Elio Pandolfi

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Versione delle 19:14, 23 lug 2012

(Elio Pandolfi doppia Nathan Lane nel film Nicholas Nickleby, nel 2002 )

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Elio Pandolfi


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Elio Pandolfi (Roma, 17 giugno 1926) è un attore, cantante e doppiatore italiano.


Indice

Gli esordi in teatro e la rivista

Un giovane Pandolfi, speaker alla Radio Vaticana
© Foto eliopandolfi.it

Romano di nascita, tra l'affetto dei suoi genitori, Saturno e Maria Queroli, e dei fratelli, Piero, Maria Luisa e Lucilla, trascorre l'infanzia e l'adolescenza in un clima di serenità. Il padre è il custode dell'Istituto Tecnico per ragionieri "Vincenzo Gioberti". Elio passa gran parte del suo tempo negli ambienti che al mattino si riempiono di ragazze e ragazzi; mentre nelle ore pomeridiane su quegli stessi ambienti cala il più assoluto silenzio. Il giovane Pandolfi, tra un'aula e l'altra, tra un banco e l'altro, vaga con la mente a cercare quel mondo esterno che la condizione di vivere nello stesso luogo dove studia gli fa sentire lontano. Si iscrive a ragioneria anche se aspira agli studi classici, mentre coltiva la passione della musica. Ma l'autentico suo desiderio è recitare. Dopo il diploma, a guerra terminata, si iscrive all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma. I suoi insegnanti sono Wanda Capodaglio, Nera Grossi Carini, Mario Pelosini, Orazio Costa, Silvio D'Amico. Ha per compagni di corso Bice Valori, Rossella Falk, Gianni Bonagura, Gianrico Tedeschi, Mario Scaccia, Roul Grassilli, Fulvia Mammi, Tino Buazzelli, Paolo Panelli, Giancarlo Sbragia, Nino Manfredi, Luciano Salce, Mario Ferrerò. Si diploma durante l'anno accademico '47-'48 con il saggio Giovanna di Lorena di Maxwell Anderson. Nel 1948 debutta come mimo-ballerino al Festival di Venezia in Le malhcur d'Orphée di Milhaud. Per la stagione teatrale '48-'49 Orazio Costa lo vuole al Piccolo Teatro di Roma per il Don Giovanni di Molière e Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello. Nello stesso periodo è scritturato dalla Compagnia del Teatro Comico della Radio dove si fa subito apprezzare per una naturale propensione alla recitazione nei ruoli più disparati. Indimenticabili le sue partecipazioni a riviste che hanno fatto la storia della radio come La Bisarca, Briscola, Rosso e nero, solo per citare i lavori più famosi. Incisivo, capace di intense caratterizzazioni, sempre ricche di sfumature ma mai dai toni forzati, Pandolfi impone uno stile tutto personale fatto di misura e raffinato mestiere[1]. È presente nelle prime trasmissioni sperimentali della RAI realizzate nei padiglioni della Fiera Campionaria di Milano a partire dall'autunno del 1953; sono al suo fianco Raffaele Pisu, Gianni Bonagura, Nino Manfredi.

Pandolfi nel teatro di rivista, con Anna Mazzamauro e Leo Gullotta
© Foto eliopandolfi.it

Dal 22 aprile 1954, diretto da Mario Landi, partecipa allo spettacolo satirico I cinque sensi sono sei con Antonella Steni e Febo Conti, dove la sua penetrante ironia si palesa in scenette come: «Il poker sviluppa la vista. Perché? Il giocatore vede al buio, apre al buio, passa al buio e rilancia al buio». Ma per la TV recita anche in parti più impegnative e per fini educativi come in Triangolo rosso (1967) dove interpreta il brigadiere Salerno che, con il collega Poggi (Riccardo Garrone) e il capo della polizia, tenente Bianchi (Jacques Sernas), cerca di ricostruire la dinamica e le responsabilità di gravi incidenti automobilistici. Attore dotato di toni signorili, elegante nei modi, dall'eccezionale comunicativa, Pandolfi, grazie anche alla sua grande sensibilità di uomo colto e disponibile, riesce a circondarsi di un alone di simpatia che lo accompagna in tutta la sua lunga carriera. Egli, con modestia, sa mettere a disposizione del pubblico una tecnica recitativa notevole e una singolare versatilità che gli permette di misurarsi con tutti i generi dello spettacolo, riscuotendo sempre lusinghieri successi personali[2]. Nella stagione teatrale '54-'55 recita nella rivista di Remigio Paone Festival con Wanda Osiris, Alberto Lionello, Raffaele Pisu e Nino Manfredi. Nel 1956 è con Carlo Dapporto, Lauretta Masiero, Carlo Rizzo, Valeria Fabrizi e il Quartetto Cetra nella rivista di Garinei e Giovannini Carlo non farlo dove propone una perfetta imitazione di Sophia Loren. L'anno successivo alla Fenice di Venezia è diretto da Luchino Visconti ne L'impresario di Smirne di Goldoni dove interpreta con il solito successo la parte di Carluccio. Diretto da Georges Vitaly è tra gli interpreti di La bella Rombiere con Paolo Stoppa e Rina Morelli.

Con Pippo Baudo in Scanzonatissimo (1965)
© Foto eliopandolfi.it

Intanto si fa costante la sua presenza in TV in spettacoli di arte varia come La bisbetica domata di Daniele D'Anza, Sera d'inverno, Quando amor comanda di Vittorio Cottafavi, Fuente Ovejuna di Anton Giulio Majano; o in romanzi sceneggiati come Orgoglio e pregiudizio di D'Anza, dove si esibisce in una divertente caratterizzazione del pastore protestante; o in programmi a puntale come Canzoni d'altri tempi e Cetra volante. Amato dal grande pubblico che apprezza la sua spontaneità di artista, Pandolfi lo ripaga impegnandosi totalmente nel lavoro con lo studio accurato dei personaggi affidatigli[3]. Nel 1963 con la rivista Scanzonatissimo di Dino Verde viene consacrato definitivamente come uno degli attori di punta del teatro italiano. In coppia con Antonella Steni dà luogo a duetti memorabili in uno spettacolo che tiene il cartellone per quattro anni in tulle le più grandi città della penisola. Lo spettacolo è riproposto in televisione nelle riviste Za-bum di Mario Mattoli e Sveglia ragazzi di Marcello Marchesi; ha anche una trasposizione cinematografica, permettendo a Pandolfi di tornare a lavorare per il cinema, quel cinema che si è rivelato molto avaro di proposte interessanti per un attore del suo spessore. Quando gira Scanzonatissimo per la regia di Verde, Pandolfi ha già partecipato ad una decina di pellicole, ma sempre in ruoli secondari nei quali non riesce ad esprimere le sue notevoli qualità di attore; e questa opportunità, purtroppo, il cinema non gliela darà mai[4]. Dal teatro, però, continuano ad arrivare grandi soddisfazioni. Nel 1970 in Alleluia brava gente di Garinei e Giovannini interpreta il temibile e stralunato archiepiscopo accanto a Renato Rascel, Enzo Garinei, Giuditta Saltarini, l'esordiente Mariangela Melato e Gigi Proietti che ha l'arduo compito di sostituire Domenico Modugno.

In campo musicale intanto dal 2001 gira l'Italia (e non solo) in tournée con il pianista Marco Scolastra con vari programmi: Operetta mon amour, Pierino e il lupo di Prokofiev, Babar l'elefantino di Poulenc e Le vispe terese, un divertissement letterario dell'avv. Luciano Cicioni. Nel 2005 ha eseguito, in prima esecuzione assoluta al Festival dei Due Mondi di Spoleto, un'opera-concerto di Vieri Tosatti, Il concerto della demenza, per due pianoforti, voce recitante e percussioni.

Una voce a 360 gradi

Pandolfi, ha nello strumento vocale un elemento determinante per il suo successo. La sua voce può scendere alle tonalità più basse con la stessa facilità con cui raggiunge quelle alte, i timbri possono essere morbidi e caldi o striduli e taglienti; ha la capacità di renderla musicale o fastidiosa con strabiliante naturalezza. L'incontro con il mondo del doppiaggio è inevitabile per un attore dal bagaglio tecnico completo che sa in aggiunta modulare la voce in maniera stupefacente. Non ci sono prove vocali che non sappia gestire con credibilità e fantasia[5]. Fellini lo chiama spesso per affidargli i personaggi più disparati nel doppiaggio dei suoi film: in Otto e mezzo non è difficile individuare la sua timbrica su diversi attori. Nei doppiaggi della maturità è chiamato a prestare la voce ad anziani come Oleg Tabakov, straordinario interprete del vecchio in La morte e la bambina di Kira Muratova, ultimo episodio del film russo Tre piccoli omicidi. Diretto in sala di doppiaggio dal grande doppiatore Giuseppe Rinaldi, è la voce ineguagliabile di Joel Grey, l'inquietante presentatore del capolavoro di Bob Fosse, Cabaret. Pandolfi è anche la voce di tanti cartoni animati tra cui Paperino e Braccobaldo, ma in ogni occasione, con grande rispetto verso i colleghi, ribadisce che le paternità dei doppiaggi dei due cartoni spettano a Franco Latini e Francesco Mule, distinguendosi sempre nel mondo dello spettacolo per l'innata signorilità e massima disponibilità verso gli altri[6].

Doppiatore

Cinema

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Film Cinema
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Film d'animazione

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Film d'animazione
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Film TV

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Film TV e Miniserie
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Telefilm

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Telefilm
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Pubblicità

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Pubblicità
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  • Ha dato la voce a molte pubblicità di Carosello, molto spesso assieme a Isa Di Marzio.
  • Spot carne in scatola Manzotin
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Radio

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Radio
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Cortometraggi

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Cortometraggi
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  • Cortometraggi animati: Vincent (Voce narrante)
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Cartoni animati

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Cartoni animati
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Altre attività di doppiaggio

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Direzione del doppiaggio
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Attore

Cinema

Televisione

Teatro

  • Le Maleheur d'Orphée (1948), di Milhaud
  • Festival (1955), rivista di Age, Scarpelli, Verde, e Vergani, con Wanda Osiris
  • Carlo non farlo (1956), commedia musicale di Garinei e Giovannini, con Carlo Dapporto e Lauretta Masiero
  • L’impresario di Smirne (1957), di Carlo Goldoni, diretto da Luchino Visconti, con Paolo Stoppa, Rina Morelli e Ilaria Occhini, nel ruolo di Carluccio
  • Scanzonatissimo (1963-66), commedia musicale di Dino Verde, con Alighiero Noschese e Antonella Steni
  • Alleluia brava gente (1969-70), commedia musicale di Garinei e Giovannini, con Renato Rascel e Gigi Proietti
  • Parigi-Bonjour la France (1971), con Rita Pavone, Teddy Reno, i Brutos
  • Il Vizietto (1979), di Luciano Salce
  • Accendiamo la lampada (1980), commedia musicale di Garinei e Giovannini, con Johnny Dorelli, Gloria Guida e Paolo Panelli
  • La vedova allegra (dal 1985), operetta di Franz Lehar, regia di Mauro Bolognini, nel ruolo di Njegus
  • I racconti di Hoffman (1985), operetta di Offenbach, regia di Hugo De Ana, nel ruolo di Spallanzani
  • L'impresario (2006), di W.A. Mozart, a Perugia

Note

  1. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 396
  2. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 397
  3. ibidem
  4. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 398
  5. ibidem
  6. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 399
  7. Premio Voci nell'ombra 2005 per la Miglior Voce Caratterista - Sezione Cinema
  8. all'interno di una puntata de La settimana Incom
  9. una scena

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