I vitelloni

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.
Versione delle 00:59, 23 feb 2013, autore: Andrea Razza (Discussione | contributi)
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I vitelloni (1953)
{{{titolooriginale}}} | Italia
regia di Federico Fellini
108 min | B/N | drammatico, commedia
una produzione Lorenzo Pegoraro, Luigi Giacosi, Danilo Fallani, Ugo Benvenuti
scritto da Ennio Flaiano, Federico Fellini

soggetto Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Federico Fellini
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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori italiani

fonte: T. Sanguineti, G. Di Cola - "Voci del varietà / Federico delle voci - I direttori di doppiaggio di Fellini"

Doppiatori italiani
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Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: ODI
Direzione del doppiaggio: Franco Rossi
Adattamento dialoghi italiani: {{{dialoghiitaliani}}}
Assistente al doppiaggio: {{{assistentedoppiaggio}}}
Fonico di doppiaggio: {{{fonicodoppiaggio}}}
Fonico di mix: {{{fonicomix}}}
Sonorizzazione: {{{sonorizzazione}}}
Edizione italiana: {{{edizioneitaliana}}}
Supervisione artistica: {{{supervisioneartistica}}}
Sincronizzazione: {{{sincronizzazione}}}
Fotografia di Carlo Carlini, Otello Martelli, Luciano Trasatti
Musiche di Nino Rota, Franco Ferrara (direzione)
Effetti speciali a cura di {{{effettispeciali}}}
Montaggio di Rolando Benedetti
Scenografie a cura di Mario Chiari
Fotografia di {{{nomefotografo}}}
Musiche di {{{nomemusicista}}}
Effetti speciali a cura di {{{nomeeffettispeciali}}}
Montaggio di {{{nomemontatore}}}
Scenografie a cura di {{{nomescenografo}}}
Premi:
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« Lavoratoriiiiii! Lavoratori della maltaaa! Prrrr... »
(Alberto)

I vitelloni è un film del 1953 diretto da Federico Fellini.

Il film è incentrato attorno a un gruppo di cinque giovani di Rimini; l'intellettuale Leopoldo, il donnaiolo Fausto, il maturo Moraldo, l'infantile Alberto e l'inguaribile giocatore Riccardo.

Il soggetto del film, scritto inizialmente da Ennio Flaiano, era stato concepito per essere ambientato nella allora cittadina di Pescara. Fellini decise di ambientare il film a Rimini, sua città natale, anch'essa una piccola città costiera sul mare Adriatico. Tuttavia le riprese si svolsero tra Firenze, Viterbo, Ostia e Roma.

La sceneggiatura di Federico Fellini, Ennio Flaiano e Tullio Pinelli è stata candidata agli Oscar del 1958.

Indice

Trama

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Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

la celebre scena in cui Alberto Sordi fa il gesto dell'ombrello, una delle scene più famose del cinema italiano

Durante una sfilata di bellezza sulla spiaggia si premia Miss Sirena 1953, la vincitrice, Sandra (Leonora Ruffo), improvvisamente sviene. Arriva il medico che poi fa allontanare tutti: il trentenne donnaiolo Fausto (Franco Fabrizi) ha intuito. Corre subito a casa, proprio mentre era scoppiato un temporale. Prepara la valigia, chiede dei soldi al padre e gli dice che deve partire per Milano a cercare lavoro.

Intanto arriva preoccupato il fratello di Sandra, Moraldo (Franco Interlenghi) che gli fa sapere che Sandra è incinta. Fausto (Franco Fabrizi) sapeva di essere il responsabile. A causa della pressione di suo padre Francesco però non può fare altro che sposarla, sebbene gli amici si prendano beffe di lui. Al matrimonio però ci sono tutti.

I neo sposini felici partono per Roma in luna di miele, proprio mentre serpeggia tra gli amici qualche malumore. Alberto (Alberto Sordi) che invece appare il più sicuro di sé continua a godersela tra biliardo, scherzi e scommesse. Con una scusa, prima chiede un prestito di 500 lire alla sorella Olga l'unica della famiglia che lavora, per impiegarlo al gioco, successivamente la rimprovera di mantenere una relazione segreta con un uomo sposato che vuole sposarla. Al ritorno dal viaggio di nozze, il suocero trova a Fausto un lavoro presso un suo amico venditore di oggetti sacri, Michele.

A casa la donna di servizio in lacrime gli dice che si sono recati in questura: la stanno cercando al mare. Qui sulla spiaggia reincontra la donna del cinema che si mostra interessata a rivederlo, ma lui è insensibile e confuso. Fausto è disperato, vuol farla finita, ma Moraldo gli rimprovera di essere troppo vigliacco per farlo. Però trova il coraggio di tornare a negozio a piangere da Michele che Sandra non si trova. Intanto Alberto in macchina con gli altri due di ritorno dal pranzo in campagna alla vista di alcuni lavoratori affaticati vigliaccamente li sbeffeggia col gesto dell'ombrello e urla:- "Lavoratori...prrrrrr, lavoratori della massa". Ma dopo pochi metri la macchina si ferma per un guasto. Inseguito non gli resta che scappare gridando di aver scherzato.

A sera di ritorno a casa Fausto ha la bella notizia che Sandra è tornata. Ma qui il padre Francesco lo attende per dargli una dura lezione picchiandolo con la cinghia dei pantaloni, supportato da Michele che tiene a bada Sandra che supplicava di smettere. Finalmente consapevole delle responsabilità che comporta l'aver creato una famiglia, Fausto riunito alla moglie e al figlio sembra ravveduto.

Nell'ultima scena del film, Moraldo è l'unico ad avere il coraggio di lasciare il paese e parte in treno per Roma, senza dire niente a nessuno. Alla stazione viene scorto da Guido un fattorino suo piccolo ma vero amico, mentre immagina di vedere i suoi compagni ancora beatamente dormienti nei loro letti.

Il doppiaggio italiano

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce A.R.S. - Attori Riuniti Sincronizzatori.
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Ne I vitelloni (1953) di Federico Fellini i soggettisti, Fellini ed Ennio Flaiano, forniscono un affettuoso ritratto di certi ragazzoni di provincia che non si decidono mai a crescere sul serio, conducendo un'esistenza quotidiana fatta di mille stratagemmi per combattere il grigiore e la noia. Nel cast di attori due doppiatori: uno straordinario Alberto Sordi, che da un anno ha smesso di frequentare le sale di sincronizzazione in qualità di prestatore di voce; e un grande Carlo Romano, che invece non smetterà mai di doppiare. Romano è il signor Michele, proprietario del negozio di statue dove va a lavorare uno dei vitelloni, Fausto, interpretato da Franco Fabrizi a cui presta la voce Nino Manfredi. Fausto, appena sposato, si reca con la giovane moglie al cinema dove incontra una donna misteriosa e attraente. Mentre rivolge sguardi furtivi verso la misteriosa signora, l'ignara moglie segue il film il cui sonoro rimanda a voci note del doppiaggio, quelle di Vittorio Cramer e Tina Lattanzi, ma esse sono parodiate da Mario Ferrari, la cui timbrica è facilmente riconoscibile e da una, quasi impossibile a riconoscere, doppiatrice che imita la Lattanzi. Cramer e Lattanzi sono due voci della CDC, mentre I vitelloni è doppiato da attori della ODI e della ARS. Il film si chiude con un altro vitellone, Moraldo (Franco Interlenghi), che all'alba incontra il ragazzo-ferroviere romagnolo. Moraldo esterna la sorpresa di vederlo lì così presto, ma rimane sbigottito dalla risposta del piccolo lavoratore, che, con un sguardo pieno di serenità, risponde semplicemente che sta andando a lavorare. Il piccolo ferroviere è interpretato da Guido Martufi e la sua voce è quella di Flaminia Jandolo. Fellini e Flaiano, avvertendo che qualcosa di epocale è alle porte, fanno con I vitelloni una annotazione storica della realtà sociale, che presto non sarà più la stessa. Un grande evento sta per sconvolgerla: ha una sigla, RAI TV![2]

Curiosità

  • Il termine vitelloni è un'espressione che veniva utilizzata a Pescara, città natale di Ennio Flaiano - autore del soggetto del film - nell'immediato dopoguerra. Flaiano, infatti, ha immaginato lo svolgimento della trama a Pescara sviluppandola intorno ad alcuni personaggi di finzione, ma rappresentativi di un modo d'essere dei giovani della città degli anni cinquanta. Il termine vitellò (vitellone), infatti, era usato a Pescara per indicare quei giovani nullafacenti che trascorrevano le loro giornate al bar o, comunque, senza lavorare. A quel tempo, tra i giovani era facile salutarsi dicendo "Uhe vitellò cum'a sti'?" ("ehi vitellone, come stai?"), sia perché la disoccupazione giovanile era dilagante, sia perché il termine era entrato nel gergo comune. Nel dialetto pescarese, il termine nel corso degli anni è scomparso.
  • Si tratta del primo film di Fellini distribuito all'estero. Campione di incassi in Argentina, il film ottiene un buon risultato in Francia e in Gran Bretagna ed uscì negli Stati Uniti nel novembre 1956. Il famoso regista George Lucas ha paragonato il suo primo film di successo, American Graffiti, a questo.[3]
  • Il personaggio di Riccardo è interpretato da Riccardo Fellini, fratello del regista.

Note

  1. nella battuta finale del film è doppiato da Federico Fellini stesso. fonte: T. Sanguineti, G. Di Cola - "Voci del varietà / Federico delle voci - I direttori di doppiaggio di Fellini"
  2. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", 2004
  3. Tullio Kezich, Fellini, BUR, p. 195

Collegamenti esterni

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