Gran Torino

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.


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Gran Torino (2008)
Gran Torino | USA
regia di Clint Eastwood
116 min | colore | drammatico
una produzione Clint Eastwood, Bill Gerber, Robert Lorenz
scritto da Nick Schenk

soggetto Nick Schenk
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori originali
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Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
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Doppiatori italiani
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Doppiaggio italiano: Technicolor spa
Direzione del doppiaggio: Filippo Ottoni
Adattamento dialoghi italiani: Filippo Ottoni
Assistente al doppiaggio: Ivana Fedele
Fonico di doppiaggio: {{{fonicodoppiaggio}}}
Fonico di mix: Gianni Pallotto
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Edizione italiana: {{{edizioneitaliana}}}
Supervisione artistica: {{{supervisioneartistica}}}
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Fotografia di {{{fotografo}}}
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Scenografie a cura di {{{scenografo}}}
Premi:
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Fotografia di '
Musiche di Kyle Eastwood, Michael Stevens
Effetti speciali a cura di '
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Scenografie a cura di James J. Murakami



« Avete mai fatto caso che ogni tanto si incontra qualcuno che non va fatto incazzare? (sputo)... Quello sono io. »
(Walt Kowalski)


Gran Torino è un film del 2008 diretto ed interpretato da Clint Eastwood.

Il film è stato distribuito nelle sale italiane il 13 marzo 2009.[1]

Indice

Trama

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Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Walt Kowalski è un reduce della guerra di Corea, appena rimasto vedovo; ex operaio della Ford, vive in una tipica casa unifamiliare della periferia urbana americana, in una zona popolare, nella quale è ormai uno degli ultimissimi non asiatici rimasti. L'odio razzista, per il diverso, asiatico in particolare, lo rende particolarmente nervoso e suscettibile. Per di più ha un pessimo rapporto con i due figli; Mitch, quello che gli è più vicino, sembra in realtà interessarsi più ai suoi beni che alla sua persona. Walt è anche malato (probabilmente di tumore) ma quello per cui soffre di più è un conflitto interiore che solo il giovane padre Janovich sembra intuire e tenta di comprendere. Il carattere scontroso di Walt è all'origine di un singolare avvicinamento alla famiglia a lui confinante, con la quale si è sempre guardato dall'imbastire un rapporto.

Una sera, infatti, il giovane Thao subisce l'ennesima pressione da una banda di teppisti, della quale fa parte anche un suo cugino, che lo vuole coinvolgere nelle proprie attività criminose. La sorella Sue, la mamma e perfino la nonna, con tenacia cercano di trattenerlo. Ne nasce un gran baccano e un parapiglia che finisce per "invadere" anche il giardino di Kowalski che, fucile alla mano, riporta l'ordine mandando in fuga i giovani malviventi. Il suo gesto, originato sostanzialmente da spinte egoistiche, agli occhi dei vicini, e di tutta la comunità Hmong di cui questi fanno parte, è visto come un'azione coraggiosa e di grande valore in difesa di una famiglia debole (manca un uomo) sottoposta ad ingiuste vessazioni. Gli Hmong sono una popolazione originaria di una zona montana tra Laos, Cina e Thailandia. Sono emigrati in massa negli Stati Uniti proprio conseguentemente all'appoggio dato a questi durante la guerra del Vietnam.

Così, il giorno seguente, il burbero anziano si vede recapitare una grande quantità di fiori e di specialità culinarie che lo imbarazzano e un pochino lo incuriosiscono. Quando nei giorni seguenti vede la giovane Sue minacciata da tre "bulli" di colore, e di nuovo interviene fugando i malintenzionati e salvando la ragazza, Walt entra definitivamente nelle grazie della famiglia e di questa comunità che impara a scoprire.

Thao viene mandato a servire Walt per una settimana. Deve pagare il debito per aver tentato, giorni prima, di rubare l'auto che Walt custodisce gelosamente nel suo garage. Si tratta di una Ford Gran Torino, un bolide del 1972, autentico gioiello che il ragazzino aveva goffamente cercato di sottrarre come gesto d'iniziazione alla banda di teppisti che poi non ha più seguito. Walt non può rifiutarsi di accettare i servigi del ragazzo ma poi non ha idea di come impiegarlo. Questa sorta di convivenza forzata gli serve per capire come i valori più profondi in cui crede, si ritrovino più in questo ragazzo e nella sua famiglia, che non nei suoi familiari o in altri "americani di oggi". Walt finisce per prendere a cuore le sorti di Thao e gli procura un lavoro. I teppisti non accettano questo e aggrediscono Thao. Kowalski, venutone a conoscenza, li va a trovare e, pestatone uno, li avverte di stare alla larga da quella famiglia. I giovani delinquenti però non mollano e nella stessa sera sparano raffiche di colpi contro la casa di Thao ferendolo lievemente, e quindi violentano la sorella Sue.

Walt fatica a reprimere la propria rabbia. Padre Janovich capisce il pericolo imminente e lo scongiura di non peggiorare la situazione. Il giorno dopo, Thao, per organizzare la vendetta, va a casa dell'anziano amico, ma questi per salvarlo lo chiude a chiave in cantina e, dopo aver comprato un vestito nuovo ed essersi confessato, si reca dai teppisti. Dalla strada, dove nonostante il buio della sera può essere visto da tutti, si rivolge ai sei giovani criminali, tutti ben armati e asserragliati in casa. Quando infila la mano sotto la giacca, i teppisti lo uccidono. In tasca aveva solo un accendino. Gli assassini, subito arrestati, sicuramente resteranno a lungo in prigione e Thao, Sue e gli altri hanno così acquistato un po' di serenità e la possibilità di guardare con più fiducia al futuro.

In conclusione, alla lettura del testamento, dettato con il linguaggio colorito che gli era proprio in vita, si scopre che Walt Kowalski ha lasciato la propria casa alla Chiesa, e la splendida Gran Torino a Thao, l'amico più fidato.

Titolo

Il titolo Gran Torino è un riferimento all'automobile Ford Torino, modello coupé molto in voga negli USA durante gli anni settanta; è anche la vettura dell'agente Starsky nella serie televisiva Starsky e Hutch[2]. Il nome "Torino" deriva dal fatto che gli americani consideravano questa città, sede della FIAT e della Lancia, come la Detroit d'Italia.[3]

Il personaggio interpretato da Eastwood nel film è molto legato al modello suddetto, e la cura che gli dedica lo caratterizza in modo quasi maniacale.[4]

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Produzione

La sceneggiatura è stata scritta da Nick Schenck, che ha descritto il protagonista come un irascibile americano razzista, la cui personalità sarà soggetta a profondi cambiamenti durante il corso della storia.

Alcuni blogger della comunità hmong hanno criticato Schenck per il suo modo di rappresentare gli stereotipi anti-hmong, considerando mal riuscito il copione.[5]

Le riprese si sono svolte a Detroit (USA) tra luglio e agosto, dopo circa un mese di casting aperto alle comunità hmong di Saint Paul, Fresno e Detroit;[6] altre location sono state Warren, Royal Oak e Grosse Pointe Park.[7]

L'idea di svolgere la lavorazione in Michigan si è avuta dopo che lo stato in questione ha promosso una legge volta a incentivare le produzioni cinematografiche che scelgono il Michigan come location.[8]

Per ottenere una consulenza dettagliata sugli stereotipi contro i hmong e sulla loro cultura, Eastwood ha richiesto l'affiancamento di centinaia di immigrati hmong. Parlando del suo personaggio, Eastwood l'ha così descritto:[4][9]

(EN)
« I'm a weirdo in it. I play a real racist… But it also has redemption. This Hmong family moves in next door, and he has been in the Korean War, in the infantry, and looks down on Asian people and lumps everybody together. But finally they befriend him in his time of need because he has no relationship with his family. »
(IT)
« Interpreto un tipo strano. Un vero razzista... Ma ha anche una redenzione. Questa famiglia asiatica si trasferisce nella casa accanto; lui ha combattuto nella guerra di Corea, nella fanteria, e guarda agli asiatici come a una massa indistinta. Ma loro lo aiutano nel momento del bisogno, perché lui non ha un rapporto con la sua famiglia. »

Incassi

Il film ha realizzato ottimi incassi al botteghino, € 9.109.000 in Italia e $ 269.451.625 globalmente.[10]

Promozione

Il materiale promozionale (locandine e poster) è stato prodotto da "The Cimarron Group", gruppo che già aveva collaborato con Eastwood per la promozione di Changeling.[11]

Note

  1. Date di uscita per Gran Torino (2008). imdb.it
  2. Graziano Muscas. Gran Torino per Eastwood. Solocine, 21-03-2008. URL consultato il 11-10-2008.
  3. Ghost of motown. alasca.it. URL consultato il 14-10-2009.
  4. 4,0 4,1 Clint Eastwood razzista in Gran Torino. Bad Taste, 11-10-2008. URL consultato il 11-10-2008.
  5. Eastwood's Gran Torino and Hmong. Hyphen Magazine, 06-10-2008. URL consultato il 11-10-2008.
  6. Louisa Schen. (EN) Eastwood's next film features Hmong American cast, exclusive interviwes from the set of Gran Torino. AsianWeek, 03-10-2008. URL consultato il 11-10-2008.
  7. Christina Hall (15-07-2008). The film set next door: Lights... camera... Clint Eastwood!   (in en).
  8. Adam Graham (18-07-2008). Clint Eastwood attracts giddy gawkers   (in en).
  9. Alex Billington. (EN) So Clint Eastwood is a racist (in Gran Torino) After all?. First Showing, 10-10-2008. URL consultato il 11-10-2008.
  10. Box office. boxofficemojo.com. URL consultato il 14-10-2009.
  11. Elegante poster di Gran Torino. Bad Taste, 06-11-2008. URL consultato il 06-11-2008.

Collegamenti esterni

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