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(1963)
Otto e mezzo | Italia
regia di Federico Fellini
140 min | B/N | drammatico, commedia
una produzione Angelo Rizzoli
scritto da Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Brunello Rondi

soggetto Federico Fellini, Ennio Flaiano
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Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
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Interpreti e personaggi
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Doppiatori italiani

fonte: T. Sanguineti, G. Di Cola - "Voci del varietà / Federico delle voci - I direttori di doppiaggio di Fellini"

Doppiatori italiani
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Doppiatori trailer
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Doppiaggio italiano: CID
Direzione del doppiaggio: Ettore Giannini
Adattamento dialoghi italiani: {{{dialoghiitaliani}}}
Assistente al doppiaggio: {{{assistentedoppiaggio}}}
Fonico di doppiaggio: {{{fonicodoppiaggio}}}
Fonico di mix: {{{fonicomix}}}
Sonorizzazione: {{{sonorizzazione}}}
Edizione italiana: {{{edizioneitaliana}}}
Supervisione artistica: Federico Fellini
Sincronizzazione: {{{sincronizzazione}}}
Fotografia di Gianni Di Venanzo
Musiche di Leo Ferrè, Nino Rota
Effetti speciali a cura di '
Montaggio di Leo Catozzo
Scenografie a cura di Piero Gherardi
Premi:
Fotografia di {{{nomefotografo}}}
Musiche di {{{nomemusicista}}}
Effetti speciali a cura di {{{nomeeffettispeciali}}}
Montaggio di {{{nomemontatore}}}
Scenografie a cura di {{{nomescenografo}}}
Premi:
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è un film del 1963 diretto da Federico Fellini.

È considerata una delle migliori pellicole cinematografiche mai realizzate[1] ed ha ispirato generazioni di registi.

Indice

Trama

Guido Anselmi, un affermato regista di quarantatré anni, sta elaborando il suo prossimo film. Si trova a trascorrere un periodo di riposo in una stazione di cure termali (il set reale fu ambientato alle Terme di Chianciano). Guido cerca in quella località di coniugare i propri problemi fisici (stanchezza cardiaca) con quelli della produzione del film, ancora allo stato di preparazione. La quiete che vorrebbe è continuamente minata dalla presenza delle maestranze del film (produttore, tecnici, attori) che soggiornano nel suo stesso albergo e che vedono in lui l'unico appoggio sicuro. Ma il suo spirito creativo si è inaridito e non riesce a dare una direzione chiara al suo progetto cinematografico. Oltretutto ai suoi problemi professionali si aggiungono grattacapi sentimentali. L'amante lo raggiunge alle terme e contemporaneamente arriva anche sua moglie...

La genesi

Dopo aver girato Le tentazioni del dottor Antonio, episodio del film corale Boccaccio '70, per la testa di Fellini comincia a girare l'idea di un nuovo film, ma non un'idea precisa, piuttosto un accumulo di idee vaghe che tentano di mescolarsi tra di loro. Quando parla del progetto all'amico Ennio Flaiano questi sembra più scettico che convinto; come si può filmare il pensiero di un uomo, la sua immaginazione, i suoi sogni?

La scrittura della sceneggiatura non procede, non c'è un progetto preciso e Fellini non ha neanche un titolo da dargli: si accontenta per ora del provvisorio 8 e ½, poiché questa pellicola viene dopo sette suoi film più un "mezzo" (cioè il film Luci del varietà, girato assieme ad Alberto Lattuada).

Ma quando tutto è pronto sorge un problema di cui Fellini non ha parlato a nessuno: il film non c'è più, l'idea che aveva in testa è sparita. Quando è ormai deciso a comunicare la disfatta al produttore Angelo Rizzoli, Fellini viene interrotto da un capo macchina di Cinecittà che lo chiama per festeggiare il compleanno di un macchinista.

Tra i festeggiamenti gli arrivano gli auguri per il nuovo film, che ormai non c'è più, ma una volta seduto su una panchina arriva il lampo di genio: il film parlerà proprio di questo, di un regista che voleva fare un film ma non si ricorda più quale, cosicché il protagonista, Guido Anselmi, interpretato da uno splendido Marcello Mastroianni, diventa la proiezione di Fellini stesso per un nuovo capolavoro del regista, con cui arriverà al terzo premio Oscar della sua carriera, forse il più importante di tutti.

Mastroianni non fu comunque la primissima scelta, all'inizio infatti Fellini pensò a Laurence Olivier o Charlie Chaplin. Anche per avere Sandra Milo, Fellini dovette lottare, perché il marito di lei si opponeva al suo ritorno al cinema, dopo la delusione del film Vanina Vanini, di Rossellini. Rimasero invece fin dall'inizio la Aimée, già presente ne La dolce vita, e la Cardinale, che per la prima volta non venne doppiata e che stava lavorando contemporaneamente anche a Il Gattopardo.

Curiosità

  • All'uscita del film in diverse copie distribuite in Italia alcune scene erano virate (in seppia in certe copie, in azzurro in altre): si trattava, come spiegava una didascalia all'inizio del film, delle scene che rappresentavano ciò che era sognato o immaginato dal protagonista. Il viraggio fu deciso dalla casa distributrice per facilitare agli spettatori la distinzione fra scene reali e non[2].
  • Altre sequenze invece Fellini le volle solarizzate (cioè eccessivamente luminose, effetto ottenuto in fase di stampa dei positivi), come la sequenza alla fonte, quando Marcello è in fila con altre persone, con il suo bicchiere in mano. Questo aspetto volutamente abbacinato della scena è andato perduto purtroppo con il recente restauro del film. I restauratori hanno rifatto la sequenza con un perfetto bianco e nero estremamente contrastato, dimenticando così l'originale intenzione di Fellini.

Note

  1. The Top 100 films
  2. P. Noli, Che cos'è un Filmfest?, Poltronissima (Editore Polis Cultura arl), n. 4, luglio 2008, pag. 77

Collegamenti esterni

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