Il vendicatore (film 1989)

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.
Versione delle 12:28, 22 ago 2010, autore: Andrea Razza (Discussione | contributi)
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Il vendicatore (1989)
The Punisher | Australia
regia di Mark Goldblatt
89 min | colore | azione, supereroi
una produzione Robert Mark Kamen, Su Armstrong, Robert Guralnick e Stan Lee
scritto da Boaz Yakin

soggetto Boaz Yakin basato sul personaggio dei fumetti della Marvel Comics
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Interpreti e personaggi
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Premi:
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Fotografia di Ian Baker
Musiche di Dennis Dreith
Effetti speciali a cura di Steve Courtley
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Scenografie a cura di Norma Moriceau
Premi:



« - Ti manda qualcuno?
- L'Uomo Ragno...
 »
(Risposta di Frank Castle a Lady Tanaka, mentre viene torturato)

Il vendicatore (The Punisher) è un film del 1989, diretto da Mark Goldblatt. È basato sul famoso eroe dei fumetti Marvel Comics Punisher ed è interpretato da Dolph Lundgren.

Il film si discosta non poco dal fumetto d'origine: per esempio il personaggio non ha sulla maglietta il famoso teschio (che appare solo sui coltelli che usa). Questa infedeltà ha deluso molto i fan che non hanno visto di buon occhio il film.

La pellicola fu distribuita originariamente al cinema. Dopo il riscontro negativo presso i fan e lo scarso successo, fu ritirato e distribuito in home video.

In italiano il titolo del film è stato tradotto Il vendicatore; ciò nonostante intere frasi nel doppiaggio ripetono più volte il verbo "punire".

Indice

Trama

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Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Frank Castle si è isolato dal resto del mondo per cinque anni, dopo la morte di moglie e figli per una bomba nell'auto destinata probabilmente a lui. In questi cinque anni ha attaccato senza tregua il crimine organizzato, uccidendo centoventicinque persone e rovinando i traffici di droga; Jake Berkowitz, uno sbirro veterano e fuori dagli schemi che nel fargli da mentore è riuscito anche a liberarsi dalla schiavitù dell'alcool, lo cerca praticamente da solo per riportarlo alla ragione.

Le rappresaglie di Castle hanno indebolito la mafia a tal punto che la yakuza ha deciso di farsi avanti, fingendo di voler trattare; in realtà alcuni capifamiglia vengono eliminati e gli altri vengono ricattati prendendo in ostaggio i loro figli; i rapimenti fanno infuriare Castle, che si era tenuto inizialmente fuori aspettando che i criminali si massacrassero l'un l'altro; dopo qualche difficoltà, riesce a scoprire la prigione dei piccoli ostaggi, irrompe con un autobus rubato e li porta via.

Nel frattempo la signora Tanaka, oyabun della Yakuza, ha fatto uccidere quasi tutti i boss della mafia compresi quelli che hanno pagato per riavere i bambini; tra i sopravvissuti l'unico capace di reagire è Gianni Franco, il cui figlio Tommy è ancora nelle mani della Yakuza; Franco va evadere Castle il giorno del processo e gli chiede aiuto; al suo rifiuto, minaccia di uccidere Berkowitz, e Castle deve accettare, ricordandogli che dopo saranno nemici come prima.

Castle e Franco entrano di nascosto nel quartier generale degli yakuza, sabotando corrente ed ascensori per isolare l'edificio e danno il via ad una strage; alla fine, Franco arriva da Lady Tanaka che si fa scudo con Tommy, ma l'intervento di Castle capovolge la situazione; Franco si rende conto che non avrà mai più un'occasione così ghiotta per liberarsi del Punitore e ci prova, sennonché il vigilante già ferito ha la meglio e lo uccide; Tommy (che non ha mai conosciuto prima la vera natura del padre) prende una pistola e la punta su Castle, il quale si inginocchia e punta la pistola alla sua fronte; Tommy non riesce a premere il grilletto e Castle se ne va dicendogli «Sei un bravo ragazzo, Tommy; resta così come sei... ricordatelo ... o ci rivedremo!».

Berkowitz, che intanto si è sbarazzato dei suoi carcerieri, si precipita al grattacielo degli Yakuza; in cima trova solo parecchi cadaveri ammucchiati e Tommy; del Punitore nessuna traccia: è tornato a nascondersi del sottosuolo di New York, pronto ad uscirne per proseguire nella sua opera di giustiziere sommario.

Curiosità

  • Su YouTube è possibile trovare alcune scene girate ma non inserite nel montaggio definitivo della pellicola. Una di queste è quella con cui il film si sarebbe dovuto aprire, lunga oltre un quarto d'ora: un appostamento notturno di Castle e Berkowitz per catturare Gianni Franco, il quale riesce però a scappare[1] e organizzarsi per lasciare il Paese il giorno dopo; Castle riesce a fermarlo e consegnargli un mandato di comparizione, ma al rientro a casa si trova testimone dell'esplosione che uccide tutta la sua famiglia e rimane coinvolto in una seconda esplosione, che lo fa credere morto.[2]

Note

Collegamenti esterni



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