Frankenstein Junior

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Frankenstein Junior (1974)
Young Frankenstein | USA
regia di Mel Brooks
106 min | B/N | commedia, parodia
una produzione Michael Gruskoff
scritto da Mel Brooks, Gene Wilder

soggetto Gene Wilder, Mel Brooks (dal romanzo Frankenstein di Mary Shelley)
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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori italiani
Doppiatori italiani
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Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: CVD
Direzione del doppiaggio: Mario Maldesi
Adattamento dialoghi italiani: {{{dialoghiitaliani}}}
Assistente al doppiaggio: {{{assistentedoppiaggio}}}
Fonico di doppiaggio: {{{fonicodoppiaggio}}}
Fonico di mix: {{{fonicomix}}}
Sonorizzazione: {{{sonorizzazione}}}
Edizione italiana: Roberto De Leonardis
Supervisione artistica: {{{supervisioneartistica}}}
Sincronizzazione: {{{sincronizzazione}}}
Fotografia di Gerald Hirschfeld
Musiche di John Morris
Effetti speciali a cura di Hal Millar, Henry Miller jr.
Montaggio di John C. Howard
Scenografie a cura di Robert de Vestel
Fotografia di {{{nomefotografo}}}
Musiche di {{{nomemusicista}}}
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Premi:
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« Lupo ulu e il castello ulu. »
(Igor)

Frankenstein Junior è un film del 1974, il quarto diretto da Mel Brooks, che è anche autore della sceneggiatura insieme a Paul Oxon ed al protagonista Gene Wilder.

Campione d'incassi nel 1975, la pellicola è una parodia del celebre film Frankenstein di James Whale del 1931, del suo seguito La moglie di Frankenstein e in generale di tutte le altre pellicole dedicate alla creatura di Mary Shelley. Il film è interamente girato in bianco e nero, adottando una fotografia e uno stile anni venti, giocando anche sulle transizioni tra una scena e l'altra proprio per riprendere anche esteticamente i toni del film di Whale. Questo intento viene raggiunto utilizzando perfino gli attrezzi di scena del film originale, ricollocati nelle stesse posizioni e negli identici studi di ripresa.

Nel 2003 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 2000 l'AFI lo ha inserito al tredicesimo posto nella classifica delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi.[1]

Indice

Trama

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Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

New York, Stati Uniti, 1900. Il giovane medico e celebre professore universitario Frederick Frankenstein (Gene Wilder), nipote del tristemente famoso Barone Viktor von Frankenstein, eredita dal nonno il castello della famiglia in Transilvania. Frederick ha modificato la pronuncia del proprio cognome in Frankenstin per distiguersi dal nonno, del quale rigetta le teorie mediche, considerandole assurde.

Nonostante un forte scetticismo e il disprezzo per gli esperimenti di suo nonno, Frederick si reca in Romania, dove incontra l'imprevedibile aiutante gobbo Igor, nipote del vecchio assistente del nonno (Marty Feldman, in una delle sue più celebri e riuscite interpretazioni), la procace assistente Inga (Teri Garr) e la misteriosa Frau Blücher (Cloris Leachman): quest'ultima, un tempo amante del Barone, tramite un sotterfugio fa ritrovare a Frederick il laboratorio e gli appunti del nonno. Frederick, ricredendosi sulle proprie idee, cerca a propria volta di dare vita a una creatura (Peter Boyle).

Per un errore di Igor, alla creatura viene impiantato un cervello anormale invece di quello dello "scienziato e santo" Hans Delbruck. La situazione sfugge al controllo di Frederick.

In seguito a varie peripezie il mostro fugge dal castello, incontrando dapprima una bambina e poi un eremita cieco che gli dice di chiamarsi Abelardo (interpretato da un irriconoscibile Gene Hackman) e che, credendo di avere a che fare con un muto, tenta maldestramente di offrirgli la cena e di accendergli un sigaro; il mostro, spaventato dal fuoco, fugge. Alla fine Frederick riesce a recuperarlo e lo convince di essere una creatura buona. Per dimostrarlo anche alle altre persone organizza un'esibizione teatrale in cui lui e la creatura si esibiscono in un numero di tip tap davanti a un pubblico di scienziati scettici. Durante lo spettacolo la creatura viene spaventata da un principio di incendio sul palcoscenico e fugge di nuovo.

A questa seconda fuga segue un altro recupero e un'ardita operazione di "travaso" della personalità dal creatore alla sua creatura, per farla diventare il più possibile normale: stavolta tutto fila "quasi" liscio e il professore riesce a scambiare metà delle proprie facoltà intellettive col mostro.

Il film termina con la cessata minaccia (per gli abitanti della zona) da parte della creatura e con due felici storie d'amore, quella del giovane Frankenstein e quella della creatura, ormai civilizzata.

Critica

La critica ha intravisto le somiglianza con i film di James Whale, da cui il regista prese alcune delle attrezzature utilizzate,[2] affermando che non si tratta di una reale parodia, bensì di una rivisitazione critica della storia scritta da Mary Shelley.[3]

Riconoscimenti

Note

  1. (EN) AFI's 100 YEARS...100 Laughs
  2. Pino Farinotti, Rossella Farinotti, 2009, Il Farinotti 2010, pag 814, Giancarlo Zappoli, Bartolomeo Corsini. ISBN 978-88-541-1555-2
  3. Morando Morandini, Laura Morandini, Laura Morandini, 2010, Il Morandini 2010, pag 566, Mauro Tassi. ISBN 978-88-08-30176-5

Altri progetti

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Collegamenti esterni

Film diretti da Mel Brooks
Per favore, non toccate le vecchiette (1968) - Il mistero delle dodici sedie (1970) - Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974)
Frankenstein Junior (1974) - L'ultima follia di Mel Brooks (1976) - Alta tensione (1978) - La pazza storia del mondo (1981) - Balle spaziali (1987)
Che vita da cani! (1991) - Robin Hood - Un uomo in calzamaglia (1993) - Dracula: morto e contento (1995)
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