Io e Annie

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Io e Annie (1977)
Annie Hall | Stati Uniti d'America
regia di Woody Allen
89 min | colore | commedia romantica
una produzione Charles H. Joffe, Jack Rollins
scritto da Woody Allen, Marshall Brickman

soggetto Woody Allen, Marshall Brickman
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Interpreti e personaggi
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Fotografia di Gordon Willis
Musiche di '
Effetti speciali a cura di '
Montaggio di Wendy Greene Bricmont, Ralph Rosenblum
Scenografie a cura di Mel Bourne
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Premi:
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« Non ti stavo pedinando: ti seguivo a distanza non perdendoti di vista. »
(Alvy a Annie)

Io e Annie (Annie Hall) è un film di Woody Allen del 1977.

Venne inizialmente distribuito in Italia con il titolo di Io e le donne[1].

Nel 1992 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al trentunesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al trentacinquesimo posto. Nel 2000 l'ha inserito al quarto posto della classifica delle migliori cento commedie statunitensi. Nel 2005 l'ha inserito al cinquantacinquesimo posto della classifica delle migliori cento battute del cinema statunitense.

Nel film c'è un cameo del celebre sociologo canadese Marshall McLuhan; inoltre con questa pellicola, in un piccolo ruolo, esordì sul grande schermo una ancora sconosciuta Sigourney Weaver (è una delle ragazze di Alvy Singer).

Indice

Trama

Dopo che il comico Alvy Singer si è lasciato con Annie dopo un anno circa di relazione, si ritrova ora a raccontare la storia del loro rapporto, cercando di capire quali suoi problemi sviluppati durante l'infanzia (depressione, nevrosi) possano essere stati complici della fine della storia.

Partendo dal loro primo incontro, Alvy spiega l'evoluzione del loro amore, dalle prime fasi di felicità al deterioramento, fino alla definitiva rottura.

Produzione

Originariamente il film doveva chiamarsi Anedonia[1] (termine usato in psicologia e psichiatria per indicare l'incapacità di un paziente a provare piacere, anche in circostanze e attività normalmente piacevoli come dormire, nutrirsi, fare sesso e avere contatti sociali), ma tale titolo fu giudicato inappropriato[2].

Il primo montaggio del film durava 4 ore ed era incentrato sulla figura di Alvy, ma Allen lo modificò profondamente concentrandolo sulle parti che riguardavano la storia d'amore tra Alvy e Annie, facendolo divenire una "commedia romantica nevrotica"[1].

Nel film Allen utilizza variegate tecniche cinematografiche, dallo split screen, ai sottotitoli che svelano agli spettatori i pensieri dei personaggi (ben diversi da ciò che stanno dicendo ad alta voce). Inoltre, qui per la prima volta Allen fa parlare i personaggi fuori campo, espediente che utilizzerà spesso nei suoi successivi film.

Critica

Dopo i primi film comici il regista/battutista Allen cambia registro e si "converte" alla commedia pura; in pochi anni girerà una serie di capolavori, tra cui Io e Annie, Manhattan e Zelig.

Io e Annie è ancora molto legato ai film precedenti: la struttura è molto frammentata e divisa in piccoli episodi con alcune battute tra le più famose di Allen; ma è anche un film molto più organico dei precedenti. Inoltre, per la prima volta, Allen inserisce un elemento drammatico: il rapporto con Annie si prosciuga fino a morire.

Io e Annie può considerarsi come uno dei primi capolavori di Allen, ed è sicuramente il film che lo consacra tra i più grandi registi americani e gli fa vincere 4 premi Oscar 1978 (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior attrice protagonista).

Sequel

Allen ha ammesso d'essere stato avvicinato più volte dalle case cinematografiche per realizzare un sequel di Io e Annie, ma visto il suo disinteressamento al profitto tipico dello show-business di Hollywood, non volle svendere la sua opera e per questo continuò a rifiutare le proposte[3].

Nel 1995 ha parlato per la prima volta delle sue idee riguardanti un seguito, approfondendo i motivi dell'abbandono[4]: «Io una volta lo pensavo [riferito al seguito] - non avevo intenzione di farlo - ho subito creduto a quanto sarebbe stato interessante vedere Annie e me alcuni anni più tardi. Diane Keaton e io ci incontriamo ora che siamo di vent'anni più anziani, e potrebbe essere interessante, dal momento che ci siamo lasciati, incontrarci un giorno e vedere cosa siamo diventati. Però a me sapeva di sfruttamento... Il sequelismo è una cosa fastidiosa. Non credo che Francis Coppola dovesse fare Il padrino - Parte III dal momento che Il padrino - Parte II era molto buono. Quando si fa un seguito è solo per sete di soldi, e così l'idea non mi è più piaciuta tanto»

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 Weekend RDS - I film da Oscar!. rds.it
  2. (EN) Ralph Rosenblum e Robert Karen, When The Shooting Stops ... The Cutting Begins: A Film Editor's Story, Da Capo Press, 1986, p. 289. ISBN 0306802724
  3. (EN) Peter Biskind. «Reconstructing Woody», Vanity Fair, dicembre 2005. URL consultato in data 06-11-2009.
  4. Woody Allen; Stig Bjorkman, Woody Allen on Woody Allen, London, Faber and Faber, 2004. p. 75-93.

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