Divorzio all'italiana

Da Enciclopedia del Doppiaggio.it.


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Divorzio all'italiana (1961)
Divorzio all'italiana | Italia
regia di Pietro Germi (aiuto regia: Renzo Marignano)
105 min | B/N | commedia
una produzione Franco Cristaldi
scritto da Ennio De Concini, Pietro Germi, Alfredo Giannetti

soggetto Ennio De Concini, Pietro Germi, Alfredo Giannetti
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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Doppiatori italiani
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Doppiaggio italiano: {{{doppiaggioitaliano}}}
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Supervisione artistica: {{{supervisioneartistica}}}
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Fotografia di Leonida Barboni, Carlo Di Palma
Musiche di Carlo Rustichelli
Effetti speciali a cura di '
Montaggio di Roberto Cinquini
Scenografie a cura di Carlo Egidi
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Premi:
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Divorzio all'italiana è un film del 1961 diretto da Pietro Germi.[1]

Presentato in concorso al Festival di Cannes 1962, vinse il premio come miglior commedia,[2] e ottenne anche tre nomination all'Oscar vincendo la statuetta per la miglior sceneggiatura originale.

Indice

Trama

Nell'ipotetica città siciliana di Agramonte (Ispica) vive il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè (Marcello Mastroianni). L'uomo è coniugato da dodici anni con l'assillante Rosalia (Daniela Rocca), una donna ormai bruttina ma ardente d'amore per lui. Nel frattempo, è innamorato della propria cugina, la sedicenne Angela (Stefania Sandrelli). La legge italiana non ammette il divorzio, ma è ancora previsto il delitto d'onore, un caso di omicidio punito con pena più mite e molto frequente in Sicilia.[3] Fefè tenta allora disperatamente di trovare alla moglie un amante, per poterli sorprendere insieme, ucciderli, usufruire del beneficio del motivo d'onore e - scontata la lieve pena - sposare finalmente l'amata. Non ci riesce, ma la sorte gli viene incontro. In seguito a un litigio con il marito, Rosalia, sentendosi abbandonata, cerca conforto in Carmelo Patanè (Leopoldo Trieste), un suo vecchio spasimante creduto morto in guerra e poi tornato...

Doppiaggio

Sia Stefania Sandrelli che Daniela Rocca, furono doppiate da Rita Savagnone in dialetto siculo.

Commento

È il film con il quale Pietro Germi, dagli accenti più drammatici e populisti dei suoi primi film, passa a sorpresa alla commedia e alla satira.

Con un classico schema da commedia all'italiana, Germi[4] adatta e trasforma il romanzo drammatico di Giovanni Arpino Un delitto d’onore in un ironico e godibilissimo ritratto della mentalità e delle pulsioni di una certa Sicilia di provincia, soprattutto prendendo di mira con un sarcasmo a volte feroce due situazioni di arretratezza legislativa dell'Italia dell'epoca: la mancanza di una legge sul divorzio (che arriverà solo nel 1970), e soprattutto l'anacronistico articolo 587 del codice penale che regolava il delitto d'onore, che verrà abolito soltanto venti anni dopo[5].

Note

  1. Parafrasando il titolo di questo film fu coniato il termine Commedia all'italiana che caratterizzò gran parte della produzione cinematografica italiana degli anni sessanta e settanta.
  2. (EN) Awards 1962. festival-cannes.fr. URL consultato il 11 giugno 2011.
  3. Dopo il referendum sul divorzio (1974), dopo la riforma del diritto di famiglia (legge 151/1975), dopo il referendum sull'aborto, le disposizioni sul delitto d'onore sono state abrogate con la legge n. 442 del 5 agosto 1981.
  4. [...]Si trattava ora di convincere Germi, che brancolava nelle incertezze. L’impresa era partita dall’idea di adattare il romanzo di Giovanni Arpino «Un delitto d’onore», ma nel corso delle riunioni di sceneggiatura Ennio De Concini e Alfredo Giannetti avevano messo una pulce nell’orecchio a Germi: quel modo drammatico di proporre l’urgenza di revisionare l’articolo 587 del Codice Rocco, che alleggeriva di molto la responsabilità penale di chi uccide il coniuge per motivi d’onore, rischiava di essere fuori moda rispetto al rapido cambiamento del costume. Perché non trasferirlo, invece, sul piano della commedia? E così fecero...(Tullio Kezich - Il Corriere della Sera - 20 aprile 2003)
  5. «Si può fare una commedia intelligente, lesta, graffiante anche illustrando un articolo (il 587) del codice penale. Se c'è un'arte che nasce dall'indignazione, questo film le appartiene. Moralista risentito, Germi carica qui i suoi livori di un umor nero, di una amara e invelenita buffoneria che trova negli interpreti, soprattutto in Mastroianni, il suo sfogo.» Tratto da Morando Morandini, Il Morandini - Dizionario dei Film, Zanichelli 2007.

Collegamenti esterni

~ Filmografia di Pietro Germi ~

Il testimone (1945) · Gioventù perduta (1947) · In nome della legge (1948) · Il cammino della speranza (1950) · La città si difende (1951) · La presidentessa (1952) · Il brigante di Tacca del Lupo (1952) · Gelosia (1953) · Amori di mezzo secolo (III episodio: Guerra 1915-1918) (1953) · Il ferroviere (1955) · L'uomo di paglia (1958) · Un maledetto imbroglio (1959) · Divorzio all'italiana (1961) · Sedotta e abbandonata (1963) · Signore & signori (1965) · L'immorale (1966) · Serafino (1968) · Le castagne sono buone (1970) · Alfredo Alfredo (1972)

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