Roma città aperta

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Roma città aperta (1945)
{{{titolooriginale}}} | Italia
regia di Roberto Rossellini
99 minuti | B/N | Drammatico, guerra
una produzione Excelsa Film
scritto da Sergio Amidei, Federico Fellini, Celeste Negarville, Roberto Rossellini

soggetto Sergio Amidei
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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Doppiatori italiani
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Doppiaggio italiano: CDC
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Fotografia di Ubaldo Arata
Musiche di Renzo Rossellini
Effetti speciali a cura di '
Montaggio di Eraldo Da Roma
Scenografie a cura di Rosario Megna
Premi:
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Premi:
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Roma città aperta è un film del 1945 diretto da Roberto Rossellini. È considerato il manifesto del neorealismo e uno dei capolavori assoluti del cinema mondiale. Inoltre è il primo della trilogia della guerra diretti da Rossellini, seguiranno Paisà e Germania anno zero. Indimenticabile è l'interpretazione di Anna Magnani nel ruolo della popolana Pina. Grazie a questo ruolo, di forte intensità drammatica, diventerà celebre in tutto il mondo. Nel cast figura anche uno straordinario Aldo Fabrizi.

Indice

Trama

Don Pietro (Aldo Fabrizi) e il piccolo Marcello, doppiato da un giovane Ferruccio Amendola.

A Roma il regime fascista è caduto, gli Alleati sono sbarcati in Italia ed avanzano verso nord ma ancora non sono giunti nella capitale, dove la resistenza è già attiva. Manfredi, militante comunista e uomo di spicco della resistenza, sfugge a una retata della polizia e si rifugia presso Francesco, un tipografo antifascista, il quale, il giorno seguente, dovrebbe sposare Pina, una vedova madre di un bambino.

La sorella di Pina, Lauretta, fa l'artista in un locale insieme ad un'altra giovane, Marina, legata sentimentalmente in passato a Manfredi; don Pietro, il parroco locale, non nega mai aiuto ai perseguitati politici e fa da portavoce dei partigiani. Egli è benvoluto e rispettato da tutti, compreso Manfredi e la sua banda di piccoli sabotatori, e riesce a passare facilmente attraverso i controlli dei soldati tedeschi..

Edizione e doppiaggio italiano

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Il periodo post-bellico.
Tra i due manifesti di Roma città aperta alcuni fotogrammi significativi e i relativi attori e doppiatori coinvolti.

a cura di Gerardo Di Cola

A cavallo tra il 1944 e il 1945, nella capitale c'è un gruppo di cineasti che cerca con mezzi di fortuna di girare quello che diventerà Roma città aperta. Il film viene proiettato il 24 settembre 1945 al Teatro Quirino in occasione del 1° festival del cinema nella Roma liberata. Probabilmente se, in questa sera autunnale, in una Roma comunque unica, l'ammiraglio condottiero di tante battaglie navali fosse presente alla prima, trarrebbe conferme alle sue convinzioni di trovarsi in un paese agricolo e straccione. Una sorpresa attende anche i detrattori del doppiaggio, ormai in ritirata: il film, che segna l'inizio di una nuova era del cinema e che permetterà ad un'Italia prostrata e povera di riguadagnare la scena intemazionale con un atto di rottura verso gli stilemi del passato, ricorre anch'esso alle cure della sala di registrazione, servendosi delle voci del tempo passato. Gli attori che recitano con la propria voce sono, tra gli altri, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Nando Bruno, Eduardo Passarelli e Giovanna Galletti; i doppiati sono Carla Rovere da Rosetta Calavetta, Marcello Pagherò da Lauro Gazzolo, Harry Feist da Giulio Panicali, Francesco Grandjacquet da Gualtiero De Angelis; il piccolo Marcello ha invece la voce di Ferruccio Amendola. Ci sono anche Bruno Persa che dà la voce ad un militare tedesco, Cesare Polacco ad un inquilino, Giorgio Capecchi ad un militare fascista e Mario Besesti a Flavio, l'oste. Le voci sono l'unico legame con un passato che, tutto d'un tratto, si avverte lontano e diverso. La cinepresa non s'attarda più sui telefoni bianchi, ma affonda il suo occhio magico nella realtà vera per coglierne gli aspetti autentici, dai gesti quotidiani della gente comune[1]

Produzione

La scena centrale del film: la morte di Pina (Anna Magnani), una delle scene più famose del cinema italiano.

Girato in bianco e nero e considerato uno dei capolavori del neorealismo, il film è il primo della cosiddetta "Trilogia della guerra", poi proseguita con Paisà (1946) e Germania anno zero (1948).

Le riprese del film furono fatte in condizioni precarie, sia per il periodo - i tedeschi erano da poco andati via - sia per la scarsa disponibilità del materiale tecnico, compresa la pellicola. Non essendo disponibili gli studi di Cinecittà, già spogliata dalle attrezzature e ridotta ad essere un grande rifugio per gli sfollati, che non potevano essere accolti altrove, Rossellini e la troupe improvvisarono le riprese di alcuni interni nel vecchio teatro Capitani, in via degli Avignonesi 32, dietro via del Tritone.

La scena centrale del film, con la corsa e l'uccisione di Pina (Anna Magnani) dietro al camion che porta via il marito catturato dai tedeschi, fu girata in Via Raimondo Montecuccoli, al quartiere Prenestino-Labicano, ed è forse la sequenza più celebre del neorealismo nonché una delle più famose della storia del cinema italiano.

Il film, presentato al pubblico nel settembre del 1945 senza alcuna anteprima, ebbe scarso successo; solo successivamente dopo aver ricevuto vari premi e riconoscimenti fu apprezzato unanimemente.

Curiosità

  • Su Roma città aperta e sulle difficoltà incontrate dal regista e dalla troupe prima e durante le riprese, nel 1996 è stato girato il film Celluloide di Carlo Lizzani, in cui Massimo Ghini interpreta il ruolo di Rossellini.

Note

  1. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", p. 75

Collegamenti esterni

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