Qualcuno volò sul nido del cuculo

(Differenze fra le revisioni)
(Il titolo)
Riga 85: Riga 85:
 
Emerge quindi una visione relativista del concetto di follia, tanto che durante il film può nascere il dubbio se nel manicomio i veri malati siano proprio i pazienti, e non gli infermieri e i medici che li curano e che hanno anche loro i propri problemi psicologici, più o meno visibili. Si crea quindi un contesto in cui l'idea di ''normalità'' perde notevolmente significato.
 
Emerge quindi una visione relativista del concetto di follia, tanto che durante il film può nascere il dubbio se nel manicomio i veri malati siano proprio i pazienti, e non gli infermieri e i medici che li curano e che hanno anche loro i propri problemi psicologici, più o meno visibili. Si crea quindi un contesto in cui l'idea di ''normalità'' perde notevolmente significato.
  
==Il titolo==
+
royaCI  <a href="http://iorkeqvqlpfm.com/">iorkeqvqlpfm</a>, [url=http://pcsqiokxhchb.com/]pcsqiokxhchb[/url], [link=http://szuypahukpqv.com/]szuypahukpqv[/link], http://zsnnqstwbyrl.com/
Il titolo è altamente simbolico, ma la traduzione italiana limita la comprensione effettiva del suo significato. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: ''Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest'' ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo"). Il termine inglese "cuckoo" indica propriamente il cuculo, ma in senso traslato significa anche "pazzo" e quindi il titolo potrebbe essere tradotto con "qualcuno diventò pazzo".
+
 
+
Il cuculo non costruisce un proprio nido ed è solito deporre le sue uova in quelli altrui. I piccoli di cuculo, una volta venuti al mondo, spingono fuori dal nido i figli degli uccelli che lo hanno costruito. Questa prole adottiva viene poi nutrita dai nuovi genitori che, guidati dall'istinto, continuano ad accudire i nuovi nati come se fossero i loro.
+
 
+
  
 
==Trama==
 
==Trama==

Versione delle 13:30, 2 apr 2010


{{{immagine2}}}
Qualcunovolosulnidodelcuculo.jpg

Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
One Flew Over the Cuckoo's Nest | Stati Uniti d'America
regia di Miloš Forman
125 min | colore | drammatico
una produzione Michael Douglas, Saul Zaentz
scritto da Bo Goldman, Lawrence Hauben

soggetto Ken Kesey (romanzo)
Current user rating: 100% (1 votes)

 You need to enable Javascript to vote

Pix.gif
Pix.gif
Pix.gif
Pix.gif
Pix.gif
Interpreti e personaggi
{{{attori}}}
Doppiatori originali
{{{doppiatorioriginali}}}
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
{{{doppiatoriitaliani}}}
Doppiatori italiani
Doppiatori trailer
{{{trailer}}}
Doppiaggio italiano: CVD, effettuato presso la International Recording
Direzione del doppiaggio: Mario Maldesi
Adattamento dialoghi italiani: Roberto De Leonardis
Assistente al doppiaggio: {{{assistentedoppiaggio}}}
Fonico di doppiaggio: {{{fonicodoppiaggio}}}
Fonico di mix: {{{fonicomix}}}
Sonorizzazione: {{{sonorizzazione}}}
Edizione italiana: {{{edizioneitaliana}}}
Supervisione artistica: {{{supervisioneartistica}}}
Sincronizzazione: {{{sincronizzazione}}}
Fotografia di {{{fotografo}}}
Musiche di {{{musicista}}}
Effetti speciali a cura di {{{effettispeciali}}}
Montaggio di {{{montatore}}}
Scenografie a cura di {{{scenografo}}}
Premi:
{{{premi}}}
Fotografia di Haskell Wexler
Musiche di Jack Nitzsche
Effetti speciali a cura di '
Montaggio di {{{nomemontatore}}}
Scenografie a cura di Paul Sylbert, Edwin O'Donovan
Premi:
*Oscar3.png Oscar3.png Oscar3.png Oscar3.png Oscar3.png 5 Premi Oscar 1976 (su 9 nomination): miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Jack Nicholson), miglior attrice protagonista (Louise Fletcher), miglior sceneggiatura non originale



« Almeno io ci ho provato, vacca troia. Almeno io ci ho provato »
(Randle McMurphy)

Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest) è un film di Miloš Forman, che ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio relativo agli ospedali psichiatrici.

Uscito nel 1975, il film è tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 e tradotto in italiano nel 1976 da Rizzoli Editore. L'autore scrisse il libro in seguito alla propria esperienza da volontario all'interno del «Veterans Administration Hospital» di Palo Alto, in California.

Il film denuncia in maniera drammatica il trattamento inumano cui sono sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture ospedaliere statali, verso cui vige un atteggiamento discriminatorio alimentato dalla paura dell'aggressività dell'alienato mentale.

La psichiatria è un tema che ha influenzato spesso la storia del cinema (basti ricordare Frances, La seconda ombra, Hans, Cade il cielo, La partita infinita). La tecnica cinematografica, fatta solo di immagini, riesce bene a rappresentare direttamente molteplici aspetti della psiche umana.

La domanda di fondo che il film suscita riguarda l'esistenza di una base certa che funga da parametro nello stabilire la linea di demarcazione che separa il mondo della normalità da quello della follia. Nel film, la pazzia è vista come un "non luogo", come un qualcosa che il protagonista ha dentro di sé e vuole portar fuori, quasi a voler dire che in fondo una certa dose di pazzia è insita in ogni uomo, anche in chi non viene ricoverato in manicomio.

Emerge quindi una visione relativista del concetto di follia, tanto che durante il film può nascere il dubbio se nel manicomio i veri malati siano proprio i pazienti, e non gli infermieri e i medici che li curano e che hanno anche loro i propri problemi psicologici, più o meno visibili. Si crea quindi un contesto in cui l'idea di normalità perde notevolmente significato.

royaCI <a href="http://iorkeqvqlpfm.com/">iorkeqvqlpfm</a>, [url=http://pcsqiokxhchb.com/]pcsqiokxhchb[/url], [link=http://szuypahukpqv.com/]szuypahukpqv[/link], http://zsnnqstwbyrl.com/

Indice

Trama

Stop hand.png

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

La vicenda si svolge all'interno dell'Ospedale Psichiatrico di Stato (State Mental Hospital) di Salem in Oregon. Ivi giunge, da un campo di lavoro carcerario americano, un uomo di nome Randle Patrick McMurphy (interpretato da Jack Nicholson) a colloquio con il Primario. Il Dottor Spivey (interpretato da Dean R. Brooks) spiega a McMurphy che dovrà essere trattenuto nell'ospedale psichiatrico per essere vagliato, cioè per determinare se lui soffra o meno di malattia mentale.

Il signor McMurphy apparentemente aderisce, ma pur sapendo di essere sotto osservazione in reparto tiene un comportamento anticonformista nei confronti delle regole che rigidamente disciplinano la vita dei degenti. Tanto per incominciare fa il verso ad un Nativo Americano gigantesco, imitando una danza tribale indiana, poi non prende la medicina e la sputa in faccia ad un altro paziente. Quando non gli viene concesso di vedere la partita di baseball in TV, propone dapprima di sfondare al finestra con un pesante lavabo, ma non riesce a sollevarlo, pur avendo chiesto aiuto al Grande Capo, come lo chiama lui, che non viene in suo aiuto. Dopo aver rinunciato sibila agli altri degenti e si improvvisa radiocronista di una immaginaria partita, e sobilla i degenti a fare rumore, mettendosi contro la caporeparto, la signora Ratched. Un'altra volta organizza una fuga riuscita e conduce i degenti a pescare in una gita su una barca rubata, spacciando se e gli altri per scienziati. Giocando a poker vince tutte le sigarette dei suoi compagni di malattia, così la caporeparto, Signora Ratched è costretta a razionarle. Ne nasce un violento parapiglia e invece di tenersi fuori, come fanno tutti ad eccezione di un altro paziente e del Capo indiano, si scaglia a pugni contro un infermiere e perciò finisce nel reparto agitati, dove è sottoposto ad elettroshock.

Sull'esempio di McMurphy, i degenti imparano ad essere persone e a esprimere liberamente le proprie necessità, contro l'austera disciplina imposta dalla caporeparto Signora Ratched, usando il principio della votazione a maggioranza, che lei stessa ha usato in passato per imporre le regole istituzionali, facendo leva sullo stato di inferiorità nella quale si trovavano gli ammalati mentali. McMurphy capisce quella che lui chiama "la disonestà di fondo di Mildred" e assieme ai degenti cerca di smontarla. I degenti si rendono conto che malgrado la propria malattia sono comunque persone rispettabili e ammirano McMurphy per le sue aspirazioni libertarie. Ma MacMurphy finalmente capisce che l'ospedale psichiatrico non è un luogo adatto a lui e pensa di potersene andare alla scadenza della pena, dopo 68 giorni ma un inserviente gli fa notare che non è così. Lui, adesso che è considerato un ammalato psichiatrico, rimarrà lì, finché non sarà guarito, finché vogliono loro, senza una data precisa in cui uscirà e senza limiti di tempo e allora McMurphy decide di scappare.

Instaurata un'amicizia con Capo Bromden (interpretato da Will Sampson), un Nativo Americano di gigantesche dimensioni, che si era finto sordo-muto per sbarcare il lunario in ospedale, decidono di scappare insieme, in Canada ma prima, corrompendo il custode notturno, organizza una festicciola notturna d'addio per i compagni con la partecipazione di due giovani donne benevolenti, fatte entrare di soppiatto da una finestra. L'ubriachezza vanifica la fuga e invece di scappare MacMurphy si addormenta insieme a tutti. La mattina successiva la Caposala Ratched trova il reparto sottosopra, sporcizia, bottiglie vuote di superalcolici, cicche e gli avanzi della baldoria, la serratura della finestra forzata. In questo disordine inconcepibile in un distinto e ben gestito, quasi modello, reparto come il suo, la Signora Ratched coglie molti degenti addormentati per terra, McMurphy stesso addormentato per terra sotto la finestra spalancata, in particolare trova uno dei pazienti, Billy Bibbit (interpretato da Brad Dourif), in una camera di contenzione, addormentato nudo tra le braccia di una delle due donnine e lo minaccia di rivelare l'accaduto alla madre. Billy di fronte all'ennesima violenza mentale subita, è sgomento, ha paura, perde la testa e si suicida per la vergogna. Di fronte all'evidente responsabilità della Signora Ratched, il Signor McMurphy ha un attacco violento e aggressivo, così le salta addosso tentando di strangolarla, ma un inserviente lo stordisce. Di fronte a quest'ultimo episodio la commissione medica si convince che il Signor McMurphy è un ammalato pericoloso e che questa sua aggressività vada curata con una lobotomia. Mentre tutti i degenti si chiedono dove sia finito, una notte McMurphy appena operato, instupidito, viene ricondotto in reparto. L'indiano, Capo Bromden, quando lo vede in queste condizioni, senza più forza di volontà, lo uccide, soffocandolo con un cuscino. Poi strappa da terra il pesante lavabo di marmo (quello che lo stesso McMurphy, all'inizio, aveva cercato invano di staccare), lo scaglia contro una finestra e fugge dalla breccia, correndo lontano verso la libertà in Canada.

Qualcunovolosulnidodelcuculo-2.jpg

Critica

Il film ha ricevuto ben cinque premi Oscar, cosa che non succedeva da 40 anni. Premio Oscar per il miglior film dell'anno, per il miglior regista, a Milos Forman, per il miglior attore protagonista a Jack Nicholson, che ha interpretato McMurphy, per la miglior attrice protagonista, a Louise Fletcher, che ha interpretato la Caposala Ratched, e per la sceneggiatura. La pellicola ha continuato a vincere un totale di ventotto premi. La pellicola ha ricevuto recensioni miste dai critici. Roger Ebert (che vincerà successivamente il premio Pulitzer) ha sostenuto che "Qualcuno volò sul nido del cuculo" è una pellicola così buona in tante sue parti che c'è la tentazione di perdonarla quando va male, cioè nei momenti in cui insiste sul fare più grandi certi punti di quel che la storia realmente dovrebbe trasmettere, di modo che alla fine le qualità umane dei personaggi si perdono nel significato dell'insieme. Malgrado ciò ci sono dei momenti di luminosità[1]. Ebert successivamente metterà la pellicola sulla sua "lista di grandi film"[2]. Attualmente, la pellicola è considerata come uno dei migliori film americani ed è al 33º posto sulla lista dell'Istituto Americano dei Film; l'infermiera Ratched è al 5º posto sulla lista dei 50 grandi furfanti e il film si pone al 7º posto nell'Internet Movie Database[3].

Nel 1993 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Dal 1975 al 1987, per dodici anni, la pellicola è stata proiettata nei cinematografi svedesi, ottenendo un ulteriore record.

Malgrado il film sia per la maggior parte svolto nel dormitorio/soggiorno di un reparto psichiatrico, vengono dibattuti temi universali e fondamentali della vita, come la contestazione, i diritti dell'individuo, la violenza sessuale sui minori, i Nativi Americani, le intolleranze etnico-culturali, la letteratura americana, il disagio psichico, la follia, l'handicap e la malattia mentale in rapporto con la società.

La gita di pesca nella Baia Depoe (Oregon), è stata aggiunta alla fine e inserita a metà, forse per interrompere la ripetitività della descrizione delle sedute di psicoterapia di gruppo. Malgrado il rischio di essere noiose, queste sedute di psicoterapia non sono monotone. Ogni componente viene descritto e rappresentato con molto realismo e i personaggi sono fedeli al loro stato di malattia in ogni momento. La conduttrice delle sedute di psicoterapia di gruppo, la Signora Ratched, esprime lei stessa la propria sofferenza psichica, cercando di prendere le distanze dalla malattia mentale, che pretende di chiarificare, sforzandosi di inquadrarla in un insieme di rigide regole, come se la malattia psichiatrica si potesse curare con un insieme di imposizioni. Così,la Signora Ratched finisce per usare in modo autoritario la sua funzione terapeutica, rendendosi antipatica e disumana. Le fa da contraltare un paziente McMurphy, abituato a infischiarsene di qualsiasi regola.
Ci viene presentato un ospedale psichiatrico modello, con campo di basket e piscina, una sala per l'idromassaggio, adiacente al dormitorio. Gli ammalati sono suddivisi per gravità di malattia, per cui i meno gravi non devono sopportare la malattia dei più gravi. Gli ammalati meno gravi, sono relativamente liberi e vengono condotti in città con l'autobus. I medici si vedono poco, ci vengono mostrati solo nei propri studi a dare disparati giudizi sulla salute mentale e sulla pericolosità di McMurphy. Ci viene mostrata una seduta di terapia della malattia mentale grave negli anni cinquanta, l'elettroshock.

Molti critici hanno visto nel romanzo da cui è stato tratto il film una metafora della vita che anticipa il 1968, l'anno della contestazione giovanile. Il Signor McMurphy e la Signora Ratched sarebbero le due facce della stessa medaglia, come McMurphy rappresenta lo scontro violento contro l'autorità, così Ratched rappresenta quell'autorità al potere che non si può scalzare.

Curiosità

  • Il film fu girato in un vero ospedale psichiatrico.
  • Per studiare la parte, gli attori hanno partecipato alle sedute di psicoterapia insieme ai pazienti.
  • Il film è stato parodiato in un videoclip della band inglese Oasis, Sunday Morning Call.
  • Jack Nicholson aveva 38 anni quando fu girato il film e ne ha altrettanti R.P. McMurphy (il personaggio da lui interpretato).
  • La canzone dei Metallica Welcome Home (Sanitarium) fu ispirata dal film.
  • In una puntata della serie televisiva I Simpson Bart, obbligato a lavorare in una casa di riposo, rendendosi conto delle condizioni limitative e disumane dell'istituzione, decide di organizzare una gita in barca per portare fuori gli anziani, come fa Mc Murphy. Inoltre, nella stessa puntata, sarà presente un nerboruto indiano, che sfonderà una finestra come il "grande capo" del film.
  • In una puntata de I Simpson è ripresa la scena finale del film dove Homer disteso su un lettino da ospedale delirante viene visto da Barney che dice "Non posso vederlo in questo stato", lo soffoca con un cuscino, sfonda la parete con il rubinetto e scappa. Per rendere divertente il tutto, Boe dice "A quel ragazzo serve una femmina".

Il cast

Kirk Douglas aveva inizialmente destinato a sé stesso il ruolo del personaggio protagonista fin da quando acquistò i diritti per la produzione del film. Suo figlio Michael, dopo che il padre gli ebbe ceduto la produzione, decise che Kirk era troppo vecchio per quella parte. Il ruolo di McMurphy venne inizialmente offerto a James Caan, che rifiutò. Si pensò anche a Marlon Brando e a Gene Hackman, prima di assegnare definitivamente la parte a Jack Nicholson.

Il ruolo della protagonista femminile venne rifiutato da cinque attrici (Anne Bancroft, Colleen Dewhurst, Geraldine Page, Ellen Burstyn e Angela Lansbury) finché Louise Fletcher l'accettò appena una settimana prima dell'inizio delle riprese.

Ellen Burstyn rifiutò il ruolo poiché all'epoca doveva prendersi cura del marito malato mentalmente. Il ruolo, cucito per la Burstyn, ha portato gli inesperti a confondersi con le due attrici (Fletcher e Burstyn) tanto da elogiare in prima persona Ellen Burstyn per una parte appunto non interpretata. La stessa Fletcher dichiarò che fece del suo meglio in uno dei ruoli di Ellen Burstyn, tuttavia la Fletcher riuscì magnificamente nella prova recitativa.

Per le loro interpretazioni in questo film, Jack Nicholson e Louise Fletcher riceveranno nel 1976 il premio Oscar (rispettivamente come miglior attore e migliore attrice), il premio Golden Globe (per il miglior attore in un film drammatico e per la migliore attrice in un film drammatico) e il premio BAFTA (al miglior attore protagonista e alla migliore attrice protagonista).

L'autore del romanzo, Kesey stesso, non ha mai visto il film. Come ha infatti dichiarato Faye Kesey: «C'era una disputa legale sulla ripartizione degli introiti, durante il quale abbiamo incontrato un avvocato terribile. Ad un certo punto l'avvocato si è adirato con Ken e gli ha urlato: -Quando questo film uscirà, voi sarete in prima linea per vederlo.- Ken si è girato verso di lui e ha giurato che non avrebbe mai visto la pellicola. E così è stato».

Note

  1. Roger Ebert review, "Chicago Sun-Times," January 1, 1975.
  2. Roger Ebert review, Chicago Sun-Times, February 2, 2003
  3. [1]

Collegamenti esterni

  • cinema Portale Cinema: accedi alle voci de enciclopediadeldoppiaggio che trattano di cinema


Strumenti personali
Namespace
Varianti
Azioni
Navigazione
DOPPIAGGIO
INDICI A-Z
Strumenti