia, la [[CDC]], è una cooperativa che tra i suoi intendimenti iniziali, ha quello di assicurare a tutti i suoi iscritti un minimo di lavoro garantito mensilmente. Dalla metà degli anni '50 il consiglio di amministrazione della CDC ha messo in atto l'idea di creare una sorta di “ombrello protettivo” sui soci attraverso la distribuzione di sei turni di doppiaggio al mese anche se essi non vengono realmente eseguiti. A beneficiare di questa politica sono soprattutto i doppiatori della categoria D, i quali, spesso, vengono coinvolti per una giornata di doppiaggio (tre turni per nove ore) soltanto per “recitare” nel brusio di scene di massa che si risolvono in alcuni minuti di effettiva partecipazione m sala di sincronizzazione. Quasi tutti questi attori fanno parte della cooperativa dai tempi della fondazione e diversi di loro hanno lavorato nelle poche organizzazioni di doppiaggio sorte prima della Seconda Guerra Mondiale. Sono doppiatori che non hanno mai avuto la soddisfazione di prestare la loro voce a protagonisti o comprimari, ma hanno ugualmente contribuito a rendere credibili le centinaia di film stranieri che invadono l'Italia nel dopoguerra. Essi hanno avuto il tempo di invecchiare nelle sale di doppiaggio, ma adesso la loro presenza nella CDC si è fatta ingombrante.<br />
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La società di doppiaggio più importante che opera in Italia, la [[CDC]], è una cooperativa che tra i suoi intendimenti iniziali, ha quello di assicurare a tutti i suoi iscritti un minimo di lavoro garantito mensilmente. Dalla metà degli anni '50 il consiglio di amministrazione della CDC ha messo in atto l'idea di creare una sorta di “ombrello protettivo” sui soci attraverso la distribuzione di sei turni di doppiaggio al mese anche se essi non vengono realmente eseguiti. A beneficiare di questa politica sono soprattutto i doppiatori della categoria D, i quali, spesso, vengono coinvolti per una giornata di doppiaggio (tre turni per nove ore) soltanto per “recitare” nel brusio di scene di massa che si risolvono in alcuni minuti di effettiva partecipazione m sala di sincronizzazione. Quasi tutti questi attori fanno parte della cooperativa dai tempi della fondazione e diversi di loro hanno lavorato nelle poche organizzazioni di doppiaggio sorte prima della Seconda Guerra Mondiale. Sono doppiatori che non hanno mai avuto la soddisfazione di prestare la loro voce a protagonisti o comprimari, ma hanno ugualmente contribuito a rendere credibili le centinaia di film stranieri che invadono l'Italia nel dopoguerra. Essi hanno avuto il tempo di invecchiare nelle sale di doppiaggio, ma adesso la loro presenza nella CDC si è fatta ingombrante.<ref>G. Di Cola, "Le voci del tempo perduto", p. 169</ref><br />
 
Nella prima metà degli anni '60 le organizzazioni di doppiaggio concorrenti della CDC sono soprattutto la [[CID]] e la [[SAS]]. Entrambe le società sono strutturate in una forma più agile con soltanto una ventina di iscritti, ai quali viene data una precedenza non condizionante nel momento della distribuzione delle voci, inoltre un numero fortemente variabile di aderenti può essere utilizzato all'occorrenza.<br />
 
Nella prima metà degli anni '60 le organizzazioni di doppiaggio concorrenti della CDC sono soprattutto la [[CID]] e la [[SAS]]. Entrambe le società sono strutturate in una forma più agile con soltanto una ventina di iscritti, ai quali viene data una precedenza non condizionante nel momento della distribuzione delle voci, inoltre un numero fortemente variabile di aderenti può essere utilizzato all'occorrenza.<br />
 
La CDC, alle prese con una consistente riduzione del fatturato per la forte concorrenza delle altre due organizzazioni, non è più in grado di reggere la politica assistenziale verso i suoi soci più deboli i quali sono anche i più anziani. Bisogna
 
La CDC, alle prese con una consistente riduzione del fatturato per la forte concorrenza delle altre due organizzazioni, non è più in grado di reggere la politica assistenziale verso i suoi soci più deboli i quali sono anche i più anziani. Bisogna
 
procedere ad una dolorosa “epurazione” e con il dimagrimento degli organici si spera di arginare la crisi che si profila inevitabile per la presenza determinata sul mercato della CID, la quale si aggiudica il doppiaggio di gran parte della produzione filmica italiana e della SAS, che copre soprattutto la fascia dei film a basso costo. È complicato per i vertici della cooperativa procedere alla ristrutturazione degli organici, una riorganizzazione che potrebbe privare da un giorno all'altro diversi doppiatori, con i quali si è lavorato gomito a gomito per anni, di un sostentamento sicuro anche se largamente insufficiente per vivere secondo le aspettative determinate dal morente boom economico.
 
procedere ad una dolorosa “epurazione” e con il dimagrimento degli organici si spera di arginare la crisi che si profila inevitabile per la presenza determinata sul mercato della CID, la quale si aggiudica il doppiaggio di gran parte della produzione filmica italiana e della SAS, che copre soprattutto la fascia dei film a basso costo. È complicato per i vertici della cooperativa procedere alla ristrutturazione degli organici, una riorganizzazione che potrebbe privare da un giorno all'altro diversi doppiatori, con i quali si è lavorato gomito a gomito per anni, di un sostentamento sicuro anche se largamente insufficiente per vivere secondo le aspettative determinate dal morente boom economico.
  
Il Consiglio direttivo della CDC convoca per il 26 maggio 1963 un'assemblea dei soci con all'ordine del giorno il rinnovamento delle cariche, la riorganizzazione delle categorie e, soprattutto, la trasformazione della cooperativa in società. Un promemoria fatto circolare alcuni giorni prima invita gli iscritti dell'assoluta necessità a non disertare l'importante appuntamento che dovrà sancire sostanziali innovazioni, a non opporsi alla nomina di [[Emilio Cigoli]] a Presidente della assemblea stessa e ad appoggiare la candidatura del dott. '''Giuseppe Morelli''' a liquidatore della cooperativa, infine, si chiede di rifiutare eventuali proposte di votazioni segrete a favore dell'appello nominale. Le pesanti scelte che devono passare richiedono di “blindare” l'assemblea rispetto a qualsiasi opposizione e per far “digerire” le drastiche decisioni già prese bisogna avere a capo dell'assemblea una personalità carismatica come quella di Cigoli. Tutto va secondo i piani, almeno per le scelte fondamentali che dovranno risolvere una crisi che si sta rivelando dannosa per tutti. In un clima mesto e concitato l'assemblea, praticamente, ratifica tutte le decisioni poste all'attenzione dei soci. La cooperativa si trasforma in società (s.r.l.) di quote con capitale di lire 990.000; l'acronimo CDC viene ad assumere il significato di ''Compagnia Doppiatori Cinematografici''. Si decide di abolire la categoria D, sfoltire la C e la B e inserire qualche nome nuovo tra i direttori di doppiaggio e gli attori.
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Il Consiglio direttivo della CDC convoca per il 26 maggio 1963 un'assemblea dei soci con all'ordine del giorno il rinnovamento delle cariche, la riorganizzazione delle categorie e, soprattutto, la trasformazione della cooperativa in società. Un promemoria fatto circolare alcuni giorni prima invita gli iscritti dell'assoluta necessità a non disertare l'importante appuntamento che dovrà sancire sostanziali innovazioni, a non opporsi alla nomina di [[Emilio Cigoli]] a Presidente della assemblea stessa e ad appoggiare la candidatura del dott. Giuseppe Morelli a liquidatore della cooperativa, infine, si chiede di rifiutare eventuali proposte di votazioni segrete a favore dell'appello nominale. Le pesanti scelte che devono passare richiedono di “blindare” l'assemblea rispetto a qualsiasi opposizione e per far “digerire” le drastiche decisioni già prese bisogna avere a capo dell'assemblea una personalità carismatica come quella di Cigoli.<ref>G. Di Cola, "Le voci del tempo perduto", p. 170</ref> Tutto va secondo i piani, almeno per le scelte fondamentali che dovranno risolvere una crisi che si sta rivelando dannosa per tutti. In un clima mesto e concitato l'assemblea, praticamente, ratifica tutte le decisioni poste all'attenzione dei soci. La cooperativa si trasforma in società (s.r.l.) di quote con capitale di lire 990.000; l'acronimo CDC viene ad assumere il significato di ''Compagnia Doppiatori Cinematografici''. Si decide di abolire la categoria D, sfoltire la C e la B e inserire qualche nome nuovo tra i direttori di doppiaggio e gli attori.
 
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Il nuovo consiglio di amministrazione della neonata società decreta il sacrificio di una trentina di attori della categoria D, anche se non tutti lasciano l'organizzazione per motivi strettamente legati al periodo di difficoltà (alcuni decidono volontariamente di andare in pensione o di trasferirsi in altre società).<ref>G. Di Cola, "Le voci del tempo perduto", p. 171</ref>
Il nuovo consiglio di amministrazione della neonata società decreta il sacrificio di una trentina di attori della categoria D, anche se non tutti lasciano l'organizzazione per motivi strettamente legati al periodo di difficoltà (alcuni decidono volontariamente di andare in pensione o di trasferirsi in altre società).
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Gli attori che si ritrovano fuori sono [[Armando Alzelmo]], [[Luigi Barberi]], [[Wanda Bernini]], [[Ida Bracci]], [[Bruno Calabretta]], [[Thea Calabretta]], [[Eugenio Cappabianca]], [[Gustavo Conforti]], [[Renato Cristofari]], [[Eligio Croce]], [[Giovanni Dolfini]], [[Paolo Ferrara]], [[Armando Furiai]], [[Renata Giuliani]], [[Emma Guerra]], [[Achille Majeroni]], [[Alfredo Martinelli]], [[Grazia Onorato]], [[Amina Pirani Maggi]], [[Giuseppe Ricagno]], [[Mauro Serra]], [[Ebe Zoli]], tutti presenti alla fondazione della CDC; inoltre escono [[Lucio Bompani]], [[Germana Calderini]], [[Daniela Calvino]], [[Enrico De Angelis]] (figlio di [[Gualtiero De Angelis|Gualtiero]] e fratello di [[Manlio De Angelis|Manlio]]), [[Adriana Iannuccelli]], [[Corrado Pani]], [[Ada Romano]] (la moglie di [[Felice Romano|Felice]], fratello di [[Carlo Romano|Carlo]]). I doppiatori [[Fausto Banchelli]], [[Enrico Besesti]] (figlio di [[Mario Besesti|Mario]]), [[Nino Marchetti]] devono rassegnarsi ad entrare nella lista dei collaboratori.
 
Gli attori che si ritrovano fuori sono [[Armando Alzelmo]], [[Luigi Barberi]], [[Wanda Bernini]], [[Ida Bracci]], [[Bruno Calabretta]], [[Thea Calabretta]], [[Eugenio Cappabianca]], [[Gustavo Conforti]], [[Renato Cristofari]], [[Eligio Croce]], [[Giovanni Dolfini]], [[Paolo Ferrara]], [[Armando Furiai]], [[Renata Giuliani]], [[Emma Guerra]], [[Achille Majeroni]], [[Alfredo Martinelli]], [[Grazia Onorato]], [[Amina Pirani Maggi]], [[Giuseppe Ricagno]], [[Mauro Serra]], [[Ebe Zoli]], tutti presenti alla fondazione della CDC; inoltre escono [[Lucio Bompani]], [[Germana Calderini]], [[Daniela Calvino]], [[Enrico De Angelis]] (figlio di [[Gualtiero De Angelis|Gualtiero]] e fratello di [[Manlio De Angelis|Manlio]]), [[Adriana Iannuccelli]], [[Corrado Pani]], [[Ada Romano]] (la moglie di [[Felice Romano|Felice]], fratello di [[Carlo Romano|Carlo]]). I doppiatori [[Fausto Banchelli]], [[Enrico Besesti]] (figlio di [[Mario Besesti|Mario]]), [[Nino Marchetti]] devono rassegnarsi ad entrare nella lista dei collaboratori.
 
Passano dalla categoria D alla C gli attori [[Luciano De Ambrosis]], [[Arturo Dominici]], [[Mario Mastria]], [[Elda Tattoli]], [[Vittorio Stagni]] e gli assistenti di doppiaggio [[Mara Salvini]] e [[Aldo Giovacchini]] che subentra al padre, [[Amedeo Giovacchini|Amedeo]]. L'attore Sergio Graziani è inserito direttamente nella categoria B dopo aver doppiato magistralmente [[Peter O'Toole]] in ''[[Lawrence d'Arabia]]''.<br />
 
Passano dalla categoria D alla C gli attori [[Luciano De Ambrosis]], [[Arturo Dominici]], [[Mario Mastria]], [[Elda Tattoli]], [[Vittorio Stagni]] e gli assistenti di doppiaggio [[Mara Salvini]] e [[Aldo Giovacchini]] che subentra al padre, [[Amedeo Giovacchini|Amedeo]]. L'attore Sergio Graziani è inserito direttamente nella categoria B dopo aver doppiato magistralmente [[Peter O'Toole]] in ''[[Lawrence d'Arabia]]''.<br />
Anche la categoria C è privata di diversi doppiatori della vecchia guardia come [[Ernesto Almirante]], [[Amelia Beretta]], [[Pio Campa]], [[Giovanna Cigoli]] (madre di [[Emilio Cigoli|Emilio]]), [[Vittorio Cramer]], che continua ad essere utilizzato soltanto per commentare alla sua maniera i "prossimamente", [[Eugenio Duse]], [[Ernesto Gentili]], [[Amilcare Quarra]], [[Clara Ristori]], [[Paola Veneroni. Sono confermati nella categoria C gli attori [[Nino Bonanni]], [[Guido Celano]], [[Manlio De Angelis]] (figlio di [[Gualtiero De Angelis|Gualtiero]]), [[Oreste Lionello]], [[Giuliana Maroni]], [[Ria Saba]], i coniugi Saccenti, [[Giovanni Saccenti|Giovanni]] e [[Maria Saccenti|Maria]], [[Giulia Turi]], la madre di [[Renato Turi|Renato]], [[Aleardo Ward]]. Dalla C sono promossi in B i doppiatori [[Ferruccio Amendola]], [[Vittoria Febbi]], [[Glauco Onorato]], [[Sergio Tedesco]].
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Anche la categoria C è privata di diversi doppiatori della vecchia guardia come [[Ernesto Almirante]], [[Amelia Beretta]], [[Pio Campa]], [[Giovanna Cigoli]] (madre di [[Emilio Cigoli|Emilio]]), [[Vittorio Cramer]], che continua ad essere utilizzato soltanto per commentare alla sua maniera i "prossimamente", [[Eugenio Duse]], [[Ernesto Gentili]], [[Amilcare Quarra]], [[Clara Ristori]], [[Paola Veneroni]]. Sono confermati nella categoria C gli attori [[Nino Bonanni]], [[Guido Celano]], [[Manlio De Angelis]] (figlio di [[Gualtiero De Angelis|Gualtiero]]), [[Oreste Lionello]], [[Giuliana Maroni]], [[Ria Saba]], i coniugi Saccenti, [[Giovanni Saccenti|Giovanni]] e [[Maria Saccenti|Maria]], [[Giulia Turi]], la madre di [[Renato Turi|Renato]], [[Aleardo Ward]]. Dalla C sono promossi in B i doppiatori [[Ferruccio Amendola]], [[Vittoria Febbi]], [[Glauco Onorato]], [[Sergio Tedesco]].
 
Dalla categoria B escono [[Stella Aliquò]], [[Nino Camarda]] (padre della futura voce di ''[[E.T. l'extraterrestre]]'', [[Elsa Camarda|Elsa]], in arte Mara Landi), [[Mario Corte]], [[Cesare Fantoni]] (padre di [[Sergio Fantoni|Sergio]]), [[Mimosa Favi]] (moglie di  [[Gino Baghetti]]), [[Leo Garavaglia]], [[Micaela Giustiniani]], [[Loris Gizzi]], [[Augusto Mastrantoni]], [[Dina Perbellini]], [[Lina Robino]] (moglie di [[Lauro Gazzolo]]), [[Marcella Rovena]], tutti attori presenti nel momento della costituzione della scomparsa cooperativa, tranne Aliquò e Robino.
 
Dalla categoria B escono [[Stella Aliquò]], [[Nino Camarda]] (padre della futura voce di ''[[E.T. l'extraterrestre]]'', [[Elsa Camarda|Elsa]], in arte Mara Landi), [[Mario Corte]], [[Cesare Fantoni]] (padre di [[Sergio Fantoni|Sergio]]), [[Mimosa Favi]] (moglie di  [[Gino Baghetti]]), [[Leo Garavaglia]], [[Micaela Giustiniani]], [[Loris Gizzi]], [[Augusto Mastrantoni]], [[Dina Perbellini]], [[Lina Robino]] (moglie di [[Lauro Gazzolo]]), [[Marcella Rovena]], tutti attori presenti nel momento della costituzione della scomparsa cooperativa, tranne Aliquò e Robino.
  
 
==L'arrivo di Mario Maldesi alla CDC==
 
==L'arrivo di Mario Maldesi alla CDC==
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Il consiglio decide inoltre di chiamare nella nuova società, [[Mario Maldesi]], il direttore di doppiaggio della [[CID]] a cui tanti registi italiani affidano i loro film da doppiare. La nuova CDC cerca di allargare il suo mercato e Maldesi, a cui è stata garantita la massima libertà nella scelta dei doppiatori da utilizzare, ha le credenziali giuste per portare elementi di novità nell'ambiente dei direttori di doppiaggio. Con Maldesi si trasferiscono [[Ornella Cappellini]], sua fidata assistente, e gli attori [[Mario Feliciani]], [[Corrado Gaipa]], [[Valeria Valeri]], [[Gianni Bonagura]] e [[Melina Martello]]. Anche tra i direttori si lamenta una vittima illustre, [[Nicola Fausto Neroni]], capo edizione della Warner Bros. Ma la casa di produzione statunitense reagisce alla decisione, tanto che i nuovi vertici della CDC cercano di recuperare Neroni che, però, rifiuta di rientrare.
 
Il consiglio decide inoltre di chiamare nella nuova società, [[Mario Maldesi]], il direttore di doppiaggio della [[CID]] a cui tanti registi italiani affidano i loro film da doppiare. La nuova CDC cerca di allargare il suo mercato e Maldesi, a cui è stata garantita la massima libertà nella scelta dei doppiatori da utilizzare, ha le credenziali giuste per portare elementi di novità nell'ambiente dei direttori di doppiaggio. Con Maldesi si trasferiscono [[Ornella Cappellini]], sua fidata assistente, e gli attori [[Mario Feliciani]], [[Corrado Gaipa]], [[Valeria Valeri]], [[Gianni Bonagura]] e [[Melina Martello]]. Anche tra i direttori si lamenta una vittima illustre, [[Nicola Fausto Neroni]], capo edizione della Warner Bros. Ma la casa di produzione statunitense reagisce alla decisione, tanto che i nuovi vertici della CDC cercano di recuperare Neroni che, però, rifiuta di rientrare.
L'errore non è ripetuto con [[Franco Schirato, troppo legato alla Metro Goldwyn Mayer da quasi trent'anni.
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L'errore non è ripetuto con [[Franco Schirato]], troppo legato alla Metro Goldwyn Mayer da quasi trent'anni.
 
Sono promossi direttori di doppiaggio [[Emilio Cigoli]] e [[Lydia Simoneschi]].<br />
 
Sono promossi direttori di doppiaggio [[Emilio Cigoli]] e [[Lydia Simoneschi]].<br />
 
Gli attori delle categorie Extra, A e B, i quali danno una forte garanzia di attaccamento all'organizzazione, in cui operano da vent'anni, e prova di indiscussa professionalità, vengono tutti confermati ad eccezione di Giorgio Albertazzi che non si è mai dedicato all'attività di doppiatore come i vertici della CDC richiedono. Passano dalla categoria A alla Extra gli attori [[Maria Pia Di Meo]], [[Sergio Fantoni]], [[Nando Gazzolo]] e [[Enrico Maria Salerno]]. Salgono in A dalla B i doppiatori [[Rita Savagnone]], [[Massimo Turci]], [[Renato Turi]]. A [[Mauro Zambuto]], la voce di Stan Laurel (Stanlio), che si era trasferito una decina di anni prima negli Stati Uniti per assumere l'incarico di docente di Fisica Teorica nella prestigiosa Università del New Jersey, non si ritiene di dover confermare la qualifica di socio onorario che continua ad essere concessa a [[Gino Cervi]], [[Paolo Stoppa]], [[Alberto Sordi]].
 
Gli attori delle categorie Extra, A e B, i quali danno una forte garanzia di attaccamento all'organizzazione, in cui operano da vent'anni, e prova di indiscussa professionalità, vengono tutti confermati ad eccezione di Giorgio Albertazzi che non si è mai dedicato all'attività di doppiatore come i vertici della CDC richiedono. Passano dalla categoria A alla Extra gli attori [[Maria Pia Di Meo]], [[Sergio Fantoni]], [[Nando Gazzolo]] e [[Enrico Maria Salerno]]. Salgono in A dalla B i doppiatori [[Rita Savagnone]], [[Massimo Turci]], [[Renato Turi]]. A [[Mauro Zambuto]], la voce di Stan Laurel (Stanlio), che si era trasferito una decina di anni prima negli Stati Uniti per assumere l'incarico di docente di Fisica Teorica nella prestigiosa Università del New Jersey, non si ritiene di dover confermare la qualifica di socio onorario che continua ad essere concessa a [[Gino Cervi]], [[Paolo Stoppa]], [[Alberto Sordi]].
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==I nuovi, grandi, direttori della CDC==
 
==I nuovi, grandi, direttori della CDC==
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'''[[Giulio Panicali]]''', primo doppiatore a diventare direttore nella seconda metà degli anni '40, cura i film della Columbia e United Artist. Egli, con le assistenti [[Marcella Gabrini]] e [[Elisa Pasquini]], tende ad una distribuzione classica delle voci, chiamando soprattutto [[Emilio Cigoli]], [[Massimo Turci]], [[Rosetta Calavetta]], [[Fiorella Betti]], [[Giorgio Capecchi]], [[Giuseppe Rinaldi]], [[Lydia Simoneschi]], [[Bruno Persa]]. Ma Panicali è anche pronto a dare spazio ai giovani come [[Sergio Graziani]], a cui affida l'arduo compito di far recitare in italiano Peter O'Toole in ''[[Lawrence d'Arabia]]'', chiamando Rinaldi per Alee Gumness, [[Pino Locchi]] per Omar Sharif, [[Carlo Romano]] per Donald Wolfit, [[Manlio Busoni]] per Arthur Kennedy, Capecchi per [[Anthony Quinn]], [[Mario Pisu]] per Jack Hawkins, Persa per Claude Rains, [[Renato Turi]] per José Ferrer, egli stesso per Anthony Quayle.
 
'''[[Giulio Panicali]]''', primo doppiatore a diventare direttore nella seconda metà degli anni '40, cura i film della Columbia e United Artist. Egli, con le assistenti [[Marcella Gabrini]] e [[Elisa Pasquini]], tende ad una distribuzione classica delle voci, chiamando soprattutto [[Emilio Cigoli]], [[Massimo Turci]], [[Rosetta Calavetta]], [[Fiorella Betti]], [[Giorgio Capecchi]], [[Giuseppe Rinaldi]], [[Lydia Simoneschi]], [[Bruno Persa]]. Ma Panicali è anche pronto a dare spazio ai giovani come [[Sergio Graziani]], a cui affida l'arduo compito di far recitare in italiano Peter O'Toole in ''[[Lawrence d'Arabia]]'', chiamando Rinaldi per Alee Gumness, [[Pino Locchi]] per Omar Sharif, [[Carlo Romano]] per Donald Wolfit, [[Manlio Busoni]] per Arthur Kennedy, Capecchi per [[Anthony Quinn]], [[Mario Pisu]] per Jack Hawkins, Persa per Claude Rains, [[Renato Turi]] per José Ferrer, egli stesso per Anthony Quayle.
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'''[[Lauro Gazzolo]]''', che è assistito dai coniugi Fossi, [[Stefania Fossi|Stefania]] e [[Gino Fossi|Gino]], non ha una casa di produzione fissa che gli affida i suoi film. Spesso dirige le pellicole importate dalla Francia, della Fox, se Romano è impegnato, e i film di [[Sergio Leone]]. Gazzolo sceglie i doppiatori in base alle esigenze del momento con una predilezione per [[Arturo Dominici]] a cui dà volentieri più personaggi.  
 
'''[[Lauro Gazzolo]]''', che è assistito dai coniugi Fossi, [[Stefania Fossi|Stefania]] e [[Gino Fossi|Gino]], non ha una casa di produzione fissa che gli affida i suoi film. Spesso dirige le pellicole importate dalla Francia, della Fox, se Romano è impegnato, e i film di [[Sergio Leone]]. Gazzolo sceglie i doppiatori in base alle esigenze del momento con una predilezione per [[Arturo Dominici]] a cui dà volentieri più personaggi.  
Nel [[1964]] il quasi sconosciuto Sergio Leone chiama Gazzolo, notissimo negli ambienti teatrali e cinematografici italiani, nonché creatore della caratterizzazione vocale del "vecchietto del West", a redigere il piano di lavorazione, a scegliere i doppiatori e a dm gerii in sala di sincronizzazione per il suo primo western Per un pugno di dollari. Gazzolo, sollecitato anche dal regista, fa una scelta “rivoluzionaria” nel far doppiare uno sconosciuto Clint Eastwood (Joe) da [[Enrico Maria
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Nel [[1964]] il quasi sconosciuto Sergio Leone chiama Gazzolo, notissimo negli ambienti teatrali e cinematografici italiani, nonché creatore della caratterizzazione vocale del "vecchietto del West", a redigere il piano di lavorazione, a scegliere i doppiatori e a dm gerii in sala di sincronizzazione per il suo primo western ''[[Per un pugno di dollari]]''. Gazzolo, sollecitato anche dal regista, fa una scelta “rivoluzionaria” nel far doppiare uno sconosciuto Clint Eastwood (Joe) da [[Enrico Maria Salerno]], un attore molto famoso in quel periodo grazie alla televisione. <br />
Salerno]], un attore molto famoso in quel periodo grazie alla televisione. <br />
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I titoli attribuiscono la regia ad un improbabile Bob Robertson e nella parte di Ramon Rojo si riporta un altrettanto improbabile John Wells che, stranamente, somiglia ad un volto già abbastanza conosciuto, quello di [[Gian Maria Volonté]], il quale, però, parla con la timbrica notissima di un altro attore che spopola in TV, [[Nando Gazzolo]], figlio di Lauro. Gli spettatori più avveduti sono colti da uno stato di confusione che è mitigato soltanto dal grande divertimento che il film riesce a procurare. I più attenti riconoscono la voce di [[Luigi Pavese]] (Silvanito, José Calvo), spesso impegnato al fianco di Totò, [[Bruno Persa]] (Esteban Rojo, Sieghardt Rupp), che ha legato indissolubilmente la sua timbrica al volto di Humphrey Bogart, anche se sono anni che Persa ha perso il privilegio di doppiare uno dei miti di Hollywood. I “caratteristi” dai volti truci, Aldo Sambrell (Rubio) e Mano Brega (Chico), i quali saranno una presenza costante nel genere “spaghetti western” che sta per prendere l'avvio, hanno le voci, rispettivamente, di [[Sergio Graziani]], la cui timbrica carezzevole aderisce perfettamente al delicato volto di Peter O'Toole e [[Renato Turi]], la voce di tutti i vampiri svolazzanti nei cinema italiani, tra cui quelli impersonati da Christopher Lee. Con Gazzolo direttore non può mancare Arturo Dominici, il comandante delle truppe con l'oro, e Lauro Gazzolo stesso che, come sua abitudine, firma le pellicole che dirige doppiando parti di poche battute, per l'occasione si sostituisce al vecchio becchino.
 
I titoli attribuiscono la regia ad un improbabile Bob Robertson e nella parte di Ramon Rojo si riporta un altrettanto improbabile John Wells che, stranamente, somiglia ad un volto già abbastanza conosciuto, quello di [[Gian Maria Volonté]], il quale, però, parla con la timbrica notissima di un altro attore che spopola in TV, [[Nando Gazzolo]], figlio di Lauro. Gli spettatori più avveduti sono colti da uno stato di confusione che è mitigato soltanto dal grande divertimento che il film riesce a procurare. I più attenti riconoscono la voce di [[Luigi Pavese]] (Silvanito, José Calvo), spesso impegnato al fianco di Totò, [[Bruno Persa]] (Esteban Rojo, Sieghardt Rupp), che ha legato indissolubilmente la sua timbrica al volto di Humphrey Bogart, anche se sono anni che Persa ha perso il privilegio di doppiare uno dei miti di Hollywood. I “caratteristi” dai volti truci, Aldo Sambrell (Rubio) e Mano Brega (Chico), i quali saranno una presenza costante nel genere “spaghetti western” che sta per prendere l'avvio, hanno le voci, rispettivamente, di [[Sergio Graziani]], la cui timbrica carezzevole aderisce perfettamente al delicato volto di Peter O'Toole e [[Renato Turi]], la voce di tutti i vampiri svolazzanti nei cinema italiani, tra cui quelli impersonati da Christopher Lee. Con Gazzolo direttore non può mancare Arturo Dominici, il comandante delle truppe con l'oro, e Lauro Gazzolo stesso che, come sua abitudine, firma le pellicole che dirige doppiando parti di poche battute, per l'occasione si sostituisce al vecchio becchino.
 
II film, che è costato pochissimo, non si può permettere di scialacquare per il doppiaggio, così sono diversi i raddoppi pur essendo relativamente pochi i personaggi.  Come autore delle musiche i titoli riportano un certo Leo Nichols. Impareremo a chiamarlo Ennio Morricone. Dai cinema gli spettatori escono soddisfatti e alcuni, i più avveduti che hanno capito, sono increduli di aver visto un western “made in italy” di gran lunga più esaltante di quelli statunitensi ormai entrati, dopo ''[[L'uomo che uccise Liberty Valance]]'', in una fase di declino. Il successo è strepitoso e Leone, che si affretta a recuperare il suo cognome, affiderà quasi sempre a Lauro Gazzolo la direzione del doppiaggio delle sue pellicole.
 
II film, che è costato pochissimo, non si può permettere di scialacquare per il doppiaggio, così sono diversi i raddoppi pur essendo relativamente pochi i personaggi.  Come autore delle musiche i titoli riportano un certo Leo Nichols. Impareremo a chiamarlo Ennio Morricone. Dai cinema gli spettatori escono soddisfatti e alcuni, i più avveduti che hanno capito, sono increduli di aver visto un western “made in italy” di gran lunga più esaltante di quelli statunitensi ormai entrati, dopo ''[[L'uomo che uccise Liberty Valance]]'', in una fase di declino. Il successo è strepitoso e Leone, che si affretta a recuperare il suo cognome, affiderà quasi sempre a Lauro Gazzolo la direzione del doppiaggio delle sue pellicole.
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Tutt'altra esperienza, invece, vivono i direttori della CDC come '''[[Franco Schirato]]''', intoccabile nella sua predominante posizione di direttore della MGM dal 1934 e successivamente della RKO, delle pellicole importate dalla Gran Bretagna e della INDIEF, la casa di distribuzione dei film di Ingmar Bergman. Con Schirato fin dall'inizio collabora [[Amedeo Giovacchini]], nato a Firenze il 1° novembre 1888, che è sulla soglia della pensione quando si insedia negli ultimi giorni di maggio del 1963 il nuovo consiglio della CDC.<br />
 
Tutt'altra esperienza, invece, vivono i direttori della CDC come '''[[Franco Schirato]]''', intoccabile nella sua predominante posizione di direttore della MGM dal 1934 e successivamente della RKO, delle pellicole importate dalla Gran Bretagna e della INDIEF, la casa di distribuzione dei film di Ingmar Bergman. Con Schirato fin dall'inizio collabora [[Amedeo Giovacchini]], nato a Firenze il 1° novembre 1888, che è sulla soglia della pensione quando si insedia negli ultimi giorni di maggio del 1963 il nuovo consiglio della CDC.<br />
 
Il figlio di Amedeo, [[Aldo Giovacchini|Aldo]], è socio della cooperativa dall'aprile del 1961, inserito in categoria D. Egli sente che la strada nel mondo delle voci è già idealmente tracciata per lui dall'avventura del padre. È naturale che accetti la proposta dei dirigenti di prendere il posto di Amedeo nella nuova società e passare alla categoria C.
 
Il figlio di Amedeo, [[Aldo Giovacchini|Aldo]], è socio della cooperativa dall'aprile del 1961, inserito in categoria D. Egli sente che la strada nel mondo delle voci è già idealmente tracciata per lui dall'avventura del padre. È naturale che accetti la proposta dei dirigenti di prendere il posto di Amedeo nella nuova società e passare alla categoria C.
In una calda giornata dei primi di giugno, mentre le scene spezzettate in anelli di ''[[Colpo grosso al casinò]]'' si rincorrono per dare modo ai vecchi leoni, [[Emilio Cigoli]] (Jean Gabin) e [[Lydia Simoneschi]] (Viviane Romance), di acchiappare toni e timbri giusti, Schirato chiede ad Aldo di subentrare al padre, visibilmente affaticato. Il 26 settembre del 1963 Franco Schirato e Aldo Giovacchini entrano in sala di doppiaggio con il piano di lavorazione, uno dei pochi salvati, di ''[[Assassinio al galoppatoio]]'' Hanno lavorato due giorni per redigerlo; impiegheranno sette turni, di tre ore ciascuno, per doppiare il film. Giovacchini, che ha provveduto a raggruppare nel modo più razionale e conveniente gli anelli, seguendo due precise coordinate: impegnare i doppiatori per il minor numero di turni e per il maggior numero di anelli a turno, passa alle segretarie il compito di chiamare i doppiatori. Dopo la pianificazione c'è sempre qualche attore che non può essere presente per qualche altro impegno più importante, allora si procede a cambiare date e orari dei turni, ma sempre rispettando i ristretti limiti di tempo imposti dai committenti. Bisogna, poi, tenere conto della disponibilità delle sale di sincronizzazione, oberate di richieste.
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In una calda giornata dei primi di giugno, mentre le scene spezzettate in anelli di ''[[Colpo grosso al casinò]]'' si rincorrono per dare modo ai vecchi leoni, [[Emilio Cigoli]] (Jean Gabin) e [[Lydia Simoneschi]] (Viviane Romance), di acchiappare toni e timbri giusti, Schirato chiede ad Aldo di subentrare al padre, visibilmente affaticato. Il 26 settembre del 1963 Franco Schirato e Aldo Giovacchini entrano in sala di doppiaggio con il piano di lavorazione, uno dei pochi salvati, di ''[[Assassinio al galoppatoio]]''. Hanno lavorato due giorni per redigerlo; impiegheranno sette turni, di tre ore ciascuno, per doppiare il film. Giovacchini, che ha provveduto a raggruppare nel modo più razionale e conveniente gli anelli, seguendo due precise coordinate: impegnare i doppiatori per il minor numero di turni e per il maggior numero di anelli a turno, passa alle segretarie il compito di chiamare i doppiatori. Dopo la pianificazione c'è sempre qualche attore che non può essere presente per qualche altro impegno più importante, allora si procede a cambiare date e orari dei turni, ma sempre rispettando i ristretti limiti di tempo imposti dai committenti. Bisogna, poi, tenere conto della disponibilità delle sale di sincronizzazione, oberate di richieste.
 
Il primo turno di doppiaggio di ''Assassinio al galoppatoio'', previsto per mercoledì 2 ottobre, viene anticipato in tutta fretta al 26 settembre, per sfruttare anche il giorno di domenica 28, con la speranza di avere in sala di registrazione, [[Luigi Pavese]], a cui Schirato vuole affidare il compito di doppiare il personaggio di Hector.<br />
 
Il primo turno di doppiaggio di ''Assassinio al galoppatoio'', previsto per mercoledì 2 ottobre, viene anticipato in tutta fretta al 26 settembre, per sfruttare anche il giorno di domenica 28, con la speranza di avere in sala di registrazione, [[Luigi Pavese]], a cui Schirato vuole affidare il compito di doppiare il personaggio di Hector.<br />
 
Ma Pavese, che è l'unico ad avere in CDC una lavagna dove riportare le date in cui può dedicarsi al doppiaggio, non riesce a liberarsi da un impegno cinematografico. Si decide di sostituirlo con [[Giorgio Capecchi]]. Schirato, che ama scarabocchiare sui piani nei momenti di pausa, seguirà attentamente gli attori nelle fasi recitative, mentre Giovacchini, si adopera a far rispettare la sequenza di proiezione dei rulli, contenenti gli anelli, badando al sincronismo labiale espresso dai doppiatori.  
 
Ma Pavese, che è l'unico ad avere in CDC una lavagna dove riportare le date in cui può dedicarsi al doppiaggio, non riesce a liberarsi da un impegno cinematografico. Si decide di sostituirlo con [[Giorgio Capecchi]]. Schirato, che ama scarabocchiare sui piani nei momenti di pausa, seguirà attentamente gli attori nelle fasi recitative, mentre Giovacchini, si adopera a far rispettare la sequenza di proiezione dei rulli, contenenti gli anelli, badando al sincronismo labiale espresso dai doppiatori.  

Versione attuale delle 15:09, 27 dic 2013

a cura di Gerardo Di Cola


Indice

La CDC inizia una politica di rinnovamento: la ridistribuzione delle categorie

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Nel 1963 l'economia italiana, in forte espansione da un quinquennio, subisce una battuta d'arresto. Il periodo del facile benessere, raggiunto a prezzo di grandi sacrifici, inizia a dare segni di stanchezza. La sinistra si riaffaccia nell'area di governo dopo una quindicina di anni. Parte degli utili derivanti dall'imprenditoria industriale non trovano nella pratica del reinvestire il naturale sbocco, ma iniziano a prendere la strada dell'esportazione clandestina nei “paradisi fiscali”. Nei vari settori dell'economia non nazionalizzata giuoca un ruolo fondamentale la concorrenza, espressione massima del libero mercato a cui, però, bisogna abituarsi e, soprattutto, adeguarsi.
La società di doppiaggio più importante che opera in Italia, la CDC, è una cooperativa che tra i suoi intendimenti iniziali, ha quello di assicurare a tutti i suoi iscritti un minimo di lavoro garantito mensilmente. Dalla metà degli anni '50 il consiglio di amministrazione della CDC ha messo in atto l'idea di creare una sorta di “ombrello protettivo” sui soci attraverso la distribuzione di sei turni di doppiaggio al mese anche se essi non vengono realmente eseguiti. A beneficiare di questa politica sono soprattutto i doppiatori della categoria D, i quali, spesso, vengono coinvolti per una giornata di doppiaggio (tre turni per nove ore) soltanto per “recitare” nel brusio di scene di massa che si risolvono in alcuni minuti di effettiva partecipazione m sala di sincronizzazione. Quasi tutti questi attori fanno parte della cooperativa dai tempi della fondazione e diversi di loro hanno lavorato nelle poche organizzazioni di doppiaggio sorte prima della Seconda Guerra Mondiale. Sono doppiatori che non hanno mai avuto la soddisfazione di prestare la loro voce a protagonisti o comprimari, ma hanno ugualmente contribuito a rendere credibili le centinaia di film stranieri che invadono l'Italia nel dopoguerra. Essi hanno avuto il tempo di invecchiare nelle sale di doppiaggio, ma adesso la loro presenza nella CDC si è fatta ingombrante.[1]
Nella prima metà degli anni '60 le organizzazioni di doppiaggio concorrenti della CDC sono soprattutto la CID e la SAS. Entrambe le società sono strutturate in una forma più agile con soltanto una ventina di iscritti, ai quali viene data una precedenza non condizionante nel momento della distribuzione delle voci, inoltre un numero fortemente variabile di aderenti può essere utilizzato all'occorrenza.
La CDC, alle prese con una consistente riduzione del fatturato per la forte concorrenza delle altre due organizzazioni, non è più in grado di reggere la politica assistenziale verso i suoi soci più deboli i quali sono anche i più anziani. Bisogna procedere ad una dolorosa “epurazione” e con il dimagrimento degli organici si spera di arginare la crisi che si profila inevitabile per la presenza determinata sul mercato della CID, la quale si aggiudica il doppiaggio di gran parte della produzione filmica italiana e della SAS, che copre soprattutto la fascia dei film a basso costo. È complicato per i vertici della cooperativa procedere alla ristrutturazione degli organici, una riorganizzazione che potrebbe privare da un giorno all'altro diversi doppiatori, con i quali si è lavorato gomito a gomito per anni, di un sostentamento sicuro anche se largamente insufficiente per vivere secondo le aspettative determinate dal morente boom economico.

Il Consiglio direttivo della CDC convoca per il 26 maggio 1963 un'assemblea dei soci con all'ordine del giorno il rinnovamento delle cariche, la riorganizzazione delle categorie e, soprattutto, la trasformazione della cooperativa in società. Un promemoria fatto circolare alcuni giorni prima invita gli iscritti dell'assoluta necessità a non disertare l'importante appuntamento che dovrà sancire sostanziali innovazioni, a non opporsi alla nomina di Emilio Cigoli a Presidente della assemblea stessa e ad appoggiare la candidatura del dott. Giuseppe Morelli a liquidatore della cooperativa, infine, si chiede di rifiutare eventuali proposte di votazioni segrete a favore dell'appello nominale. Le pesanti scelte che devono passare richiedono di “blindare” l'assemblea rispetto a qualsiasi opposizione e per far “digerire” le drastiche decisioni già prese bisogna avere a capo dell'assemblea una personalità carismatica come quella di Cigoli.[2] Tutto va secondo i piani, almeno per le scelte fondamentali che dovranno risolvere una crisi che si sta rivelando dannosa per tutti. In un clima mesto e concitato l'assemblea, praticamente, ratifica tutte le decisioni poste all'attenzione dei soci. La cooperativa si trasforma in società (s.r.l.) di quote con capitale di lire 990.000; l'acronimo CDC viene ad assumere il significato di Compagnia Doppiatori Cinematografici. Si decide di abolire la categoria D, sfoltire la C e la B e inserire qualche nome nuovo tra i direttori di doppiaggio e gli attori. Il nuovo consiglio di amministrazione della neonata società decreta il sacrificio di una trentina di attori della categoria D, anche se non tutti lasciano l'organizzazione per motivi strettamente legati al periodo di difficoltà (alcuni decidono volontariamente di andare in pensione o di trasferirsi in altre società).[3]

Gli attori che si ritrovano fuori sono Armando Alzelmo, Luigi Barberi, Wanda Bernini, Ida Bracci, Bruno Calabretta, Thea Calabretta, Eugenio Cappabianca, Gustavo Conforti, Renato Cristofari, Eligio Croce, Giovanni Dolfini, Paolo Ferrara, Armando Furiai, Renata Giuliani, Emma Guerra, Achille Majeroni, Alfredo Martinelli, Grazia Onorato, Amina Pirani Maggi, Giuseppe Ricagno, Mauro Serra, Ebe Zoli, tutti presenti alla fondazione della CDC; inoltre escono Lucio Bompani, Germana Calderini, Daniela Calvino, Enrico De Angelis (figlio di Gualtiero e fratello di Manlio), Adriana Iannuccelli, Corrado Pani, Ada Romano (la moglie di Felice, fratello di Carlo). I doppiatori Fausto Banchelli, Enrico Besesti (figlio di Mario), Nino Marchetti devono rassegnarsi ad entrare nella lista dei collaboratori. Passano dalla categoria D alla C gli attori Luciano De Ambrosis, Arturo Dominici, Mario Mastria, Elda Tattoli, Vittorio Stagni e gli assistenti di doppiaggio Mara Salvini e Aldo Giovacchini che subentra al padre, Amedeo. L'attore Sergio Graziani è inserito direttamente nella categoria B dopo aver doppiato magistralmente Peter O'Toole in Lawrence d'Arabia.
Anche la categoria C è privata di diversi doppiatori della vecchia guardia come Ernesto Almirante, Amelia Beretta, Pio Campa, Giovanna Cigoli (madre di Emilio), Vittorio Cramer, che continua ad essere utilizzato soltanto per commentare alla sua maniera i "prossimamente", Eugenio Duse, Ernesto Gentili, Amilcare Quarra, Clara Ristori, Paola Veneroni. Sono confermati nella categoria C gli attori Nino Bonanni, Guido Celano, Manlio De Angelis (figlio di Gualtiero), Oreste Lionello, Giuliana Maroni, Ria Saba, i coniugi Saccenti, Giovanni e Maria, Giulia Turi, la madre di Renato, Aleardo Ward. Dalla C sono promossi in B i doppiatori Ferruccio Amendola, Vittoria Febbi, Glauco Onorato, Sergio Tedesco. Dalla categoria B escono Stella Aliquò, Nino Camarda (padre della futura voce di E.T. l'extraterrestre, Elsa, in arte Mara Landi), Mario Corte, Cesare Fantoni (padre di Sergio), Mimosa Favi (moglie di Gino Baghetti), Leo Garavaglia, Micaela Giustiniani, Loris Gizzi, Augusto Mastrantoni, Dina Perbellini, Lina Robino (moglie di Lauro Gazzolo), Marcella Rovena, tutti attori presenti nel momento della costituzione della scomparsa cooperativa, tranne Aliquò e Robino.

L'arrivo di Mario Maldesi alla CDC

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Il consiglio decide inoltre di chiamare nella nuova società, Mario Maldesi, il direttore di doppiaggio della CID a cui tanti registi italiani affidano i loro film da doppiare. La nuova CDC cerca di allargare il suo mercato e Maldesi, a cui è stata garantita la massima libertà nella scelta dei doppiatori da utilizzare, ha le credenziali giuste per portare elementi di novità nell'ambiente dei direttori di doppiaggio. Con Maldesi si trasferiscono Ornella Cappellini, sua fidata assistente, e gli attori Mario Feliciani, Corrado Gaipa, Valeria Valeri, Gianni Bonagura e Melina Martello. Anche tra i direttori si lamenta una vittima illustre, Nicola Fausto Neroni, capo edizione della Warner Bros. Ma la casa di produzione statunitense reagisce alla decisione, tanto che i nuovi vertici della CDC cercano di recuperare Neroni che, però, rifiuta di rientrare. L'errore non è ripetuto con Franco Schirato, troppo legato alla Metro Goldwyn Mayer da quasi trent'anni. Sono promossi direttori di doppiaggio Emilio Cigoli e Lydia Simoneschi.
Gli attori delle categorie Extra, A e B, i quali danno una forte garanzia di attaccamento all'organizzazione, in cui operano da vent'anni, e prova di indiscussa professionalità, vengono tutti confermati ad eccezione di Giorgio Albertazzi che non si è mai dedicato all'attività di doppiatore come i vertici della CDC richiedono. Passano dalla categoria A alla Extra gli attori Maria Pia Di Meo, Sergio Fantoni, Nando Gazzolo e Enrico Maria Salerno. Salgono in A dalla B i doppiatori Rita Savagnone, Massimo Turci, Renato Turi. A Mauro Zambuto, la voce di Stan Laurel (Stanlio), che si era trasferito una decina di anni prima negli Stati Uniti per assumere l'incarico di docente di Fisica Teorica nella prestigiosa Università del New Jersey, non si ritiene di dover confermare la qualifica di socio onorario che continua ad essere concessa a Gino Cervi, Paolo Stoppa, Alberto Sordi. Nel 1963 escono definitivamente dalla scena delle sale di doppiaggio i grandi attori-doppiatori Augusto Marcacci, Olinto Cristina, Amilcare Pettinelli, i quali seguono l'abbandono, avvenuto qualche anno prima, di Mario Besesti e Tina Lattanzi. È il segno inequivocabile che il periodo d'oro del doppiaggio ha imboccato la via del tramonto. I vertici della nuova CDC hanno la sensazione che qual cosa di epocale sta avvenendo: per la prima volta sentono la necessità di inserire nelle liste ufficiali, tra i collaboratori, i bambini, alcuni dei quali, nel giro di qualche anno, diventeranno i protagonisti delle sale di doppiaggio. I doppiatori bambini sono: Sandro Acerbo, Claudio Bartolomei, Claudio Capone, Micaela Carmosino, Roberto Chevalier, Valerio Garbanno, Massimo Giuliani, Loretta Goggi, Loris Loddi, Daniele Lolli, Edoardo Nevola, Marco Paolini, Carlo Parolisi, Isabella Pasanisi, Anna Rita Pasanisi, Solotina Raparelli, Massimo Rulli, Liliana Sorrentino.

Il cambio di testimone da Neroni a Cigoli alla guida delle edizioni italiane della Warner Bros

Nella nuova CDC, che continua ad avere la sede in Roma, via Beccaria n. 94, si ricrea un clima di collaborazione sotto la presidenza di Amilcare Pettinelli, riconfermato nella canea per mandare un chiaro segnale di continuità con il passato, a cui da lì a poco subentrerà Giorgio Capecchi. Enrico Boncompagni è eletto amministratore delegato. Ogni socio si fa carico di una quota il cui valore è legato alla categoria di appartenenza, una quota della categoria C vale lire 1.000. Cigoli finalmente ottiene la qualifica di direttore di doppiaggio divenendo il referente della Warner Bros in sostituzione di Nicola Fausto Neroni. Neroni, che si è sempre sentito abbastanza svincolato dai condizionamenti dettati dalla consuetudine di rendere inscindibile il volto dell'attore doppiato dalla voce del doppiatore, preferisce lavorare con Gualtiero De Angelis, Nino Pavese, Gianfranco Bellini, Micaela Giustiniani, Dhia Cristiani, Clelia Bernacchi, Mario Pisu, Giovanna Scotto. Certamente non può non scegliere Cigoli per doppiare John Wayne come in Sentieri selvaggi e Un dollaro d'onore, anche se almeno in una occasione, ne Lo squalo tonante, ha imposto la voce di Manlio De Angelis su Wayne. Però egli, che è l'unico a poter pretendere di avere il nome nei titoli di coda avendo la duplice funzione di direttore e di capo edizione della WB, evita, quando le circostanze glielo permettono, di chiamare le “stelle” delle sale di sincronizzazione, anche se gli attori sono famosi e i personaggi interpretati di primissimo piano. Sceglie De Angelis per doppiare Kirk Douglas in Chimere (1950) di Michael Curtiz, affidando, come al solito, a Clelia Bernacchi il compito di far recitare in italiano un'attrice di spicco come Lauren Bacall. Sceglie Giuseppe Rinaldi per James Dean nel suo film di esordio, La valle dell'Eden, e un giovane attore emergente, Sergio Fantoni, per doppiare Rock Hudson ne Il gigante, chiamando al leggio Micaela Giustiniani quale voce di Elizabeth Taylor.
E ancora De Angelis per doppiare John Garfield in Golfo del Messico (1951) di Michael Curtiz, utilizzando Franca Dominici per Patricia Neal. Sceglie Bruno Persa per Humphrey Bogart in Casablanca, affidando a Giovanna Scotto il compito di prestare la voce ad Ingrid Bergman abitualmente doppiata da Lydia Simoneschi. Neroni, il cui assistente è Umberto Bompani, negli stessi anni in cui si permette di non chiamare Cigoli per i protagonisti, non può non servirsi di lui per far recitare Gary Cooper in La fonte meravigliosa (1950) di King Vidor e Le foglie d'oro (1951) di Michael Curtiz, essendo la stessa WB a richiedere la voce di Cigoli per doppiare il suo “divo”. Ma quando le pressioni sono nulle, egli evita accuratamente di inserire nel cast dei doppiatori Cigoli e suo cognato, Giulio Panicali, quasi a voler sottolineare la sua indipendenza e autonomia dalle due personalità di spicco che più di altri condizionano la vita della cooperativa CDC.
Nella primavera del 1963 i conti tra Neroni e Cigoli si chiudono definitivamente: il grande doppiatore diviene direttore e i film WB passano alla sua gestione. Emilio Cigoli - coadiuvato dalle assistenti Mara Salvini e Gabriella Bompani - pur dimostrando di non avere preferenze nella scelta dei doppiatori, con un atteggiamento di assoluto pragmatismo sceglie i doppiatori con l'intento più o meno esplicito di creare binomi inscindibili con i doppiati. È un vecchio modo di concepire la distribuzione delle voci che tiene conto, principalmente, di due fattori, l'importanza dell'attore e il ruolo che ricopre; un modo che gli ha permesso nel passato di legare la sua straordinaria voce in maniera indissolubile e condizionante a tantissimi attori. Fa da contrappeso a questa politica quella portata in CDC da Maldesi che difficilmente si serve delle voci usuali, se non per le parti secondane. Quando lo stesso Maldesi ritiene adatto utilizzare un doppiatore “famoso” la cui voce “appartiene” ad attori famosi, trova la ferma resistenza di alcuni registi italiani, suoi abituali clienti, che apertamente gli mostrano forti perplessità rispetto alla scelta di entrare nella CDC. Francesco Rosi accetta di far doppiare da Rinaldi, Miguel Mateo, nel film girato in Spagna nel 1964, II momento della verità, soltanto dopo un provino nel quale la voce al maschile più bella del cinema italiano dimostra tutta la sua bravura.

I nuovi, grandi, direttori della CDC

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Giulio Panicali, primo doppiatore a diventare direttore nella seconda metà degli anni '40, cura i film della Columbia e United Artist. Egli, con le assistenti Marcella Gabrini e Elisa Pasquini, tende ad una distribuzione classica delle voci, chiamando soprattutto Emilio Cigoli, Massimo Turci, Rosetta Calavetta, Fiorella Betti, Giorgio Capecchi, Giuseppe Rinaldi, Lydia Simoneschi, Bruno Persa. Ma Panicali è anche pronto a dare spazio ai giovani come Sergio Graziani, a cui affida l'arduo compito di far recitare in italiano Peter O'Toole in Lawrence d'Arabia, chiamando Rinaldi per Alee Gumness, Pino Locchi per Omar Sharif, Carlo Romano per Donald Wolfit, Manlio Busoni per Arthur Kennedy, Capecchi per Anthony Quinn, Mario Pisu per Jack Hawkins, Persa per Claude Rains, Renato Turi per José Ferrer, egli stesso per Anthony Quayle.

Luigi Savini, un altro direttore che viene da lontano, passa indenne la fase delicata della ristrutturazione, anche se le due case di produzione di cui cura i doppiaggi, Paramount e Universal, sono molto appetibili. Il suo assistente è Andrea Maroni, che alcune volte coadiuva i registi italiani nella fase di post-sincronizzazione dei loro film, esempio Il bell'Antonio. Savini non ama improvvisare nella scelta delle voci, andando sul sicuro con i vari Panicali, Cigoli, Carlo Romano, Simoneschi, Pino Locchi, Maria Pia Di Meo e Stefano Sibaldi prima della sua uscita dalla vecchia CDC; ma accuratamente evita di inserire nei suoi piani di distribuzione un grande come Gualtiero De Angelis, il quale, dilettandosi di poesia, lo ripaga con un feroce componimento Storia vera d'un… apparso nella raccolta Cose mie (Gesualdi Editore, Roma, 1973). Savini realizza il suo capolavoro nella distribuzione de I dieci comandamenti ma non si trova a proprio agio quando è costretto a ricorrere ad attori esterni alla CDC come nel film Barabba dove il produttore De Laurentiis vuole per Anthony Quinn la sua voce usuale, quella di Arnoldo Foà, il quale incide in colonna separata, come Silvana Mangano e Vittorio Gassman che si auto-doppiano. Carlo Romano, la cui assistente è Anita Gabrini, dirige i doppiaggi delle pellicole Fox. Egli non ha delle particolari preferenze nello scegliere i doppiatori da utilizzare anche se tendenzialmente è portato ad inserire nella distribuzione l'attore Aleardo Ward a cui è legato da un vincolo di parentela.
Romano cura il doppiaggio di Il giorno più lungo, il film con tantissimi attori e tutti importanti, il cui piano di lavorazione per la distribuzione delle voci richiede un numero di giorni di gran lunga superiore ai due che solitamente servono. Non vi sono disponibili tanti doppiatori da poter coprire tutti i personaggi, così la pratica abbastanza in uso di far doppiare ai generici più personaggi è estesa, per l'occasione, anche alle voci più note; pratica che varrà alla pellicola l'appellativo di "il film dei raddoppi". Lo stesso Romano, che anche durante la lavorazione in sala di doppiaggio è alla costante ricerca di voci, presta la sua inconfondibile timbrica a più personaggi, nella convinzione dell'epoca che nessuno se ne sarebbe accorto.

Lauro Gazzolo, che è assistito dai coniugi Fossi, Stefania e Gino, non ha una casa di produzione fissa che gli affida i suoi film. Spesso dirige le pellicole importate dalla Francia, della Fox, se Romano è impegnato, e i film di Sergio Leone. Gazzolo sceglie i doppiatori in base alle esigenze del momento con una predilezione per Arturo Dominici a cui dà volentieri più personaggi. Nel 1964 il quasi sconosciuto Sergio Leone chiama Gazzolo, notissimo negli ambienti teatrali e cinematografici italiani, nonché creatore della caratterizzazione vocale del "vecchietto del West", a redigere il piano di lavorazione, a scegliere i doppiatori e a dm gerii in sala di sincronizzazione per il suo primo western Per un pugno di dollari. Gazzolo, sollecitato anche dal regista, fa una scelta “rivoluzionaria” nel far doppiare uno sconosciuto Clint Eastwood (Joe) da Enrico Maria Salerno, un attore molto famoso in quel periodo grazie alla televisione.
I titoli attribuiscono la regia ad un improbabile Bob Robertson e nella parte di Ramon Rojo si riporta un altrettanto improbabile John Wells che, stranamente, somiglia ad un volto già abbastanza conosciuto, quello di Gian Maria Volonté, il quale, però, parla con la timbrica notissima di un altro attore che spopola in TV, Nando Gazzolo, figlio di Lauro. Gli spettatori più avveduti sono colti da uno stato di confusione che è mitigato soltanto dal grande divertimento che il film riesce a procurare. I più attenti riconoscono la voce di Luigi Pavese (Silvanito, José Calvo), spesso impegnato al fianco di Totò, Bruno Persa (Esteban Rojo, Sieghardt Rupp), che ha legato indissolubilmente la sua timbrica al volto di Humphrey Bogart, anche se sono anni che Persa ha perso il privilegio di doppiare uno dei miti di Hollywood. I “caratteristi” dai volti truci, Aldo Sambrell (Rubio) e Mano Brega (Chico), i quali saranno una presenza costante nel genere “spaghetti western” che sta per prendere l'avvio, hanno le voci, rispettivamente, di Sergio Graziani, la cui timbrica carezzevole aderisce perfettamente al delicato volto di Peter O'Toole e Renato Turi, la voce di tutti i vampiri svolazzanti nei cinema italiani, tra cui quelli impersonati da Christopher Lee. Con Gazzolo direttore non può mancare Arturo Dominici, il comandante delle truppe con l'oro, e Lauro Gazzolo stesso che, come sua abitudine, firma le pellicole che dirige doppiando parti di poche battute, per l'occasione si sostituisce al vecchio becchino. II film, che è costato pochissimo, non si può permettere di scialacquare per il doppiaggio, così sono diversi i raddoppi pur essendo relativamente pochi i personaggi. Come autore delle musiche i titoli riportano un certo Leo Nichols. Impareremo a chiamarlo Ennio Morricone. Dai cinema gli spettatori escono soddisfatti e alcuni, i più avveduti che hanno capito, sono increduli di aver visto un western “made in italy” di gran lunga più esaltante di quelli statunitensi ormai entrati, dopo L'uomo che uccise Liberty Valance, in una fase di declino. Il successo è strepitoso e Leone, che si affretta a recuperare il suo cognome, affiderà quasi sempre a Lauro Gazzolo la direzione del doppiaggio delle sue pellicole. Lydia Simoneschi è ammessa nell'olimpo dei direttori di doppiaggio soprattutto per rendere omaggio alla sua lunga, irripetibile e straordinaria carriera di doppiatrice delle più famose dive straniere e italiane. C'è anche un altro motivo: qualificando la Simoneschi i vertici della CDC si cautelano, essendo il numero dei direttori fissato in base al numero dei soci, verso alcuni doppiatori, dai caratteri non docili e dalle tante aspettative, i quali ambiscono ad entrare in sala di doppiaggio con la doppia funzione. Simoneschi, che continua a mettere al servizio di tante attrici le sue non usuali qualità vocali e recitative, viene impegnata a dirigere soprattutto i telefilm che sono affidati alla CDC e che il consiglio di amministrazione della società ha deciso di dividere in parti uguali tra tutti i direttori.

Dagli sceneggiati ai telefilm

I telefilm sono appannaggio soprattutto della ARS, che cura il doppiaggio della serie più famosa mai apparsa m TV, quella di Perry Mason e che si aggiudica anche la serie pomeridiana più seguita dai ragazzi, quella di Rin Tin Tin. I direttori si alternano frequentemente così come gli attori, di conseguenza risulta estremamente difficile risalire ai loro nomi. Tuttavia i doppiatori dei personaggi principali sono Mario Colli per Perry Mason con Francesco Sormano voce del giudice; Claudio Sorrentino per Rusty e il presentatore Corrado, fratello di Riccardo Mantoni, per il tenente giovane. Le organizzazioni concorrenti della CDC annoverano tra i direttori di doppiaggio personalità importanti che operano in qualità di attori e registi in radio e televisione. Per tutti, Renato Cominetti della ARS, il quale cura l'adattamento dei dialoghi e la direzione del doppiaggio di Madre Giovanna degli Angeli di lerzy Kawalerowicz. Cominetti sceglie Lia Zoppelli per far recitare in voce Madre Giovanna, Carlo D'Angelo per Suryn, Mirella Pace per Suor Margherita, Adriano Micantoni per Odryn, Liana Trouscè per Awdosia, Silvio Noto per Padre Imber e Enzo Tarascio per Padre Lattanzio. Attori certamente noti negli ambienti teatrali, radiofonici e televisivi, le cui voci, però, non riescono a lasciare tracce indelebili nelle menti degli spettatori, posandosi esse sporadicamente su volti di attori poco conosciuti in film di scarso impatto popolare. Tutt'altra esperienza, invece, vivono i direttori della CDC come Franco Schirato, intoccabile nella sua predominante posizione di direttore della MGM dal 1934 e successivamente della RKO, delle pellicole importate dalla Gran Bretagna e della INDIEF, la casa di distribuzione dei film di Ingmar Bergman. Con Schirato fin dall'inizio collabora Amedeo Giovacchini, nato a Firenze il 1° novembre 1888, che è sulla soglia della pensione quando si insedia negli ultimi giorni di maggio del 1963 il nuovo consiglio della CDC.
Il figlio di Amedeo, Aldo, è socio della cooperativa dall'aprile del 1961, inserito in categoria D. Egli sente che la strada nel mondo delle voci è già idealmente tracciata per lui dall'avventura del padre. È naturale che accetti la proposta dei dirigenti di prendere il posto di Amedeo nella nuova società e passare alla categoria C. In una calda giornata dei primi di giugno, mentre le scene spezzettate in anelli di Colpo grosso al casinò si rincorrono per dare modo ai vecchi leoni, Emilio Cigoli (Jean Gabin) e Lydia Simoneschi (Viviane Romance), di acchiappare toni e timbri giusti, Schirato chiede ad Aldo di subentrare al padre, visibilmente affaticato. Il 26 settembre del 1963 Franco Schirato e Aldo Giovacchini entrano in sala di doppiaggio con il piano di lavorazione, uno dei pochi salvati, di Assassinio al galoppatoio. Hanno lavorato due giorni per redigerlo; impiegheranno sette turni, di tre ore ciascuno, per doppiare il film. Giovacchini, che ha provveduto a raggruppare nel modo più razionale e conveniente gli anelli, seguendo due precise coordinate: impegnare i doppiatori per il minor numero di turni e per il maggior numero di anelli a turno, passa alle segretarie il compito di chiamare i doppiatori. Dopo la pianificazione c'è sempre qualche attore che non può essere presente per qualche altro impegno più importante, allora si procede a cambiare date e orari dei turni, ma sempre rispettando i ristretti limiti di tempo imposti dai committenti. Bisogna, poi, tenere conto della disponibilità delle sale di sincronizzazione, oberate di richieste. Il primo turno di doppiaggio di Assassinio al galoppatoio, previsto per mercoledì 2 ottobre, viene anticipato in tutta fretta al 26 settembre, per sfruttare anche il giorno di domenica 28, con la speranza di avere in sala di registrazione, Luigi Pavese, a cui Schirato vuole affidare il compito di doppiare il personaggio di Hector.
Ma Pavese, che è l'unico ad avere in CDC una lavagna dove riportare le date in cui può dedicarsi al doppiaggio, non riesce a liberarsi da un impegno cinematografico. Si decide di sostituirlo con Giorgio Capecchi. Schirato, che ama scarabocchiare sui piani nei momenti di pausa, seguirà attentamente gli attori nelle fasi recitative, mentre Giovacchini, si adopera a far rispettare la sequenza di proiezione dei rulli, contenenti gli anelli, badando al sincronismo labiale espresso dai doppiatori.

Note

  1. G. Di Cola, "Le voci del tempo perduto", p. 169
  2. G. Di Cola, "Le voci del tempo perduto", p. 170
  3. G. Di Cola, "Le voci del tempo perduto", p. 171


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