A.R.S. - Attori Riuniti Sincronizzatori

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==Un esempio tutto italiano: ''I vitelloni''==
Ne ''[[I vitelloni]]'' (1953) di [[Federico Fellini]] i soggettisti, Fellini ed [[Ennio Flaiano]], forniscono un affettuoso ritratto di certi ragazzoni di provincia che non si decidono mai a crescere sul serio, conducendo un'esistenza quotidiana fatta di mille stratagemmi per combattere il grigiore e la noia. Nel cast di attori due doppiatori: uno straordinario [[Alberto Sordi]], che da un anno ha smesso di frequentare le sale di sincronizzazione in qualità di prestatore di voce; e un grande [[Carlo Romano]], che invece non smetterà mai di doppiare. Romano è il signor Michele, proprietario del negozio di statue dove va a lavorare uno dei vitelloni, Fausto, interpretato da [[Franco Fabrizi]] a cui presta la voce [[Nino Manfredi]].
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{{vedi anche|I vitelloni}}
Fausto, appena sposato, si reca con la giovane moglie al cinema dove incontra una donna misteriosa e attraente. Mentre rivolge sguardi furtivi verso la misteriosa signora, l'ignara moglie segue il film il cui sonoro rimanda a voci note del doppiaggio, quelle di [[Vittorio Cramer]] e Tina Lattanzi, ma esse sono parodiate da Mario Ferrari, la cui timbrica è facilmente riconoscibile e da una, quasi impossibile a riconoscere, doppiatrice che imita la Lattanzi. Cramer e Lattanzi sono due voci della CDC, mentre ''[[I vitelloni]]'' è doppiato da attori della ODI e della ARS. Il film si chiude con un altro vitellone, Moraldo ([[Franco Interlenghi]]), che all'alba incontra il ragazzo-ferroviere romagnolo. Moraldo esterna la sorpresa di vederlo lì così presto, ma rimane sbigottito dalla risposta del piccolo lavoratore, che, con un sguardo pieno di serenità, risponde semplicemente che sta andando a lavorare. Il piccolo ferroviere è interpretato da [[Guido Tartufi]] e la sua voce è quella di [[Flaminia Jandolo]].
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Fellini e Flaiano, avvertendo che qualcosa di epocale è alle porte, fanno con ''[[I vitelloni]]'' una annotazione storica della realtà sociale, che presto non sarà più la stessa. Un grande evento sta per sconvolgerla: ha una sigla, RAI TV!
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Versione attuale delle 12:52, 26 mag 2012


A.R.S. - Attori Riuniti Sincronizzatori
URL
indirizzo via di Villa Emiliani, 10

00197 Roma

Email
Persone chiave Augusto Incrocci, Aldo Silvani, Gaetano Verna, Valentino Bruchi, Mario Pisu, Olinto Cristina, Adolfo Geri, Mario Ferrari (fondatori)
Fondazione 1952
Stato corrente non in attività
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Nei primi mesi del 1952, alcuni doppiatori scontenti dei protagonismi di Cigoli e Panicali nella CDC e insoddisfatti dei metodi di lavoro della ODI, si scindono e danno vita ad un'altra società di doppiaggio, appunto la A.R.S. - Attori Riuniti Sincronizzatori.

In una riunione turbolenta alla Fono Roma, nella quale partecipano quasi tutti gli iscritti della ODI, i doppiatori paventano le dimissioni in blocco per mandare un segnale forte al conte Giannuzzi e ai direttori di doppiaggio, i quali da diverso tempo non rispettano la regola di utilizzare gli attori-soci. Alla fine non tutti se la sentono di aderire all'iniziativa, ma un consistente gruppo abbandona la sala per uscire definitivamente dalla ODI. In CDC, invece, i vertici stessi della cooperativa, anticipando i tempi, convocano un'assemblea straordinaria per mettere sotto accusa il presidente Augusto Incrocci e cercare un chiarimento definitivo con gli irriducibili che vogliono lasciare la società. Nessuna mediazione riesce a far rientrare la protesta.

Lo strappo con la CDC e Cantando sotto la pioggia

L'atto notarile con in quale si formalizza la nascita della ARS, con i nomi dei fondatori[1]
Lettera con la quale il Consiglio di Amministrazione della C.D.C, chiede alle società di sincronizzazione di non far incontrare i propri soci con quelli della A.R.S. durante i turni di doppiaggio[2]

Adolfo Geri, che ha appena finito di doppiare Gene Kelly in Un americano a Parigi, lascia la CDC, seguito da Mario Pisu, Aldo Silvani, Olinto Cristina, Gaetano Verna, Lia Orlandini, Adriana De Roberto, Evi Maltagliati e Zoe Incrocci, la quale è solidale con il padre, Augusto, dimissionario dopo gli eventi dell'assemblea. Bruno Persa, che vive un periodo di forti tensioni emotive, prende tempo, ma promette di aderire quanto prima all'iniziativa ed entrare nella una nuova formazione; Gianfranco Bellini e Renato Turi sono disponibili a seguirlo. In concomitanza, Renato Cominetti, con un consistente numero di attori, esce dalla ODI. Chiede anche a Gabriella Genta, giovane attrice emergente tra le voci della società, di entrare a far parte della nuova organizzazione di doppiaggio che si sta per costituire. Ma Genta, in possesso di un contratto scritto con il conte Giannuzzi (privilegio che pochi possono vantare nella ODI), contratto che le assicura un consistente minimo garantito per un anno, non ritiene conveniente la proposta.[3] Il primo marzo 1952, il notaio Olinto de Vita raccoglie le intenzioni di Augusto Incrocci, Aldo Silvani, Gaetano Verna, Valentino Bruchi, Mario Pisu, Olinto Cristina, Adolfo Geri, Mario Ferrari di formare una nuova organizzazione di doppiaggio, denominata A.R.S. - Attori Riuniti Sincronizzatori con sede in via di Villa Emiliani, n. 10 a Roma e capitale sociale fissato in lire 580.000 diviso in 580 quote da lire 1000 ciascuna. Tutti i soprannominati entrano nel primo consiglio di amministrazione tranne Pisu, il quale, però, risulta firmatario, unitamente agli altri, del contratto[4].

La reazione della CDC non si fa attendere. Il nuovo presidente subentrato ad Incrocci, Alessandro Salvini, nello stesso giorno della registrazione dell'atto che sancisce la costituzione della ARS, invia agli stabilimenti di doppiaggio della capitale una dura comunicazione con la quale si invita a non far incontrare i doppiatori della sua cooperativa con quelli della società appena formata i cui membri avrebbero «in animo di realizzare un programma di concorrenza commerciale e di disintegrare la C.D.C.», come attesta il documento riportato a margine.[5] In aprile entrano in ARS Persa, Turi e Bellini. Per la CDC è un nuovo smacco. Emilio Cigoli e Gualtiero De Angelis sono profondamente delusi e amareggiati per aver perso un compagno di lavoro e un vecchio amico come Bellini. Sta per arrivare dagli Stati Uniti Cantando sotto la pioggia per essere doppiato. La MGM pretende che Kelly abbia ancora la voce di Geri. Quindi il film deve essere dato alla ARS, così Donald O'Connor potrà essere doppiato come al solito da Bellini. Durante queste trattative Sandro Ruffini si reca nella sede della ARS a salutare i vecchi compagni di lavoro. In effetti è latore di un messaggio di Cigoli e De Angelis i quali offrono a Bellini la possibilità di rientrare in CDC. Bellini fa sapere che ciò può accadere soltanto se si permette il rientro anche di Turi e Persa. Mentre le trattative per doppiare il capolavoro di Donen e Kelly stanno per concludersi, Ruffini organizza l'incontro tra Cigoli-De Angelis e tra Bellini-Turi. L'incontro avviene al Pincio in un pomeriggio di fine maggio. I tre attori della CDC sono in macchina ad attendere l'altra che giunge in ritardo. Turi, che è alla guida, parcheggia di fianco ma vicino al marciapiede opposto. Per qualche minuto nessuno scende dalle rispettive macchine, mentre sguardi fugaci si intrecciano tra Bellini e De Angelis, che occupa il posto di fianco alla guida. Cigoli è impassibile con le mani appoggiate al volante. Ruffini scende e si avvicina alla macchina dei transfughi. Sono loro che devono andare nell'auto dei "capi" Ci si accorda per il rientro immediato di Bellini e Turi; Persa li seguirà in un secondo tempo. (Sembra la sceneggiatura dell'ennesimo film da doppiare dai protagonisti di questa vicenda. [6] ). Quando si iniziano a doppiare i primi anelli di Cantando sotto la pioggia Gianfranco Bellini è già rientrato in CDC, lasciando il compito di far recitare Donald O'Connor a Paolo Ferrari, mentre Elio Pandolfi canta per l'attore americano nell'unica canzone tradotta in italiano, Ma che fa...ma che fa.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Il periodo di Cantando sotto la pioggia.

Il 31 agosto 1952 il notaio Pietro Pomar è invitato in ARS da Augusto Incrocci a verbalizzare un'assemblea straordinaria da lui indetta per variare lo Statuto Sociale, per distribuire le quote sociali ed eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione. Vengono nominati Edoardo Toniolo segretario e Laura Carli, Dario Dolci e Manlio Guardabassi scrutatori. Sono presenti 47 iscritti su 65, tra cui i consiglieri Aldo Silvani, Adolfo Geri e Valentino Bruchi. 18 soci, tra cui Giulio Stivai e Silvio Noto, hanno delegato alcuni presenti ad essere rappresentati. Incrocci inizia la sua relazione introduttiva mettendo in risalto i sacrifici e le lotte sostenute nei pochi mesi di vita della società e sottolinea che, nonostante tutto, sono stati doppiati ventisei film, tredici cortometraggi e documentari. Dopo alcune modifiche approvate da tutti i presenti, con la sola opposizione di Lia Orlandini che rappresenta 10 assenti, Incrocci passa al punto nodale dell'assemblea e così verbalizza Pomar:

ARSgeri.jpg

Il documento dà l'idea del clima che si respira in ARS. Le votazioni danno i seguenti risultati:[7]

  • Presidente Misiano Fortunato 550, Augusto Incrocci 15;
  • Consigliere Silvani 340, Incrocci 495, Verna 485, Geri 465, Bruchi 465, Cominetti 435, Toniolo 315;
  • e gli altri Ferrari Mario 235, Carli 100, Orlandini 60, Pisu 50, Lolli 40, Brazzi 40, Lay 40, Calindri 25, Dolci 20, Romolo Costa 15, Stivai 15, Maltagliati 10, Majano 5.[8]

Il ridoppiaggio di Mata Hari e Grand Hotel

Anniversarioars.jpg

Mario Pisu è ancora presente in ARS, ma ancora per poco: rientrerà in CDC in tempo per tornare ad essere Walter Pidgeon in Il bruto e la bella, film doppiato a metà del mese di marzo del 1953. Nel 1952 si decide il rilancio in Italia di due film di Greta Garbo, Mata Hari e Grand Hotel. Il direttore della MGM, Augusto Galli, deve procedere al ridoppiaggio delle due pellicole. Ogni anno infatti, per mantenere buoni rapporti con Giannuzzi, concede alla ODI una quindicina di film da doppiare. È l'occasione propizia per non scontentare nessuno: Mata Hari sarà doppiato dalla CDC, Grand Hotel dalla ODI. Per il secondo è lo stesso Galli a distribuire e dirigere le voci, che sono di Anna Proclemer per Greta Garbo, Ivo Garrani per John Barrymore, Gemma Griarotti per Joan Crawford, Vittorio Sanipoli per Wallace Beery, Giorgio Piamonti per Lionel Barrymore, Roldano Lupi per Lewis Stone, lo scettico che recita «Grand Hotel...sempre lo stesso...gente che viene, gente che va...tutto senza scopo»[9] Per Mata Hari la distribuzione e la direzione sono affidate a Franco Schirato che dà a Tina Lattanzi l'onere gratificante di doppiare la "divina" Greta Garbo. Schirato ha appena terminato di doppiare Stella solitaria (MGM) di Vincent Sherman; doppiaggio iniziato il 4 aprile 1952, e realizzato in 10 turni. Tra le voci vengono elencati Olinto Cristina sull'attore Ed Begley, Emilio Cigoli (Clark Gable), Rosetta Calavetta (Ava Gardner), Giorgio Capecchi (Broderick Crawford), Luigi Pavese (Lionel Barrymore), Mario Besesti (Moroni Olsen), Vinicio Sofia (William Conrad), Cesare Polacco (James Burke), tutti membri autorevoli della CDC. Lista che però suscita diverse perplessità tra gli storici del doppiaggio, poiché Cristina all'epoca è fuori dalla cooperativa da più di un mese, essendo tra i firmatari dell'Atto Costitutivo della ARS. Analogo dubbio sorge per Gaetano Verna indicato come voce di Spencer Tracy in Lui e lei (MGM) di George Cukor con Wanda Tettoni, doppiatrice di Katharine Hepburn. Ma anche Verna è fuori dalla CDC e non risulta mai rientrato a differenza di Cristina che dopo qualche mese decide di tornare sui suoi passi.

Un esempio tutto italiano: I vitelloni

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce I vitelloni.

Note

  1. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 105
  2. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 106
  3. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 104
  4. registrato a Roma il 20 marzo 1952 al n. 17355 del vol. 69 Atti Pubblici
  5. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 106
  6. Così la vicenda è stata raccontata da uno dei protagonisti allo storico Gerardo Di Cola, cfr. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 105
  7. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 109
  8. registrato in Roma il 15 settembre 1952 al n.8450 vol. 7514.
  9. G. Di Cola - "Le voci del tempo perduto", pag. 109


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