Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (film 1984)

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Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1984)
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno | Italia
regia di Mario Monicelli
121 min | colore | Commedia
una produzione Luigi De Laurentiis, Aurelio De Laurentiis
scritto da Leo Benvenuti, Suso Cecchi D'Amico, Piero De Bernardi, Mario Monicelli

soggetto Giulio Cesare Croce, Leo Benvenuti, Suso Cecchi D'Amico, Piero De Bernardi, Mario Monicelli
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Interpreti e personaggi
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori italiani
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Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: {{{doppiaggioitaliano}}}
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Supervisione artistica: {{{supervisioneartistica}}}
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Fotografia di Camillo Bazzoni
Musiche di Nicola Piovani
Effetti speciali a cura di Giovanni Corridori
Montaggio di Ruggiero Mastroianni
Scenografie a cura di Lorenzo Baraldi
Premi:
Fotografia di {{{nomefotografo}}}
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Effetti speciali a cura di {{{nomeeffettispeciali}}}
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Scenografie a cura di {{{nomescenografo}}}
Premi:
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« In questa tomba tenebrosa e scura
giace un villan di sì difforme aspetto
che più d'orso che d'uomo avea figura,
ma di tant'alto e nobile intelletto
che stupir fece il mondo e la natura.
Mentr'egli visse fu Bertoldo detto;
fu grato al re, morì con aspri duoli
per non poter mangiar rape e fagioli.
 »
(l'epitaffio di Bertoldo)

Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno è un film del 1984, diretto dal regista Mario Monicelli.

Trama

In un violento e rozzo alto medioevo, alla corte di Alboino (Lello Arena) giunge il villano Bertoldo (Ugo Tognazzi), entrato nelle grazie del re con un'astuzia che ha molto divertito il sovrano. Invitato a pranzo, Bertoldo viene messo alla prova dai commensali e dimostra di avere una risposta per ogni quesito. Alboino però gli tende un tranello. Nell'atto di offrirgli un cappone, giura di fare al villano esattamente quello che egli farà all'animale. Bertoldo la scampa di nuovo, infilando le dita nel didietro del cappone e mangiandone il contenuto.

Tornato ad Acquamorta, il suo villaggio di capanne nella palude, Bertoldo trova il figlio sciocco Bertoldino (Maurizio Nichetti) che sta covando le uova dell'oca Nerina. La moglie Marcolfa (Annabella Schiavone) ha infatti ceduto il pennuto, una coperta e una fiasca di vino a fra Cipolla da Frosolone (Alberto Sordi), per avere in cambio una strabiliante reliquia: la penna dell'arcangelo Gabriele.

Bertoldo mangia la foglia e parte con Bertoldino e il somaro Cavallo all'inseguimento di fra Cipolla. Raggiuntolo nella grotta in cui si è accampato, il villano scopre una vera e propria riserva di penne dell'arcangelo Gabriele. Minaccia allora il frate di rivelare a tutti la verità, ma Bertoldino manda tutto a monte.

Pur avendo recuperato l'oca (Cipolla ha già bevuto tutto il vino), Bertoldo decide di giocare un tiro al sant'uomo. Nottetempo s'introduce nuovamente nella grotta e sottrae le penne, sostituendovi un mucchio di carbone. Cipolla si accorge dello scambio solo l'indomani, durante la messa. Si trae comunque d'imbarazzo spacciando il carbone per un'altra reliquia (quelli del supplizio di san Lorenzo), e viene finalmente a patti con il villano promettendogli la metà delle offerte dei fedeli...

Commento

Ispirato alla novella di Giulio Cesare Croce, ma con spunti di molti altri autori classici, medievali e moderni, Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno è una sgangherata commedia in costume che riprende, sia pure con minor fortuna, una formula già sperimentata da Monicelli ne L'armata Brancaleone. Ne esce un film molto diverso dall'illustre precedente, che non incontra i favori dei critici (Morandini) anche a causa del paragone. È comunque una colorata (e colorita) favola, con grottesche caricature (i decadenti e rigidi bizantini simili a quelli già visti ne L'armata Brancaleone, lo stralunato fra Cipolla che esclama "mmmmm... maramiu!"), bizzarri accostamenti (l'altera regina di colore che si esprime in napoletano) e, di nuovo come in Brancaleone, un linguaggio improbabile derivato stavolta da un mélange di dialetti settentrionali, più l'idioma partenopeo di Lello Arena e quello arcaizzante, misto di parlate centrali, di Alberto Sordi; il tutto in un quadro macchiettistico dell'ambiente storico medievale. Fra gli interpreti, oltre al mattatore Tognazzi, si nota un Arena abile nel caratterizzare un insofferente, iracondo e imprevedibile re Alboino dai repentini cambiamenti d'umore: dalla rabbia violenta, alla solennità regale, all'ilarità sfrenata e trascinante.

Collegamenti esterni

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